La decisione dell'All England Club e della LTA ha scatenato forti reazioni. Contrari Djokovic, Billie Jean King e Martina Navratilova. Svitolina invita anche ATP e WTA ad ammetterli solo dopo dichiarazioni pubbliche di opposizione all'invasione dell'Ucraina
di Alessandro Mastroluca | 21 aprile 2022
L'All England Club ha deciso di escludere russi e bielorussi dalla prossima edizione del torneo di Wimbledon. I media inglesi raccontano di una decisione arrivata dopo una lunga discussione tra i gestori del club che organizza lo Slam sull'erba e il Ministero per il Digitale, la Cultura, i Media e lo Sport. Secondo i media britannici, al governo sarebbe bastata una dichiarazione pubblica di opposizione all'invasione dell'Ucraina. Ma l'All England Club ha sottolineato come una posizione simile avrebbe potuto mettere a rischio le famiglie degli atleti.
Con questa decisione, che vale anche per gli altri tornei ATP e WTA organizzati in Gran Bretagna, escluderà dal più prestigioso torneo del mondo cinque Top 100 nel ranking maschile di singolare e 12 Top 100 nella classifica femminile. Mancherà anche l'attuale numero 1 ATP Daniil Medvedev: proprio nelle stesse ore il Libema Open di 's-Hertogenbosch ha confermato la partecipazione del russo al torneo.
ATP E WTA CONTRO L'ESCLUSIONE - I COMUNICATI
L'aspetto più problematico riguarda gli altri tornei in Gran Bretagna. La decisione della LTA, in coerenza con i Championships, pone infatti gli eventi che rientrano nei calendari ATP e WTA. Le due associazioni hanno riaffermato di seguire la posizione dell'ITF, che consente la partecipazione di russi e bielorussi nei tornei come atleti neutrali, e ha escluso le nazionali dalle competizioni a squadre.
La decisione di Wimbledon e della LTA segna un punto di rottura rispetto a quanto stabilito lo scorso marzo quando ATP, WTA, ITF e i quattro Slam hanno firmato un'intesa per la partecipazione di russi e bielorussi come neutrali nei tornei in singolare e doppio.
Decisa l'opposizione della Federtennis bielorussa (BTF). "Tali azioni distruttive non contribuiscono in alcun modo alla risoluzione dei conflitti, ma incitano solo all'odio e all'intolleranza su basi etniche - si legge in un comunicato -. Le illegittime decisioni delle organizzazioni tennistiche internazionali minano la loro reputazione. La BTF è in contatto con studi specializzati in diritto sportivo internazionale e sta sviluppando una strategia finalizzata alla protezione dei tennisti bielorussi nel mondo e del tennis nella Repubblica di Bielorussia in generale".
Andrey Rublev è il primo tennista russo che si è esposto contro la decisione di Wimbledon. Il numero 8 del mondo, che a Marsiglia ha vinto il titolo in doppio con l'ucraino Molchanov e ha più volte lasciato sugli obiettivi delle telecamere messaggi per la pace dopo le sue vittorie, non ci sta. Dopo il match vinto a Belgrado contro Jiri Lehecka, che gli ha permesso di centrare i quarti di finale nel torneo ATP 250, Rublev ha contestato quella che ha definito una decisione "discriminatoria. Le ragioni fornite non hanno, come dire, alcun senso, non solo logiche - ha detto -. Meglio sarebbe donare il montepremi del torneo per le famiglie, per i bambini che soffrono, questo certamente avrebbe un impatto. E lo avrebbe grazie a Wimbledon, che ne otterrebbe gloria".
Anche Novak Djokovic condanna la scelta dei Championships. "Condannerò sempre la guerra, avendola vissuta da bambino" ha detto dopo il successo su Laslo Djere al debutto al Serbia Open di Belgrado. "So che traumi emotivi lascia la guerra, in Serbia nessuno ha dimenticato quanto successo nel 1999. Ma non posso appoggiare la decisione di Wimbledon. E' una follia, quando la politica interferisce con lo sport il risultato non è buono".
La sola opzione per russi e bielorussi, ha detto Martina Navratilova a Andrew Marr LBC radio, "a questo punto è lasciare il loro Paese". Una sensazione che Navratilova conosce bene, avendo abbandonato la Cecoslovacchia nel 1975 per assumere poi la cittadinanza statunitense. "Avrei voluto che l'All England Club mi avesse parlato" ha detto Navratilova, che si è commossa durante l'intervista. "Avrei potuto dare una prospettiva diversa, anche se magari non avrei fatto cambiare idea a nessuno. Tuttavia penso che queste decisioni vengano prese senza ascoltare le persone che ne subiranno le conseguenze, e senza cercare una soluzione miliore. L'esclusione di giocatori senza colpe non è il modo giusto di procedere. Quello che succedendo agli ucraini è terribile, ma questa è una decisione per me sbagliata".
Contraria anche Billie Jean King, che ha espresso la sua posizione con una dichiarazione affidata ai suoi profili social.
"La decisione della LTA e dell'AELTC di escludere russi e bielorussi da questa edizione del torneo è una mossa difficile e complessa, comprendo le sfide e le pressioni che stanno affrontando" scrive.
"Uno dei principi guida nella fondazione della WTA era far sì che ogni ragazza nel mondo, a patto che fosse sufficientemente forte, avesse un posto per competere. Presi quella posizione nel 1973 e la mantengo ancora adesso. Non posso essere a favore dell'esclusione di atleti a titolo individuale solo in base alla loro nazionalità.
Il tennis è più forte se restiamo uniti, e il nostro continuo supporto all'iniziativa Tennis Plays for Peace, che fornisce un significativo aiuto economico e risorse all'Ucraina, deve essere la nostra priorità".
My thoughts on the ban of Russian and Belarusian players from competing in Wimbledon. pic.twitter.com/QX28SRzZFJ
— Billie Jean King (@BillieJeanKing) April 21, 2022
Le tenniste ucraine Elina Svitolina e Marta Kostyuk hanno invece condiviso sui social un comunicato con la richiesta anche ad ATP e WTA di escludere russi e bielorussi che non denuncino pubblicamente l'invasione.
L'esclusione dei russi e dei bielorussi da Wimbledon resta comunque una decisione presa da uno Slam gestito da un club privato, su cui ATP e WTA avrebbero potenzialmente una sola leva, eliminare i punti per le classifiche. Una decisione che rimane problematica anche perché i tennisti sono equiparabili a "contractor indipendenti", e in tanti nemmeno risiedono nella nazione dove sono nati.
La LTA, invece, è in una posizione ancora diversa perché gli altri tornei in Gran Bretagna sull'erba sono invece sotto la diretta giurisdizione di ATP e WTA, che infatti si sono opposte con due fermi comunicati. Una cosa è certa, questa storia è solo all'inizio.