

Abbiamo provato uno dei due modelli autografati da Leonel Daniel Aguirre, uno dei giocatori più spettacolari del circuito. La produce un brand con sede a Milano che puntando sull’immagine del talento argentino e sulla qualità del prodotto si sta mettendo in luce sul mercato
di Enzo Anderloni | 12 giugno 2025
Giocare con la pala del funambolo, identificarsi non con il più forte ma con il più bravo a fare magie: per un appassionato di padel questa voglia si soddisfa andando a cercare una Hirostar Alien. Hirostar è un brand dal suono internazionale ma in realtà italianissimo, con sede a Milano. Alien, l’alieno, è il nome del modello dedicato a lui, Leonel Daniel Aguirre, per tutti i padelisti del mondo semplicemente: “Tolito”.
Hanno avuto un’idea vincente, i milanesi di Hirostar, ben consci di quello che può catturare un appassionato di sport della racchetta: quando si è trattato di scegliere un testimonial per lanciare il loro nuovo brand non hanno guardato la classifica mondiale. Ad ammaliarli erano le giocate creative, che a volte parevano impossibili di questo ragazzone di Buenos Aires, classe 1997, con la passione per i tatuaggi. Uno che chiudeva i punti sottorete (o da fuori campo) con gesti non solo difficili da eseguire ma persino difficili da immaginare.
Ora che Tolito è passato dall’ambizione di divertirsi e divertire il pubblico a quella di scalare anche le classifiche, il cerchio si sta chiudendo e Hirostar ha avuto buon gioco a lanciare nel 2025 due nuove attrezzi “signature”, pensati per Tolito e firmati da lui. Le due pale top di gamma.
E lo ha fatto in grande stile, ponendosi sul mercato in diretta concorrenza con i marchi più importanti: per le due versioni di Hirostar Alien ha previsto un cofanetto di gran lusso, sulla falsariga di quello prodotto per il lancio della racchetta autografata da Arturo Coello, n.1 del mondo.
Dentro il cofanetto, pale di classe, di fascia alta: la Alien Pro da 315 euro e la Alien da 295 euro. La nostra attenzione si è posta in primis su questa seconda versione, che si presenta nelle intenzioni dei produttori come la declinazione della Hirostar Alien dalle caratteristiche più equilibrate e pensate per un pubblico più ampio di agonisti. Alien Pro è più dura (in virtù di un nucleo in Eva Black Xtreme) e più bilanciata in testa.
Alien, che abbiamo sottoposto al nostro test, ha il nucleo in Eva Black e un bilanciamento medio. La forma è identica, a diamante, ideale per il gioco d’attacco. La superficie d’impatto, con finitura sabbiata, è sempre in carbonio 24K, quello di alta qualità.
Le finiture sono curatissime, dalla verniciatura opaca (con l’autografo di Tolito serigrafato), alla qualità del laccio di sicurezza per il polso.
Tra le soluzioni tecniche spiccano la forma del cuore aperto a tre razze (i due ampi fori passanti di forma aerodinamica sembrano “gli occhi dell’alieno”) che ottimizza la manovrabilità e la stabilità all’impatto con la palla. Lo stesso obbiettivo (migliore impatto e maneggevolezza) si prefissa il sistema dei fori sul piatto della pala, denominato Smart Holes.
Sul campo le sensazioni sono molto piacevoli sin dai primi colpi, perché la pala spinge con generosità ma non esagera, offre buona pienezza all’impatto ma senza che la palla si fermi troppo sulla superfice sabbiata, perdendo spinta.
Appare quindi sin da subito quell’interessante compromesso che si fa spesso fatica a trovare: l’attrezzo serio, da giocatore agonista ma non troppo difficile, proibitivo. Una pala che facilità le giocate un po’ in tutte le zone del campo, agevolando soprattutto il giocatore cui piace attaccare ma non vuole perdere il controllo dei colpi, ama spingere la palla ma sapendo bene dove vuole piazzarla.
Il telaio reca sul profilo un utile serigrafia con quelle che Hirostar indica come le caratteristiche tecniche di base, un grafico a punti. Recita così: precisione 9 su 10; potenza 8 su 10; controllo 8 su 10; maneggevolezza 9 su 10. Indicazioni che si sono rivelate utili perché veritiere, molto vicine alle nostre sensazioni, che concordano su tutto, aggiungendo forse un mezzo punto in termini di potenza, che di sicuro non manca.
Quello che i dati non dicono è che la zona utile di impatto, il cosiddeto sweet spot (punto “dolce”), ci è parso di dimensioni generose, facilitando il gioco anche a chi non è un fenomeno.
Da qui a trasformarci in tanti “Tolito” Aguirre appena impugniamo la pala, ovviamente ce ne passa. “Chi ha la magia non ha bisogno di trucchi”, c’è scritto sul bordo della pala di Tolito. Per tutti quelli che non hanno la sua magia, un po’ d’aiuto di sicuro non guasta e con questa “Alien” ne trovano.
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