Murray riesce ad allungare al quarto set contro Bautista Agut ma dopo la terza maratona della settimana lascia l'Australian Open al terzo turno. Lo spagnolo affronterà Tommy Paul. Per chi vince nei quarti Shelton o Wolf
di Alessandro Mastroluca | 21 gennaio 2023
Andy Murray ha dato tutto. Dopo essere rimasto in campo 14 ore in tre partite, esce dalla Margaret Court Arena accompagnato da una quanto mai meritata standing ovation per il suo percorso. Si è salvato a un punto dalla sconfitta contro Matteo Berrettini, ha completato l'undicesima rimonta da sotto di due set contro Thanasi Kokkinakis in una partita finita alle quattro del mattino. E ha allungato oltre le tre ore anche la sfida contro Roberto Bautista Agut, che sarebbe stata dura anche senza essere appesantito da dieci ore di gioco in meno di una settimana. Lo spagnolo si impone 61 67(7) 63 64 ed elimina Murray per la seconda volta all'Australian Open. Era già successo nel 2019, dopo un'altra maratona conclusa al quinto set. E allora si temeva che fosse la partita di addio dello scozzese, prima dell'operazione all'anca.
Bautista Agut, numero 25 del mondo, raggiunge gli ottavi per la quinta volta all'Australian Open, la tredicesima in uno Slam. Nell'era Open, solo sei spagnoli ne hanno giocati di più in singolare maschile: Nadal (54), Ferrer (27), Robredo (23), Fernando Verdasco (18), Juan Carlos Ferrero (15) e Manuel Orantes (14).
Murray, cinque volte finalista all'Australian Open, vince appena undici punti in un primo set senza storia. Ma solo lui sa cosa sia davvero capace di fare. Va sotto 2-4 nel secondo set, recupera lo svantaggio e riesce a trascinare il parziale al tie-break. E' comprensibilmente affaticato, a 35 anni, con un'anca d'acciaio e due partite sfiancanti alle spalle sarebbe sorprendente il contrario.
Ma non molla un centimetro, e i tifosi cominciano a credere in una terza impresa. Salgono i cori "Andy! Andy! Andy!" dalle tribune. Come Rocky Balboa, lo scozzese appassionato di pugilato incassa, barcolla ma resta in piedi. E ferisce. Grazie a due errori dello spagnolo negli ultimi due punti del tie-break, Murray la porta al terzo. Poi si ferma per godersi la standing ovation che il pubblico gli regala per aver vinto il set. E non succede così spesso, soprattutto per un traguardo parziale.
Murray, però, ha qualcosa di speciale in questo torneo. Tuttavia ha di fronte uno dei pochi avversari, Top 10 a parte, insensibili al carisma, all'atmosfera, al contesto, capaci di canalizzare attenzioni ed energie su quel che sanno fare meglio. Lo scozzese ha preparato la partita come se ancora fosse nei suoi anni migliori, come faceva nel 2016 quando ha recuperato più di seimila punti a Djokovic e ha chiuso la stagione da numero 1 del mondo. Non lascia niente di intentato, nessuna strada, nessuna opzione, nessuna possibile strategia. E già il Roland Garros pregusta il suo ritorno a Parigi. Alla Porte d'Auteuil sono pronti ad accoglierlo a braccia aperte.
Thanks @andy_murray for the tennis. Can't wait to see you in Paris in May! #AUSOPEN #AO2023 pic.twitter.com/VrDioTctuv
— Roland-Garros (@rolandgarros) January 21, 2023
L'Happy Slam, però, non ha l'happy ending, almeno per Murray. Bautista ha più energie e alla fine l'epica si piega alla realtà. "C'era grande amore per Andy - ha detto dopo la partita -. Affrontarlo in uno Slam è sempre difficile, conosce benissimo il gioco e sa come affrontare i major. Sono felice del modo in cui ho gestito la tensione e ovviamente del risultato. In campo mi sento bene, sono pronto per far bene al prossimo turno".
Lo aspetta Tommy Paul, che avanza per la prima volta agli ottavi a Melbourne grazie al 61 64 63 su Jenson Brooksby. Numero 33 del mondo in base alle proiezioni in tempo reale della classifica ATP, Paul non ha dato chances al 22enne che ha eliminato la testa di serie numero 2, il norvegese Casper Ruud. Paul ha completato il match con 34 vincenti, eguagliando così il suo miglior risultato negli Slam. Era infatti arrivato negli ottavi anche a Wimbledon l'anno scorso.
Lo spagnolo, ex semifinalista a Wimbledon, è l'unico ad essersi già trovato così avanti in uno Slam tra i giocatori rimasti nel suo quarto di tabellone. Chi vince tra Bautista Agut e Paul, infatti, incontrerà Ben Shelton o J.J.Wolf. Il derby che non t'aspetti certifica la rinascita del tennis maschile USA. Sono quattro, infatti, gli statunitensi agli ottavi all'Australian Open 2023 (l'altro è Sebastian Korda che ha dominato Medvedev), e non se ne vedevano così tanti dal 2004. Allora ci erano arrivati James Blake, Andy Roddick, Andre Agassi e Robby Ginepri.
Shelton, mancino ventenne ex campione NCAA che non aveva mai giocato un torneo fuori dagli Stati Uniti né vinto una partita in uno Slam prima di quest'anno, ha sconfitto 63 76(4) 64 Alexei Popyrin. Forte di 34 vincenti a 23, e di una spensieratezza che esalta il suo tennis basato su schemi semplici e colpi pesanti, Shelton continua a stupire.
Tutto è davvero possibile contro Jeffrey John Wolf, nella sfida fra il quarto e il quinto giocatore ancora in corsa negli ottavi al suo primo Australian Open nell'ultimo decennio dopo Marton Fucsovics e Tennys Sandgren nel 2018 e Aslan Karatsev nel 2021.
Wolf, numero 67 del mondo, non spicca più per il mullet molto vintage ma per un tennis forse poco elegante ma certamente efficace. Così ha dominato 64 61 62 Michael Mmoh, che aveva eliminato Alexander Zverev.