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Padel

Il paradosso della pala: cresce l’indoor, ma tutti i Major sono all’aperto

I giocatori spingono per avere più tornei al coperto e i numeri sembrano mostrare una volontà del sistema di accontentarli. Eppure, i quattro tornei più prestigiosi del calendario Premier Padel si giocano all’aperto

31 maggio 2025

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Il padel è sempre più uno sport indoor. Lo chiede la modernità, con arene e palazzetti sempre più all’avanguardia e chiaramente in grado di essere immuni ad agenti esterni e al meteo. Nel 2025, nel circuito Premier Padel sono 13 i tornei del calendario previsti sotto un tetto, proprio come è successo nel 2024. Ma la vera novità è che sono diminuiti i tornei outdoor, che dagli 11 della passata stagione sono diventati 9.

Una metamorfosi graduale, che fa contenti i giocatori ai quali non piace affatto che i propri incontri possano essere condizionati da qualcosa di incontrollabile come il meteo, che significa non solo eventuale pioggia ma anche sole, vento, condizioni del campo molto più veloci o molto più lente a seconda della temperatura. Dopotutto, vale lo stesso per la maggior parte dei circoli sparsi in tutto il mondo, con sempre più campi al chiuso. Eppure, almeno per quanto riguarda Premier Padel, è impossibile non notare un paradosso.

Come detto, più della metà del calendario si sviluppa indoor, ma i quattro Major, gli eventi più importanti del calendario che offrono più punti, più soldi e più fama, sono tutti all’aperto. Da Doha a Roma, da Parigi al Messico, si gioca sempre e solo outdoor. Una situazione in contraddizione con le esigenze del padel moderno, ma sicuramente affascinante per le coppie più forti: non solo devono pensare ad arrivare al meglio per gli appuntamenti più prestigiosi, ma anche farsi trovare pronti per un cambio di condizioni totale rispetto ai tornei che si giocano solitamente.

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Non è da escludere che, alla lunga, anche i 4 Major (o almeno alcuni di questi) possano essere toccati dalle esigenze dei giocatori e dalla voglia generale di rendere sempre più indoor lo sport che tutti amiamo. È anche una questione di comodità: per giocare all’aperto, nella maggioranza delle zone del mondo, lo spazio a disposizione per effettuare il torneo arriva al massimo a sei mesi, dai quali vanno escluse le settimane più calde. Indoor, invece, la finestra si estende potenzialmente all’intero anno.

Qualche torneo che ha dovuto abbandonare lo status di outdoor per diventare indoor c’è già stato, come il P1 di Dubai che nel 2025, rispetto al 2024, ha cambiato pelle. Non si giocherà più al Dubai Duty Free Tennis Stadium, celebre casa anche dei tornei ATP e WTA degli Emirati, bensì a novembre all’Hamdan Sports Complex, passando dall’outdoor all’indoor. Una mossa che ribadisce la tendenza, completamente in contrasto con le potenziali novità proposte da Paquito Navarro alla fine del 2024.

Il campione andaluso, infatti, oltre ad aver chiesto il ritorno del punto de oro per accorciare le partite e renderle più spettacolari (richiesta respinta, ma vien da pensare che prima o poi succederà), aveva proposto di variare le superfici di gioco, per modificare un po’ le condizioni di gioco da torneo a torneo. Dal tappeto erboso alla moquette, passando per il cemento. Non è stato così, mentre sulla richiesta di poter giocare di più al coperto, per essere immuni al caldo torrido di alcuni tornei outdoor, sembra esserci la (tacita) voglia di accontentare lui e i colleghi. È il nuovo padel che avanza, si innova, si aggiusta, fra proposte, idee e tornei sempre più al chiuso per cercare di mettere tutti i giocatori sullo stesso piano.

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