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Padel

I leader, i “Carburger” e Bea: 3 temi dal padel in Arabia

Il torneo che inaugura una stagione fornisce sempre qualche spunto interessante. L’ha fatto anche l’appuntamento di Riyadh, seppur vinto dalle solite due coppie. Fra le note liete ci sono Pablo Cardona e Leo Augsburger, fra quelle dolenti gli ennesimi problemi (o forse no?) di Bea Gonzalez

di | 17 febbraio 2025

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Il primo torneo di una nuova stagione è sempre carico di motivi di interesse, in particolare nel padel visti i tanti cambi di coppia ormai diventati abitudine nel corso dell’offseason. Il P1 di Riyadh ha iniziato a fornire le prime risposte alle tante domande che hanno accompagnato l’avvicinamento al 2025, e se è vero che un torneo è pochissimo per fare dei bilanci, ha lasciato comunque vari spunti interessanti. Eccone tre.

CARDONA-AUGSBURGER, NOTA LIETA

Al primo torneo insieme, i due giovani classe 2004 hanno battuto Ale Galan e Federico Chingotto, non esattamente un risultato da tutti se si considera che nell’intero 2024 i numeri due avevano perso solamente contro tre coppie, e appena una volta prima della semifinale. Ma oltre al fatto che li abbiano battuti, ha colpito il modo in cui ci sono riusciti, con un terzo set di livello mostruoso per qualità e quantità.

Augsburger riesce a raggiungere picchi di rendimento che sono roba per pochissimi, con un padel che si alimenta a entusiasmo: più funziona, più continua a funzionare. E Cardona, che fra i giovani pare il più moderato, ha già la maturità e la tranquillità di gioco per accompagnarlo come si deve. Tanto che, dopo aver battuto i Chingalan, sono arrivati a un punto dal fare fuori anche Lebron e Stupaczuk in semifinale. Lì è mancato qualcosa, ma perdere certe partite fa parte del percorso di crescita. Dovessero trovarsi di nuovo nella stessa situazione, vien da pensare che vincerebbero, avendo imparato la lezione. Possono essere la coppia rivelazione dell’anno e non sarebbe affatto una cattiva notizia.

Menzione anche per l’ex “gemello” di Leo, Tino Libaak, chiamato a risvegliare un fenomeno un po’ dimenticato come Juan Tello. Anche il loro debutto è stato di livello, con una super vittoria contro Navarro/Bergamini e una buonissima prova contro Yanguas/Nieto. La top-8 è un obiettivo alla portata.

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CARA BEA, NON CI SIAMO

Ormai il padel ha tre costanti: le prime due sono positive, ossia le vittorie di Coello/Tapia e Sanchez/Josemaria, la terza per niente, perché si tratta degli infortuni di Bea Gonzalez. La spagnola classe 2001 ne ha passate tante lo scorso anno e ha approcciato la nuova stagione con l’augurio di restare alla larga dai problemi fisici, invece ci è cascata di nuovo al primo torneo, peraltro dopo una bellissima vittoria contro Triay/Brea costruita rimontando uno svantaggio di 6-4 3-1. Gioca un padel meraviglioso, ma pare che il suo fisico non voglia proprio assisterla. Sarebbe comprensibile se avesse 35 anni, mentre lo è molto meno a 23 compiuti da nemmeno tre mesi.

Curiose anche le modalità del ritiro in Arabia, o quantomeno il messaggio social che ha accompagnato l’annuncio. Infatti, in sostanza, pur precisando di essere ancora in fase di recupero dall’infortunio del dicembre scorso, la spagnola ha scritto di non aver nessun dolore (!), ma che siccome la stagione è lunga serve calma e dunque ha preferito fermarsi. Scelta a dir poco strana. Non poteva prevedere di avere un giorno libero fra semifinale e finale, ma quando ha scelto di ritirarsi il rischio di doverle giocare entrambe nella stessa giornata era già stato scongiurato dalla pioggia.

DOVE ERAVAMO RIMASTI?

Le coppie cambiano, i giocatori si mettono in discussione, gli equilibri si spostano, eppure vincono sempre gli stessi. Dopo un 2024 letteralmente dominato nel maschile da Coello/Tapia e nel femminile da Sanchez/Josemaria, la nuova stagione si è aperta esattamente nello stesso modo, con un nuovo successo dei più forti.

I leader del circuito degli uomini sembrano avere un serbatoio infinito di possibilità, così come la capacità di determinare sul serio l’andamento delle partite. Non sono immuni da giornate difficili e momenti nei quali funzionano meno, ma quando serve alzare il livello ci riescono praticamente sempre. Si era visto spesso fra 2023 e 2024, e si è visto di nuovo in Arabia Saudita, con un Tapia sempre più in grado di fare la differenza. Sa fare, con facilità, cose che agli altri non riescono.

Ancora più comodo il torneo di Sanchez/Josemaria: tre partite, sei set, tutti vinti e senza nemmeno sudare troppo. Ci sono ragioni per credere che il loro numero uno verrà messo in discussione, ma poi c’è la realtà. E dice ben altro.

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