Col trionfo a Gijon, al debutto a livello Premier Padel, il 17enne di Marbella è diventato il più giovane di sempre a vincere un torneo del Tour ed è salito al numero 68 del ranking. Una posizione che cambia prospettive e obiettivi: potrà giocare stabilmente nel circuito e stare a contatto col cognato. Di chi si tratta? Arturo Coello
08 marzo 2025
Come fanno due carriere a cambiare in una settimana? Chiedere a Francisco Cabeza e Diego Garcia, capaci fra lo stupore generale di portarsi a casa il P2 di Premier Padel a Gijon, partendo rispettivamente dalla posizione numero 176 e da quella numero 222 del ranking FIP. Il boicottaggio da parte dei primi 100 giocatori del mondo li ha certamente aiutati, in virtù di un tabellone principale pieno di giocatori che solitamente si trovano nelle qualificazioni, ma per vincere il torneo Cabeza e Garcia (nati rispettivamente nel 2007 e nel 2006) hanno dovuto sconfiggere in finale Tolito Aguirre e Gonzalo Alfonso, che (almeno sulla carta) partivano nettamente favoriti. Invece hanno trionfato i due ragazzini, conquistando un successo che promette di ribaltare le loro carriere, o comunque di lanciarle molto più rapidamente di quanto sarebbe successo senza Gijon.
È quanto si augura “Curro” Cabeza, nato il 5 dicembre del 2007, diventato il più giovane a vincere un titolo nella storia di Premier Padel, in una famiglia che però di vittorie nel Tour se ne intende. Già perché il talento di Marbella è il cognato di niente meno che Arturo Coello (compagno della sorella Maica), ed è mancino esattamente come King Arthur. Beh, sicuramente “rubare” i segreti al più forte di tutti può essere il viatico giusto per Cabeza, che di talento ne ha tantissimo. Mano raffinata, grande fantasia e creatività, con Garcia ha un compagno perfetto, perché Diego è quel giocatore che sbaglia poco e mostra grande solidità, concedendo a Cabeza di commettere qualche errore e di prendersi qualche rischio in più.
Il balzo in classifica è di quelli che cambiano le prospettive, visto che il 17enne andaluso ha scalato 108 posizioni nel ranking in un colpo solo, salendo al numero 68. Una nuova dimensione che modifica tutto: situazione, consapevolezza, obiettivi e anche impegni, visto che sostanzialmente lo proietta stabilmente nel circuito maggiore e con la garanzia di restarci a lungo. E non è tutto: Cabeza e Garcia avranno a caccia di un grande risultato anche la prossima settimana in un altro P2 a Cancun, da seconda coppia del seeding alle spalle degli inarrivabili Lebron/Stupczuk (unica coppia di punta al via), e per loro è già pronta anche una wild card per il P1 di Malaga, in programma la prossima estate.
Vuol dire che Cabeza, che peraltro a Gijon era al debutto assoluto nel circuito Premier Padel, potrà continuare a esibirsi con i più forti rimanendo a stretto contatto col cognato Arturo, che magari affronterà cercando di trovare un’impresa impossibile. Intanto la coppia di ragazzini ha avuto la freddezza di portarsi a casa una finale del genere facendo soltanto 9 errori gratuiti e giocando un padel tecnicamente perfetto, nelle due ore esatte di gioco. È vero, di giovani in rampa di lancio ce ne sono già alcuni più quotati (Augsburger e Cardona insegnano), ma questi bambini terribili possono essere la scheggia impazzita dei prossimi tornei del circuito maggiore.
La finale con Tolito e Alfonso dimostra anche che Francisco ha anche huevos, per dirla alla spagnola, ossia quegli attributi necessari per giocare (e vincere) a certi livelli. Chiunque, tra i presenti in arena a Gijon e fra chi stava guardando a casa, ha pensato che gli argentini avrebbero vinto agevolmente al terzo set, dopo il successo del secondo parziale. Invece il 6-3 definitivo ha spazzato via tutti gli scetticismi e ha consentito a Francisco e Diego di essere ribattezzati come i nuovi “superpibes”. Le future stelle, come erano chiamati Stupaczuk e Di Nenno ai tempi dei tornei giovanili in Argentina. Raggiungere gli stessi successi di Franco e Martin è attualmente un miraggio, ma con questa attitudine e questa voglia di imporsi ad altissimi livelli, nulla è impossibile. E poi, se serve, c’è sempre Coello che può dare qualche consiglio. Lui sa bene come si fa.