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Anche Jabeur rinuncia ai Giochi

La tunisina è solo l'ultima giocatrice ad aver rinunciato all'appuntamento olimpico di questa estate. Come comunicato ieri da Sabalenka, anche lei giudica eccessivi i rischi legati a una doppia transizione dall'erba alla terra battuta. Ancora tutta da disegnare invece la squadra russa dopo i ritiri di Rublev, Khachanov e Samsonova

18 giugno 2024

A poco più di un mese dal via delle Olimpiadi di Parigi, il torneo di tennis ha dovuto incassare l'ennesimo forfait di uno dei suoi protagonisti. Ad alzare bandiera bianca è stata ieri la tunisina Ons Jabeur, n.10 del mondo, che attraverso un messaggio postato sui suoi social media ha fatto sapere "di non prendere parte ai Giochi dopo essersi consultata con il suo medico" poiché "la rapida transizione e l'adattamento richiesto metterebbero a rischio il mio ginocchio e con lui il resto della mia stagione". 

Il ritiro di Jabeur è stato annunciato all'indomani di un'altra illustre rinuncia, quella della britannica Emma Raducanu, comunicata da Iain Bates, capitano della squadra femminile della LTA (Lawn Tennis Association). Dopo aver annunciato il team britannico, Bates si è soffermato sull'assenza dell'ex n.10 del mondo, motivandola con un cambio di superficie troppo repentino specialmente per chi come Raducanu è reduce da un lungo periodo di assenza. 

"Ho parlato con Emma in diverse occasioni nelle ultime due settimane - ha detto Bates - e non ho dubbi su quanto lei tenga a far parte della squadra olimpica della Gran Bretagna, ce ne siamo resi conto anche lo scorso aprile quando è scesa in campo per la BJK Cup. Penso però che lei non si senta pronta come tempistica per l'appuntamento di questa estate".

"Le Olimpiadi sono un'esperienza incredibile - ha ancora aggiunto Bates - ma dimenticate che Emma ha solo 21 anni e ha ancora tante Olimpiadi davanti a lei, ed è proprio questo quello che lei mi ha detto. Dal punto di vista degli equilibri della squadra in generale, così come da responsabile del team femminile, sono sereno circa la decisione che ha preso". 

Prima di Jabeur e Raducanu le Olimpiadi avevano dovuto incassare altri "no" eccellenti, le cui cause, al di là dei rischi legati al cambio di superficie, recano in sé altre sfumature. Si tratta di quelli di Andrey Ryblev, Karen Khachanov e Liudmila Samsonova, atleti russi che a Parigi avrebbero gareggiato sotto bandiera neutrale, il cui forfait era stato comunicato pochi giorni fa dal Presidente della federazione nazionale Shamil Tarpischev. Rublev e Khachanov si sarebbero presentati a Parigi con un oro e un argento da difendere conquistati rispettivamente nel doppio misto e nel singolare maschile. Tarpischev ha dichiarato che i motivi legati alla rinuncia di Rublev sono di natura fisica - "gioca sempre e ovunque" - lasciando intuire però di aver intrapreso conversazioni con altri giocatori potenzialmente eleggibili per il team olimpico e di quanto al momento "sia complicato" arrivare a una prima sintesi. 

All'indomani della rinuncia dei giocatori russi era poi arrivata anche la comunicazione inoltrata da Berlino da Aryna Sabalenka. Anche per la bielorussa attuale n.3 del mondo, alla radice della sua rinuncia ci sarebbero motivazioni legate alla transizione dall'erba alla terra battuta: "Calendario troppo fitto. Per questo ho deciso di prendermi cura della mia salute. E anche troppi cambi di superficie", ha commentato Sabalenka, che al pari dei colleghi russi avrebbe preso parte ai Giochi sotto bandiera neutrale. 

Per i paesi in gara, e le rispettive federazioni, il termine entro cui comunicare all'Itf la lista dei giocatori che prenderanno parte ai Giochi scade domani 19 giugno. Tempo per altre sorprese non ne manca.

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