Chiudi

-
Padel

Galan/Chingotto non vincono più: cosa è cambiato

Grazie alla doppietta italiana Roma-Genova, Ale Galan e Federico Chingotto si erano addirittura portati in vantaggio per 5-3 nelle sfide contro Coello/Tapia. Ma poi è cambiato tutto: i numeri uno hanno vinto 6 volte di fila, loro non si sono più presi alcun titolo e per la prima volta hanno mancato la finale. I motivi delle difficoltà

19 novembre 2024

20241119_galan_chingotto_ahkf__1_.jpg

Parlare di difficoltà quando si analizza il rendimento di quella che è – di gran lunga – la seconda miglior coppia del mondo può sembrare una esagerazione, anche perché Ale Galan e Federico Chingotto hanno raggiunto almeno la finale (con 5 titoli) in tutti i primi 14 tornei disputati come coppia, da quando il primo ha rotto con lo storico compagno Juan Lebron e trovato in un amen un degno sostituto. Ma è evidente, a giudicare dai risultati, che da qualche tempo lo spagnolo e l’argentino non riescono più a esprimersi con la brillantezza dei periodi migliori.

I numeri difficilmente mentono e nel loro caso ricordano che grazie all’accoppiata italiana Roma-Genova erano riusciti a portarsi addirittura in vantaggio per 5-3 nelle sfide contro Coello/Tapia (tutte in finale tranne una) e a far credere al mondo di poterli insidiare per la lotta al numero uno, ma poi il trend si è completamente rovesciato. Perché la “sveglia” presa in finale a Genova, con un doppio 6-1 in 45 minuti, ha svegliato sul serio i leader del ranking che da allora non hanno più perso una partita, inanellando una serie di sette titoli consecutivi e sei vittorie (su sei) contro gli inseguitori.

Così, quel 5-3 si è trasformato in un 5-9, la superiorità di Coello e Tapia è tornata fuori da ogni discussione e il duo Galan/Chingotto non vince un titolo da oltre quattro mesi e mezzo. E di recente è terminata anche la striscia di finali consecutive, con la loro prima sconfitta contro avversari diversi dai soliti due: a batterli, in semifinale a Kuwait City e pure piuttosto nettamente, Franco Stupaczuk e Mike Yanguas.

20241119_galan_ahkf__2_.jpg

Le quattordici finali consecutive restano un traguardo enorme, specie coi ritmi del padel di oggi che trascina i giocatori da una parte all’altra del globo. Ma la serie positiva è finita qui ed è la prova finale di un periodo così così, che ha un tantino ridimensionato le ambizioni dei due. Come detto si parla pur sempre dell’alternativa più credibile ai sovrani assoluti del gioco, ma la distanza che pareva diventata minima è tornata ampia e l’impressione è che i “Chingalan” abbiano poche colpe.

Semplicemente, Coello e Tapia si erano abituati a vincere senza doversi sempre spremere al cento per cento, così quando è arrivata una coppia in grado di metterli in difficoltà per davvero si sono fatti trovare impreparati e hanno avuto bisogno di un periodo per capire come – e dove – lavorare per migliorare ancora. Tapia si è concentrato ancora di più sulla preparazione atletica e sta ribadendo come mai (a ragione) quasi tutti lo considerino il giocatore più forte del mondo, mentre Coello ha superato qualche incertezza e il resto è storia, con sette titoli di fila che hanno tolto spazio a tutti gli altri.

E hanno tolto pure entusiasmo, quello che Galan e Chingotto hanno gradualmente visto calare insieme ai titoli (è fisiologico) mentre loro hanno ritrovato nel momento del bisogno, quando si sono resi conto che vincere non era più così scontato. Il quadro finale? Con Tapia/Coello al top non ci sono chance nemmeno per i numeri due, che hanno funzionato benissimo quando il trend era a loro favore ma poi non sono riusciti – a differenza di quanto fatto dai rivali – a ribaltarlo quando gli è scappato di mano. Uno scenario che, lato Galan/Chingotto, potrebbe aprire orizzonti nuovi per il 2025. Un giocatore come lo spagnolo, da anni abituato al ruolo di leader, si accontenterà di un ruolo in secondo piano?

20241119_chingotto_ahkf__3_.jpg


    Non ci sono commenti