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Pospisil non delude, e Borg deve attendere ancora

Il canadese supera in tre set il “figlio d’arte” nel singolare che ha aperto la sfida di Davis tra il team detentore del trofeo e la Svezia, valida per il Gruppo A di scena alla Unipol Arena di Bologna

di | 14 settembre 2023

Coppa Davis, l'esultanza di Vasek Pospisil (Foto Giampiero Sposito)

Coppa Davis, l'esultanza di Vasek Pospisil (Foto Giampiero Sposito)

Due partite, due sconfitte pericolosamente simili. Non nette o imbarazzanti, che l’esperienza e il divario in classifica con gli avversari avrebbero comunque giustificato, anzi: c’è stata invece tantissima lotta e diverse occasioni per scrivere un finale differente. Ma così non è stato, e Leo Borg - un cognome ingombrante che la metà basta - dopo la sconfitta di misura contro Garin ne incassa un’altra contro Pospisil. 

Nel primo singolare della sfida tra la Svezia ed il Canada, campione in carica, valida per il Gruppo A di Coppa Davis di scena alla Unipol Arena di Bologna (Italia e Cile le atre due squadre) lo svedese, n.334 del ranking, è stato battuto 76(5) 57 62, dopo quasi due ore e mezza di partita, dal canadese Vasek Pospisil, n.187 ATP, schierato anche in singolare, lui che è un pilastro pressoché inamovibile del doppio nordamericano.

“Avevo grandi aspettative su me stesso - ha confessato Pospisil - alla mia età battere un giocatore giovane e in crescita come Leo è entusiasmante. Sono contento di aver giocato e vinto due match combattuti come il doppio di ieri ed il singolare di oggi stando tanto a lungo in campo. Il gomito (destro; ndr) ? Mi ha dato qualche fastidio, ma ho cecato di non pensarci e di rimanere concentrato. Il corpo è stata la battaglia più grande della mia carriera, ho sempre combattuto il corpo. Per quanto riguarda il tennis, ho grandi armi che posso usare in campo. Il problema più grande è stato quello di rimanere in salute e trovare il modo di essere al massimo contro questi ragazzi che sai che fisicamente sono così forti, non si stancano mai. Questa è la vera sfida”.

Il 33enne di Vernon ha tirato giù 25 ace (il marchio di fabbrica) a fronte di 3 doppi falli soltanto, il 63% di prime in campo con il quale ha portato a casa l’85% dei punti oltre ad uno grandioso 90% di punti conquistati anche con la seconda. A referto 29 vincenti a fronte di 28 errori non procurati (17 a 17 il bilancio del suo avversario).

Coppa Davis, Leo Borg in azione (Foto Giampiero Sposito)

Il match. Come nell’esordio in nazionale contro il cileno Garin, anche contro il canadese Pospisil lo svedese parte male (0-2) nel primo set ma poi recupera (2-2). Borg salva palle-break sia nell’ottavo gioco che nel dodicesimo: Pospisil va come un treno. Decide il tie-break: Leo scatta avanti 3-1, Vasek lo riagguanta e supera (4-3), lo svedese sale 5-4 con due servizi a disposizione per chiudere ma finisce per perdere entrambi i punti con il canadese che non si fa sfuggire l’occasione di chiudere per 7 punti a 5, sottolineando il primo traguardo con un’esultanza forse un filo eccessiva.

Nella seconda frazione sono i turni di servizio a farla da padrone: il primo rischio lo corre Borg nell’undicesimo gioco, che costretto a recuperare da 15-40 ma con l’aiuto di un pizzico di fortuna (giusto la porzione di linea presa dalla pallina) si tira fuori dalla buca (6-5). In quello successivo è Pospisil ad offrire la prima palla-break del parziale, che è anche un set-point: e lo svedese non se la lascia sfuggire piazzando il diritto incrociato nell’angolo e pareggiando il conto (7-5).

Nel set decisivo l’equilibrio si spezza nel quinto game quando Pospisil trasforma la prima delle due palle-break offerte dallo svedese. Il canadese conferma il vantaggio (4-2) e si prende anche un secondo break (5-2) chiudendo poi 6-2 - tremendo (per la Svezia) il nastro che rende imprendibile l’ultimo colpo di Pospisil - con il quinto gioco di fila ed un parziale di 20 punti a 4.

Non ha più fiato Vasek, e fa fatica a rispondere all’intervista a caldo post-match. Ha dato tutto il canadese, e proprio nel momento in cui il logico favorito pareva essere diventato lo svedese, ecco lo scatto d’orgoglio patrio: “Nel secondo set non sentivo più le gambe è ho cercato di alzare il livello per abbreviare gli scambi. Sono molto soddisfatto per questa vittoria”.


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