

A Oslo nel corso del Qualifier di Coppa Davis tra Norvegia e Argentina un black out manda in tilt l'occhio di falco costringendo l'organizzazione a richiamare in campo i giudici di linea. Uno spunto per riflettere su IA, occhio umano e la fallibilità del tutto
di Ronald Giammò | 31 gennaio 2025
Contrordine, giudici. Tutti ai vostri posti. Anche la tecnologia nel suo piccolo s'inceppa. Altro che infallibilità. Pensavamo fosse il futuro, e invece era un black-out. Per informazioni rivolgersi alla Fjellhamar Arena di Oslo, sede del tie di Qualifier di Coppa Davis tra la Norvegia e l'Argentina. Ieri nel corso del primo singolare tra Budkov Kjaer e Etcheverry, il gioco è stato infatti sospeso a metà primo set per delle non meglio precisate "technical reasons".
In verità, quelle ragioni si erano già intuite nel corso degli ultimi game giocati: chiamate fuori tempo e fuori sincrono se non del tutto assenti, perplessità diffuse e tenute a freno con sempre maggior fatica dai protagonisti in campo. Fino all'inevitabile sospensione del gioco da parte del giudice di sedia, con relativa ammissione urbi et orbi: abbiamo un problema, non funziona l'Occhio di falco.
Brusio, incredulità, sguardi che si incrociano in cerca di una soluzione. Appurata l'impossibilità di stabilire i tempi d'attesa affinché la tecnologia ripristinasse il suo dominio sulle cose di campo, si è così ricorsi al reclutamento di quanti più giudici di linea fossero disponibili all'interno del palazzetto. Così riorganizzati, si è potuto finalmente riprendere a giocare fino al risultato finale, una vittoria di Etcheverry che è servita all'Argentina per portarsi in vantaggio e che reca in sé però l'eco di un dubbio destinato a ripresentarsi.
Liberatosi degli ultimi residui analogici, e consegnatosi ormai in toto alla tecnologia, l'imprevisto accaduto a Oslo ha ricordato al tennis che provare a liberarsi dell'errore umano è possibile, molto più complicato invece è fare i conti con la fallibilità di ciò che credevamo fosse infallibile. Perché costringe a trovare nuove soluzioni, elaborare nuovi scenari, immaginare nuove idee. E farlo in fretta. E poi farne tesoro, esperienza. Una sfida che vede l'uomo imporsi ancora 6-0 6-0 contro qualsiasi intelligenza artificiale.
Meglio allora sarebbe stato fermarsi a riflettere un attimo prima di disfarsi dei giudici di linea di Wimbledon, ultimi baluardi di una tradizione licenziati con poche righe all'insegna del ringraziamento per il "fedele servizio svolto" durante tutti questi anni. Due righe in più sarebbero bastate: "Grazie, ma tenetevi pronti: non si sa mai…". Chissà, per i Championships di quest'anno c'è ancora tempo.
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