La coppia argentina completa una settimana da sogno alla Movistar Arena: dopo Chingotto/Galan e Lebron/Stupaczuk, battono anche Coello/Tapia e si prendono il titolo. Per Di Nenno è un ritorno fra i grandi, per Augsburger una prima da ricordare. Sorpresa anche nel femminile: Gonzalez/Fernandez beffano Brea/Triay
di Marco Caldara | 07 settembre 2025
Quando Leandro Augsburger ha deciso di rompere la fruttuosa collaborazione con Pablo Cardona, e Martin Di Nenno ha lasciato in fretta Juan Tello, sono stati in molti a storcere il naso. Pareva l’ennesima scelta affrettata di un padel nel quale molte coppie durano il tempo di un caffè, invece, evidentemente, i due argentini avevano un piano ben preciso. L’hanno svelato al rientro dalla pausa estiva, confezionando alla Movistar Arena di Madrid uno dei migliori capolavori nella storia del circuito Premier Padel.
Perché non solo hanno trionfato nel P1 della capitale spagnola, ma l’hanno fatto battendo una dopo l’altra le prime tre coppie della classifica mondiale. Ai quarti Galan e Chingotto, in semifinale Lebron e Stupaczuk, in finale niente meno che Coello/Tapia, beffati per 4-6 6-3 6-4 al termine di una rimonta di qualità e sostanza, con un Augsburger capace di toccare picchi di rendimento devastanti e un Di Nenno di nuovo mostro di solidità e continuità, di fronte a un Tapia per una volta poco ispirato e un po’ troppo falloso, complice – probabilmente – anche qualche noia fisica.
E così è maturato il miracolo, fra abbracci e lacrime di gioia. Per Di Nenno è un ritorno fra i grandi e il quarto titolo nel circuito, ma il primo di un certo peso dal Major di Doha vinto nel 2023, visto che la vittoria della passata stagione in Finlandia era maturata in assenza dei giganti. Per Augsburger, invece, è il primo successo in assoluto nel circuito maggiore.
Una vittoria che sa di consacrazione: difficilmente Leandro detto Leo diventerà un mostro di continuità, aspetto che stride con la sua natura di giocatore esplosivo (anche se ha spento 22 candeline meno di un mese fa), ma quando è ispirato non ha nulla da invidiare a tutti i più forti. E chissà che, dopo una prima metà di stagione segnata dal dominio delle solite due coppie (o di una, con rare intromissioni dell’altra), i due argentini non possano proporsi come un duo in grado di lottare sempre per i titoli da qui a fine 2025. A Parigi, a brevissimo, la prima prova del 9.
A Madrid, l’impresa di Di Nenno/Augsburger ha completato una settimana ricca di sold out e colpi di scena, visto che anche nel tabellone femminile non sono mancate le sorprese. La prima, grossa, è arrivata con l’eliminazione nei quarti di finale di Ari Sanchez e Paula Josemaria, che cercavano il riscatto dopo aver smarrito la testa della classifica mondiale e invece sono scivolate nei quarti di finale contro Salazar/Calvo. La seconda, invece, l’hanno firmata domenica Claudia Fernandez e Delfi Brea, che al termine di una rimonta non così dissimile da quella della (successiva) finale maschile si sono prese il titolo negando il successo alle favoritissime – e loro ex compagne – Delfi Brea e Gemma Triay, sconfitte per 3-6 6-1 6-4.
A decidere la contesa l’allungo decisivo di Bea e Claudia sul 4-4: aiutate da un paio di errori di Gemma, hanno messo a segno il break decisivo e poi non hanno sbagliato al servizio, chiudendo dopo 2 ore e 35 minuti e confermando il loro ottimo momento. A Madrid si sono prese il secondo titolo negli ultimi tre tornei (e terzo del 2025) e hanno fatto sentire di nuovo la propria voce. Viste le evidenti difficoltà di Sanchez/Josemaria, non sarebbe una sorpresa vederle affermarsi – almeno nell’immaginario collettivo – come seconda miglior coppia del mondo da qui a fine stagione. L’affinità ideale c’è, la voglia anche.