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Primo allenamento al completo per la nazionale di capitan Ferrer, vincitrice vent'anni fa a Siviglia e a caccia di un trionfo dal sapore speciale
di Ronald Giammò, da Malaga | 17 novembre 2024
Dieci minuti. Tale è stata la ricompensa per un'attesa durata un mattino intero. Con l'arrivo di Carlos Alcaraz, atterrato ieri a Malaga reduce dall'eliminazione dalle ATP Finals, la Real Federaciòn Espanola de Tennis ha schierato la sua squadra al completo per quella che è stata la seconda sessione d'allenamento del team. Oltre al murciano, la Spagna potrà contare su Pedro Martinez, Roberto Bautista Agut, Marcel Granollers e Rafa Nadal. Ma più che ai loro compagni, scudieri indispensabili per cercare di riagguantare un trofeo che la Spagna vent'anni fa vinse poco lontano da qui, a Siviglia, oggi la curiosità era tutta per loro due: il "vecchio" Rafa e il "nino" Carlos, intenti all'opera l'uno accanto all'altro.
Dieci minuti. Poco tempo, e massima la discrezione vista la sede scelta per la sessione odierna: non il Centrale del Martin Carpena, ma delle "piste" laterali a meno di un chilometro di distanza, lontane dal brusio e da sguardi indiscreti. Quattro campi adiacenti privi di tribune, accessi limitati, numerose le restrizioni. Ma poco importa. Gli spagnoli stavolta sono puntuali. Seduto su una panchina c'è Alcaraz intento a rifare il grip alla sua racchetta, dall'altra ecco Rafa a disporre borse sacche bottiglie e quant'altro. Lo osservano, i suoi compagni di squadra, non interferiscono con la preparazione. Di più: se la "pista" riservata a Carlitos è occupata in blocco da giocatori e staff spagnoli, sull'altra resta solo Rafa a tirar colpi in maniche di canottiera. Sparring d'eccezione, l'australiano Alex De Minaur, da lui battuto a Madrid al secondo turno, una delle dodici vittorie messe a segno dal maiorchino in questa sua ultima stagione.
Special for all of us ??#DavisCup | @RFETenis pic.twitter.com/mRZ3pVY1WE
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Sono entrambi dallo stesso lato del campo, Carlos e Rafa. E a vederli scambiare così sincronizzati - il dritto, il rovescio bimane, la preparazione dei colpi - è difficile non resistere alla suggestione di intravedere in quei primi blandi colpi la sovrapposizione tra tutto il passato cui abbiamo assistito e tutto il futuro che ancora ci attende. "Faccio fatica a credere che Rafa si ritirerà dopo questo torneo", aveva dichiarato qualche settimana fa Alcaraz. Sinceramente incredulo. Come timido e deferente era apparso al momento di salutarlo una volta raggiunto il resto della squadra.
Dieci minuti. Ci si guarda scrutando le mosse degli alacri inservienti, gli occhi sui cronometri, le mani pronte a serrare le porte. Scelte, condizione generale, eventuali acciacchi: inutile provare a capirne di più. Non si è certo stati convocati per studiare le mosse dei padroni di casa. E il momento per tirar fuori l'argenteria ancora non è arrivato. Ancora qualche colpo, ancora qualche scambio. Alcaraz trotterella, Rafa già suda. Poi ecco arrivare l'inserviente cerbero di giornata: "Vamos a cerrar la puerta!". Segreti e sogni si custodiscono meglio a porte chiuse.
Así está el entreno entre Carlitos y Rober ????#DavisCup #CopaDavis l #VamosEspaña pic.twitter.com/xfCokwSfke
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Y en la pista contigua… ????????#DavisCup #CopaDavis l #VamosEspaña pic.twitter.com/F99Eelk9oe
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