Chiudi

-
Padel

Costruire casa? Meglio il padel: la scelta (azzeccata) di Virginia Riera

Virginia Riera è una delle protagoniste della Serie A italiana, col Circolo Canottieri Aniene. Anni fa risparmiava per costruire casa, ma nel 2018 ha deciso di investire quel denaro per trasferirsi in Spagna e giocare nel World Padel Tour. Ha fatto bene: domenica a Vigo è diventata la prima argentina a vincere un titolo dopo 7 anni

di | 21 maggio 2021

Virginia Riera ci ha pensato per sei lunghi mesi. Aveva un buon lavoro d’ufficio, iniziato dopo aver abbandonato gli studi di architettura e disegno grafico, e risparmiava per costruire casa nella sua Resistencia, nella provincia argentina del Chaco. Se la passava discretamente, eppure sentiva che le mancava qualcosa, perché il suo grande obiettivo era provare a vivere di padel, possibile soltanto trasferendosi in Spagna. Così, arrivata a trent’anni e dopo tante riflessioni, nel 2018 ha deciso di cambiare rotta. Invece che in una casa, i risparmi li ha investiti su se stessa, spostando presente e ambizioni a Madrid, e iniziando a competere nel World Padel Tour col sogno di farne un lavoro. Obiettivo centrato: oggi è numero 13 del mondo, prima giocatrice non spagnola nel ranking, e domenica è diventata la prima argentina a vincere una tappa dal lontano 2014, imponendosi a Vigo insieme a Patty Llaguno.

Virginia Riera abbraccia Patty Llaguno: hanno vinto l'Open di Vigo, terza tappa stagionale del World Padel Tour

La coppia, nata nel 2021, arrivava da due quarti di finale nei primi due tornei stagionali, persi rispettivamente contro Salazar/Triay e Sainz/Gonzalez, e aveva mostrato una buona affinità. Ma nulla lasciava immaginare il colpaccio in Galizia. Invece, hanno vinto quattro match di fila senza grandi difficoltà e poi si sono prese la rivincita in finale contro le numero uno Salazar/Triay, spuntandola in rimonta per 2-6 6-3 7-5. Per Virginia era la prima finale, ma l’ha affrontata come se ne avesse già giocate altre cinquanta, tanto da meritarsi il premio di MVP.

“Di solito – ha raccontato la sudamericana – soffro abbastanza la tensione, mentre stavolta in finale ero molto tranquilla, visto che stavamo giocando particolarmente bene. Ho cercato di non pensare all’importanza del match e ci sono riuscita”. Dopo il successo non ha lasciato trasparire chissà quali emozioni, ma fa parte del suo DNA. “Non sono una dalla lacrima facile – ha detto – ma posso garantire che ero davvero tanto felice e tanto emozionata. Giocare la finale era un sogno, l’opzione di vincere non l’avevo nemmeno contemplata. Non lo credevo possibile”.

 

Invece la 32enne di Resistencia ce l’ha fatta e ha scritto un pezzo di storia del padel del suo paese, diventando la terza argentina a conquistare un titolo nel World Padel Tour. Già, perché a differenza di quanto succede nel circuito maschile, il cui albo d’oro è a forti tinte albicelesti, il WPT al femminile è da sempre un affare spagnolo. Fra le 188 vincitrici dei 94 tornei giocati dal 2013 a oggi, è capitato solo sei volte che una delle due bandiere non fosse spagnola. Prima della Riera, aveva vinto tre volte Cecilia Reiter (2013), una volta Catalina Tenorio (2014) e una la portoghese Ana Catarina Nogueira (2019).

La tappa di Vigo è stata particolarmente felice per l’Argentina: per la prima volta nella storia del circuito c’erano tre argentine nelle quattro coppie semifinaliste: Virginia Riera, Delfina Brea (con Tamara Icardo) e Aranzazu Osoro (con Victoria Iglesias). Un record che ha detto bene alla Riera, la cui carriera è svoltata durante la scorsa off-season, quando ha alzato il telefono e ha chiesto a Patty Llaguno se le andasse di giocare insieme a lei.

Nei due anni precedenti, Virginia aveva diviso il campo con la portoghese Sofia Araujo. La coppia funzionava sempre meglio: nel 2020 hanno raggiunto una semifinale e tre quarti, hanno conquistato per la prima volta la qualificazione al Master Final e vinto le Cupra FIP Finals di Cagliari, ma entrambe sentivano che era giunto il momento di cambiare. “Mancava qualcosa – ha detto Virginia –, mancava una giocatrice esperta che sapesse trascinare la coppia nei momenti cruciali”. L’ha trovata in Patty Llaguno, una delle veterane del World Padel Tour.

Una bella sfida: è vero che la spagnola ha un passato da numero uno, ma non vinceva un titolo dal 2016, e poi aveva sempre e solo giocato con Eli Amatrian. Cambiare compagna poteva essere un’insidia, ma ci hanno messo poco a vincere la scommessa. “Quando ho saputo che non avrebbe continuato con la sua vecchia compagna – ha detto Sofia – ho deciso di scriverle. Era più logico che la proposta arrivasse da lei, ma non volevo perdere una possibile occasione. Così ci ho provato, le ho detto che avrei voluto giocare insieme a lei, e pochi giorni dopo ha accettato la mia proposta”.

La coppia ha funzionato bene da subito, Virginia ha trovato anche le ultime risposte alle domande che prima di trasferirsi a Madrid si era posta per mesi, e ora può puntare sempre più in alto. “Giocare con Patty rappresenta un’opportunità unica – ha spiegato –, e io mi sento una privilegiata. In questi mesi non ho scoperto solamente una giocatrice eccezionale, anche perché quella la conoscevo già, ma ho imparato ad apprezzare una gran brava persona. Puntiamo a migliorare ancora: nei primi tre tornei hanno vinto tre coppie diverse, questo dimostra che la concorrenza è tremenda. Perciò bisogna lavorare per essere sempre competitive”.

Ci riproveranno la prossima settimana a Santander, ma prima per le due compagne c’è un impegno tricolore. In questi giorni sono in campo entrambe al Bola Padel Club di Roma per la Serie A italiana: Patty Llaguno gioca per il Due Ponti, mentre Virginia proverà a dare il suo contribuito nella corsa del Circolo Canottieri Aniene al settimo scudetto di fila. Hanno scelto di puntare su di lei lo scorso dicembre, incuriositi dai suoi progressi, ma non potevano proprio immaginare che si sarebbe presentata in Italia nel miglior momento della sua carriera. Tempismo perfetto.


    Non ci sono commenti