

Jannik Sinner si è allenato questa mattina sul Centrale per familiarizzare con le condizioni di gioco in vista del quarto di finale delle Davis Cup Finals contro l'Olanda.
di Alessandro Mastroluca, da Malaga | 22 novembre 2023
Alle 8.30, nel silenzio di una mattina in cui fuori fischia il vento freddo di un mattino lento a scaldarsi, Jannik Sinner entra sul Centrale del Palacio de Deportes José María Martín Carpena. Nello stadio vuoto, con i seggiolini bianchi e blu, i colori dell'Italia e anche della Finlandia che ha eliminato i campioni in carica del Canada, la palla di Sinner ha un suono diverso: pieno, deciso. Dura poco, ma fa effetto a lungo.
Si vedono i risultati del lavoro sul fisico con Umberto Ferrara e Giacomo Naldi. Anche se, come ha detto Vagnozzi a Torino durante le Nitto ATP Finals, "la palestra è la parte del lavoro che a Jannik piace un po' meno: gli piace così tanto giocare a tennis che starebbe in campo tutto il tempo".
Sinner si allena sullo schema 2+1, due colpi in diagonale poi cambio in lungolinea, e senza soluzione di continuità si prosegue sulla diagonale opposta. E così via.
Il campo è veloce, quando gli scambi si alzano di ritmo si nota ancora di più. La palla rimbalza bassa, salta poco e schizza presto verso il fondo del campo. Bisogna lavorare di ginocchia e di caviglie, non certo una novità per chi come Jannik ha iniziato con lo sci.
L'orario, e la lunga stagione, si fanno un po' sentire nella prima parte dell'allenamento sul Centrale vuoto. Ma quando poi si scioglie, in fondo sono le otto e mezza del mattino anche per lui quando comincia l'allenamento, si vede all'opera il vero Jannik Il rovescio fila che è una bellezza, fluido e compatto. Il servizio è sempre più affinato. Il gesto ormai ininterrotto ha raggiunto l'economicità: ridotto lo spreco di energie, aumentata l'efficienza. Di diritto, poi, "spacca" la palla.
Il coach Simone Vagnozzi lo sollecita ad accorciare il movimento per colpire più avanti di rovescio. Jannik si allena anche a rispondere in lungolinea da destra: ne piazza una sulla riga di fondo che in partita sarebbe da standing ovation.
Sinner è concentrato, serio. Ma a un certo punto scarta dalla routine, impugna la racchetta dal telaio e gioca un rovescio centrando la palla col manico. La sensibilità nella ricerca della palla si vede anche da questi particolari. È lo scopo per cui si usa il cucchiaio da tennis in legno, per abituare giocatori di ogni etá e grado alla ricerca dello "sweet spot" e affinare la coordinazione occhio mano. Qualità che Sinner ha mostrato fin da subito.
Guardando il campo da vicino, senza distrazioni anche perché le luci si addensano sui giocatori e oscurano le tribune, si nota chiaramente come per impattare bene con queste condizioni di gioco serva colpire subito dopo il rimbalzo. Dunque, conta l'aggressività in risposta, come sottolineato dagli azzurri in conferenza stampa ieri, particolarmente contro Botic van de Zandschulp. Qualità che possiede Matteo Arnaldi, che ha lavorato con Sinner, in campo insieme al capitano Filippo Volandri, al responsabile del settore Over 18 Umberto Rianna, e ai rispettivi coach Alessandro Petrone e Simone Vagnozzi.
Ex Top 10 oggi appena fuori dalla Top 50, Van de Zandschulp in difesa ha limiti più evidenti ma diventa temibile se può comandare lo scambio anche per rapidità di intuizione e visione del gioco. Per le sue caratteristiche, anche Lorenzo Sonego e Lorenzo Musetti hanno qualità che, per ragioni differenti, potrebbero creare problemi all'ex quarto-finalista dello US Open. Le variazioni di ritmo del torinese, la completezza di Musetti con il rovescio aumentano le opzioni per Volandri. "Grazie a questi ragazzi le mie scelte sono più difficili, ma se non avessi giocatori di questa qualità non saremmo qui" ha riconosciuto il capitano azzurro.
Nel corso dell'allenamento, Sinner appare a suo agio anche nella corsa in avanti, nella neutralizzazione delle palle corte, nella copertura della rete. Si vedono eccome i progressi rispetto al Sinner che in Coppa Davis debuttava a Torino due anni fa e in doppio con fognini si mostrava decisamente più incerto e spaesato a rete.
Su queste basi, l'Italia può nutrire grandi ambizioni. Ma senza dimenticare che la sfida con l'Olanda è meno scontata di quel che può sembrare.
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