Riguardo al (discusso) addio di Nadal, invece, ecco la versione del presidente Itf Haggerty: "Abbiamo fatto ciò che aveva chiesto Rafa per l'occasione. Siamo onorati che abbia scelto la Davis per salutare"
25 novembre 2024
Il destino della Davis futura non è ancora chiarissimo. Manca la sede del 2025, intanto (la Cina?), mancano i sorteggi e servirebbe soprattutto capire quale sia la visione in prospettiva, una volta chiarito che il progetto Kosmos è stato accantonato. Nel frattempo, tuttavia, l'edizione 2024 ha fatto registrare qualche primato, per questa formula nata nel 2019, poi congelata nel 2020 durante la pandemia e ripresa poi nel 2021. Una formula - la Final 8 - che ha qualche detrattore ma onestamente ha mostrato diversi aspetti interessanti.
"Siamo soddisfatti - ha spiegato il presidente ITF David Haggerty - del connubio che si è creato tra la prova maschile e quella femminile, con 20 team in totale presenti a Malaga. Tutto è filato liscio e il pubblico ha risposto: se parliamo solo della Davis, abbiamo avuto 65 mila presenze nella settimana, 5 mila in più rispetto al 2023, dunque un incremento significativo. Importante è anche il dato che evidenzia le presenze internazionali: il 43 per cento del pubblico proveniva da Paesi diversi dalla Spagna".
Interessante anche il punto di vista di Haggerty sulla proposta di Andrea Gaudenzi di tornare ai 5 set per le finali dei Masters 1000: "Per il suo pensiero, dovreste chiedere a lui, ma per la Davis pensiamo che con questa formula, la distanza dei 2 su 3 sia la migliore possibile. Abbiamo fatto questa scelta anche ascoltando giocatori e capitani. Così come li abbiamo consultati quando abbiamo cercato di trovare un bilanciamento tra innovazione e tradizione. Per questo nel 2025 non avremo più i gironi preliminari ma un turno intermedio con la consueta formula casa/trasferta a seconda degli anni. In questo modo, ogni Paese avrà più chance di vedere i propri giocatori gareggiare sul proprio territorio".
Una possibile nuova data, per quel sorteggio dei primi turni atteso durante le Finals, è quella del 2 dicembre. Lo stesso giorno in cui dovremmo sapere pure la sede della Final 8 per la prossima edizione. "Abbiamo alcune opzioni sul piatto - dice Haggerty - e sceglieremo quella che ci fornisce le maggiori garanzie di successo". Per quanto riguarda le presenze dei big, invece, Mark Woodforde prende l'Italia come esempio positivo: "Guardiamo a Sinner: lui è la prova che i migliori sono interessati a questa competizione. Jannik aveva già vinto la Davis nel 2023, ma nonostante sia numero 1 del mondo e abbia vissuto una stagione lunga e difficile, è tornato a Malaga per vincere di nuovo. Si tratta a mio avviso della prova che l'appeal della Coppa rimane alto".
Riguardo la prossima sede della Final 8, invece, l'ipotesi Cina non viene scartata: "Decideremo in base a una serie di fattori - spiega Haggerty - e non certamente solo in base al denaro. Si tratta anche di capire il modo per dare la maggiore visibilità alla competizione. L'Asia e la Cina sono aree importanti e per questo abbiamo già portato uno dei gironi del 2024 in quella sede".
Riguardo al (discusso) addio di Nadal, invece, ecco la versione del presidente Itf: "Abbiamo fatto ciò che aveva chiesto Rafa per l'occasione. Siamo onorati che abbia scelto la Davis per salutare e abbiamo fatto del nostro meglio per metterlo a suo agio, per dargli l'ultima sua esibizione come era nei suoi pensieri. Poi la gente è libera di pensare ciò che vuole e di avere ogni tipo di parere, ma questo è quello che è successo".