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BJK Cup, Davenport: "Non siamo venute qui per giocare una semifinale"

La capitana degli Stati Uniti commenta il successo sul Kazakhstan proiettandosi sulla semifinale di sabato contro la Gran Bretagna: "Sapevamo che sarebbe stata dura"

18 settembre 2025

Jessica Pegula e Taylor Townsend (Getty)

Jessica Pegula e Taylor Townsend (Getty)

"Sono davvero felice e fiera di tutte le ragazze presenti in squadra. Sapevamo che sarebbe stata da due mesi, da quando abbiamo visto il tabellone". Esulta Lindsay Davenport dopo il successo delle sue ragazze per 2-1 contro il Kazakhstan. "Oggi è stata una battaglia. Emma è stata fantastica nel non mollare e nel riuscire a trovare il modo di aggiudicarsi un match che neanche io ero più sicura potesse vincere a un certo punto: ha salvato due match point, sapevamo che era quella la partita da vincere se volevamo mettere il tie sui binari giusti".

Domare Rybakina & co. non era certo una missione facile, e onesta è stata la capitana ad ammetterlo: "Rybakina ha giocato davvero bene e Jessica non ha potuto far molto. Quando gioca indoor, lei riesce a picchiar forte al servizio e anche nello scambio da fondo campo. Ma sapevamo anche di avere un bel vantaggio in doppio, dove potevamo contare su due tra le migliori interpreti al mondo, entrambe ex n.1 nel ranking. E siamo davvero felici di poter tornare in campo sabato". 

Ed è stato lì che gli Stati Uniti sono riusciti a imporre la loro differenza. Merito di Taylor Townsend, certo. Tra le specialiste più in forma di questa specialità. A cui si è aggiunta Jessica Pegula, dimostratasi all'altezza del compito che le era stato chiesto di assolvere: "Sapevo che qualsiasi cosa sarebbe accaduta sarei stata in campo anche nel doppio - ha ammesso la n.7 del mondo - Si trattava di cambiare atteggiamento e predisposizione, una cosa che avevo già fatto in passato. L'ho presa come una sfida, per prendermi una rivincita contro di lei. Non giocavo con Taylor da tanto tempo ed è stato divertente tornare a farlo".

"Non abbiamo prestato molta attenzione al piano di gioco o a chi fossero le nostre avversarie  - ha ancora raccontato la recente semifinalista degli US Open - ci sconosciamo bene e la cosa ha funzionato fin da subito. Ci siamo cambiate, abbiamo mangiato qualcosa ed eravamo già in campo e l'unica cosa che volevamo era vincere".

Una versione confermata dalla stessa Taylor Townsend, anche lei reduce da una corsa inattesa nello Slam casalingo e arrivata a Shenzen in grande forma, decisa a dare il suo contributo in una specialità in cui latitano a oggi giocatrici esperte come lei: "Durante la partita sentivo che stavamo facendo le cose giuste. Loro avevano iniziato a giocar meglio e a fare qualcosa in modo diverso ma è un qualcosa che ci aspettavamo una volta scese in campo. Noi abbiamo però alzato il nostro livello, concentrate solo sulla giusta energia da mettere in campo e sulle migliori soluzioni da adottare. In più la nostra panchina ci ha dato tantissima energia, da Lindsay a tutte le altre. Ci hanno aiutato moltissimo ed è una gran bella sensazione esser riuscite a centrare questa vittoria". 

Le ultime parole però sono per la capitana Davenport, ancora ignara delle rivali che le sue giocatrici avrebbero dovuto affrontare in semifinale, ma decisa a ribadire quale fosse lo scopo della missione del team USA a Shenzen: "Non siamo venute qui per giocare una semifinale. E' il primo passo di una settimana che sapevamo sarebbe stata tosta e siamo emozionate all'idea di tornare in campo sabato".

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