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Il n. 30 sarà riserva di Humbert e Fils contro il Brasile: "Non gioco solo per me stesso, è qualcosa di più grande. Stare in panchina non sarà un problema". Nel frattempo coach Planque crede in lui più di tutti: "Vedo più lui che la mia famiglia, ma siamo solo all'inizio, batterà i migliori al mondo"
di Samuele Diodato | 30 gennaio 2025
“Nemo propheta in patria”, direbbero i latini. Ma ai francesi poco interessa che lo sia in patria: col tramontare della vecchia generazione, di cui rimangono solo Gael Monfils e Richard Gasquet, servono nuovi profeti al tennis d’Oltralpe. Ugo Humbert ha fatto sognare un po’ tutti, nel Masters 1000 di Parigi-Bercy, spingendosi fino alla finale. Eppure, col tennista di Metz che si avvicina ai 27 anni, ora i riflettori sono tutti puntati su Arthur Fils (classe 2004 e n. 19 ATP) e sul Most Improved Player of the Year 2024 per l’ATP, il classe 2003 Giovanni Mpetshi Perricard.
La sorte ha voluto che a fermarlo, all’Australian Open, fosse all’esordio proprio l’indomito Monfils, ma la parabola del “gigante” (203 cm d’altezza) di Lione è tracciata, e non può fermarsi allo scalino n. 30 del ranking. In Francia lo sanno, e – intanto – per questo week-end è arrivata la prima convocazione in Coppa Davis, per il “tie” di primo turno dei Qualifiers contro il Brasile, sul cemento indoor di Orleans.
??? Les Bleus face aux médias, à 3 jours de France-Brésil ????????#DavisCup pic.twitter.com/grfJuOeYHA
— FFT (@FFTennis) January 29, 2025
“La Coppa Davis, per me, significa trascorrere interi weekend sul divano a guardare il tennis per tre giorni. Sono ricordi che mi hanno segnato, soprattutto nel vecchio formato – ha raccontato in un’intervista a L’Équipe -. La finale persa nel 2014 contro la Svizzera mi aveva distrutto, soprattutto il doppio. Nel 2017, quando abbiamo vinto contro il Belgio, è stato un grande ricordo. Ero a Poitiers, dove si allenavano tanti giocatori, e tutti quei momenti mi sono rimasti impressi. Mi dicevo: ‘Un giorno sarò al loro posto’”.
Un sogno realizzato, che ora si gode con responsabilità e umiltà, magari tifando per quel Fils insieme al quale ha già rappresentato la nazionale giovanile: "È logico che giochino Ugo (Humbert) e Arthur (Fils). Ma io gioco molto bene sul cemento indoor. Se verrò chiamato, sarò pronto. Non gioco solo per me stesso, è qualcosa di più grande, quindi non sta a me decidere. Se resterò in panchina per due giorni, non sarà un problema per me”.
Un anno fa, mentre si giocava la Coppa Davis, era n. 196 del ranking, e perdeva al primo turno del Challenger di Koblenz: “Pensarmi in Davis in quel momento era difficile, ma era qualcosa che avevo in mente”, ha confessato. “Avevo fiducia nel lavoro che stavo facendo con Manu (il coach Planque) e i risultati sono arrivati. Sono molto contento e fiero di questo percorso”.
“Percorso”, è effettivamente, è una parola chiave del suo modo di ragionare, così come quello del suo allenatore, che pochi giorni fa ha parlato al sito ATP: “La forza è che abbiamo un rapporto emotivo molto forte e siamo in grado di avere discussioni molto intime. Le vittorie sono in ultima analisi la conseguenza di qualcosa: sono belle, ma ciò che mi interessa è il percorso fatto per arrivarci, il progresso”.
Questo è ciò che li ha spinti dove sono oggi, dopo due titoli nel 2024, tra la terra rossa di Lione (ATP 250) ed il cemento indoor di Basilea (ATP 500): “Abbiamo la sensazione che per Giovanni sia solo l'inizio e che continuerà a progredire e a battere i giocatori migliori – ha detto Emmanuel Planque -. Sono rimasto un po' sorpreso che abbia vinto sulla terra prima del duro, e battendo giocatori bravi. Ma quello che è successo a Basilea o a Wimbledon (ottavi di finale) non è una vera sorpresa per me".
Basel Brilliance from Mpetshi Perricard ??
— Tennis TV (@TennisTV) October 27, 2024
The 21-year-old secures his second career title, defeating Ben Shelton 6-4 7-6! ??#SwissIndoorsBasel pic.twitter.com/kWbrlLBMVk
“Giovanni mi affida qualcosa di prezioso. È un privilegio che l'atleta si fidi di me in momenti emotivamente complicati. È una grande responsabilità per me e cerco di essere all'altezza. Vuole essere uno dei migliori giocatori al mondo e sono io che ha scelto per accompagnarlo in questa ricerca. Passo più tempo con lui che con la mia famiglia. Lui ne è consapevole e ci impegniamo entrambi a motivarci a vicenda”.
Planque ha già guidato un francese ad alti livelli, prima Michael Llodra (n. 3 in doppio e n. 21 in singolare) e poi Lucas Pouille (n. 10 per due settimane nel 2018). Mpetshi Perricard è un nuovo e ugualmente ambizioso progetto, in cui sembra credere non solo lui, ma anche gran parte degli appassionati di tennis in Francia.
Per ora, resterà presumibilmente in panchina, in Davis. Eppure, come disse tra sé e sé quel giorno a Poitiers, un giorno sarà al loro posto. E studiare, in vista di quel che sarà, non guasta mai.
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