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Padel

La rivincita di Mapi e Majo, più forti di malattia e difficoltà

Al debutto al Master Final, le gemelle Sanchez Alayeto hanno fatto fuori le numero uno del mondo Salazar/Triay, mettendo al riparo il loro record di 9 titoli in una sola stagione. Una bella rivincita dopo un 2021 segnato dalla malattia di Mapi: è la prova che le vecchie dominatrici del tour possono ancora ottenere risultati di spessore

di | 17 dicembre 2021

Da quando – a partire dal 2013 – esiste il World Padel Tour come lo conosciamo oggi, il record femminile di titoli vinti in una sola stagione è di nove, fatto registrare nel 2017 dalle gemelle Mapi e Majo Sanchez Alayeto, per anni dominatrici della scena mondiale. E se quel record resisterà anche a un 2021 nel segno di Gemma Triay e Alejandra Salazar, il merito è proprio delle “Gemelas atomikas”, che all’esordio nel Master Finals di Madrid hanno rifilato un secco 6-3 6-2 alla coppia numero uno del mondo, costretta così a fermarsi a quota otto titoli.

Non se lo sarebbe aspettato nessuno, invece le due 37enni di Saragozza hanno firmato una delle vittorie più sorprendenti dell’intera stagione, per non dire la più sorprendente dato il contesto, le loro difficoltà (in campo e fuori) e lo strapotere delle due avversarie. Invece, a tratti è parso di tornare indietro di qualche anno, quando a chiudere la stagione in testa al ranking mondiale erano proprio loro (è successo quattro volte: 2014, 2015, 2017 e 2018), stavolta reduci dall’annata più complicata da anni e anni a questa parte.

Il motivo è piuttosto noto, ed è la sclerosi multipla recidivante-remittente che lo scorso giugno è stata diagnosticata a Maria Pilar (Mapi), portando con sé tanti dubbi e tante difficoltà, che si sono trasformati in una serie di forfait e ritiri. Ma la spagnola ha voluto mettere in chiaro da subito che avrebbe fatto il 101% per continuare a giocare, e nell’appuntamento che conta di più è stata ripagata di tutti i suoi sforzi.

Oggi ci godiamo una grande emozione – hanno detto dopo il successo, che permetterà loro di sfidare sabato mattina Sainz/Marrero per un posto in finale – perché abbiamo lavorato tanto per arrivare pronte a questo evento, così da godercelo al massimo al termine di una stagione complicata. Abbiamo giocato la partita perfetta”. Le gemelle hanno avuto bisogno di tempo per normalizzare una situazione delicata, problematica, ma che – risultati alla mano – non ha compromesso la loro competitività.

È vero che sono arrivate al Master Final “solo” come coppia numero 8, e che nell’intera stagione non hanno raggiunto una sola finale. Ma hanno giocato meno rispetto alle altre più forti, e nella loro migliore settimana (al Master di Barcellona) sono state costrette a ritirarsi in semifinale a causa di un infortunio, quando conducevano per 4-3 nel primo set dopo aver battuto Sanchez/Josemaria nei quarti di finale.

Quel torneo – hanno raccontato – è stato il più grande dispiacere di quest’anno. Ci sentivamo molto competitive, sapevamo di poter lottare per il titolo, ma è andata così. La mancanza di continuità è stata il vero problema della nostra stagione. A livello mentale è stata dura trovare la forza per superare tutte le difficoltà. Ci sono stati momenti nei quarti avremmo voluto gettare la spugna, ma non fa parte del nostro modo di essere. Ci siamo spronate a vicenda, dentro e fuori dal campo, appoggiandoci per trovare la forza di andare avanti”.

La chiave, per Mapi, è stata quella di dare alla malattia la giusta importanza, ma cercare sempre di guardare oltre. “Fin dall’inizio – ha raccontato – abbiamo provato a lasciare da parte i problemi, e cercare di normalizzare il tutto. Ha annunciato pubblicamente la mia condizione, ma non voglio che la gente mi veda come malata. Mi piacerebbe essere vista come è sempre stato. Ho questo problema, ma non voglio dargli troppa importanza altrimenti le mie energie mentali finiscono tutte lì. Voglio continuare a condurre una vita normale”.

Nel corso degli ultimi mesi, la padelista spagnola si è gradualmente abituata alla situazione, trovando anche maggior aiuto dalle medicine. “A settembre – ha detto ancora – ho cambiato sia le cure sia alcune abitudini alimentari, e in questi ultimi mesi mi sono sentita meglio. Ho superato tanti ostacoli, quindi ora voglio solamente divertirmi in campo”.

Un aspetto, quest’ultimo, che fa parte del loro nuovo approccio al padel. Visto che tutte le difficoltà sono servite anche a cambiare le prospettive. “Ora abbiamo imparato a dare al gioco un’importanza relativa. Ci sono cose molto più importanti di cui preoccuparsi. Naturalmente questo è il nostro lavoro e non ci piace perdere, ma questa situazione ci ha insegnato a dare il giusto peso a tante cose”. Ecco perché, una vittoria come quella contro Salazar/Triay, oggi vale molto più che in passato.


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