"Siamo un piccolo Paese - spiega il capitano - e per noi è straordinario raggiungere questo traguardo: è più eccezionale per noi essere in finale che per l'Italia vincere il titolo, visto che loro hanno il numero 1 del mondo"
23 novembre 2024
"La chiave? Il fatto di credere fermamente in noi stessi". Paul Haarhuis è stato un ottimo giocatore (18 in singolare e 1 in doppio) in un'epoca d'oro del tennis olandese, ma nemmeno lui aveva potuto mai assaporare una finale di Davis. Oggi lo fa da capitano di una squadra orange che per la prima volta nella storia si giocherà l'ultimo atto per l'Insalatiera.
"Prima di tutto - continua il capitano dei tulipani - non volevamo perdere per il terzo anno di fila nei quarti. Poi sapevamo che la Germania era alla nostra portata, dopo la grande vittoria sulla Spagna, ma lo stesso avrebbero potuto dire i tedeschi di noi. Era un match alla pari, si è giocato sui dettagli. Alla fine abbiamo vinto perché abbiamo avuto cuore e coraggio".
Il concetto della fiducia ritorna nel protagonista del secondo singolare, Tallon Griekspoor: "Ho creduto in me stesso e nelle mie possibilità - conferma l'olandese - e anche se Struff in certi momenti ha giocato molto bene, sono riuscito a chiuderla. Ho servito in modo efficace, ho gestito bene i momenti. Domenica avremo una chance di giocarci il trofeo: incredibile".
Non era ancora al suo ultimo incontro, ma intanto Wesley Koolhof, all'ultimo evento della carriera, ha ricevuto la sua celebrazione: "Arrivare a vivere questo momento è il motivo che mi ha spinto a ritardare ancora un po' il mio ritiro. Chissà, forse il mio ultimo match l'ho già giocato, ma è meraviglioso trovarmi qui con questo fantastico team".
La parola di nuovo al capitano Haarhuis: "Il format ci piace, ci troviamo a nostro agio. Ma negli anni scorsi i miei giocatori impegnati nel singolare non avevano questa esperienza. Oggi possono mettere a frutto un bagaglio tecnico importante che negli anni si è evoluto. Siamo un piccolo Paese e per noi è straordinario raggiungere questo traguardo: è più eccezionale per noi essere in finale che per l'Italia vincere il titolo, visto che loro hanno il numero 1 del mondo".
Infine tocca a Botic van de Zandschulp, che dopo aver chiuso la carriera di Nadal ha avuto bisogno di 10 match-point per battere Altmaier: "Come ha detto Tallon, avrei potuto rendermi la vita più semplice e chiudere prima. Ma sono molto contento di come è finita. A un certo punto non sapevo più come prendermi quel benedetto ultimo punto. Per fortuna in qualche modo ce l'ho fatta". Con lui, ce l'ha fatta l'Olanda intera.