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Eventi internazionali

Matteo & Felix, così normali, così amici: chi sarà più “cattivo”? Live blog dalle 17.30

Berrettini è favorito nei quarti contro Auger Aliassime ma deve contrastare anche il rapporto e la vicinanza umana con il canadese che tanto gli somiglia. Segui con noi la partita in diretta: sarà il secondo match sul Campo n.1, dopo Khachanov-Shapovalov che inizia alle 14.00 ora italiana

di | 07 luglio 2021

Matteo Berrettini e Felix Auger-Aliassime, vincitore e finalista a Stoccarda 2019 (foto Getty Images)

Normali e insieme fantastici. Matteo Berrettini e Felix Auger Aliassime sono divisi da un net in modo inesorabile nei quarti di Wimbledon 2021, sembrano divisi da tante caratteristiche che sembrano invalicabili ma sono in realtà vicinissimi nella loro normalità, nella timidezza, nel rispetto degli altri. Infatti sono diventati amici, le loro fidanzate (Ajla Tomljanovic e Nina Ghaibi) sono due cugine e hanno trascorso insieme la quarantena pre-Australian Open di gennaio. 

Matteo, 25 anni compiuti il 12 aprile, è un romano de Roma, bello e tenebroso, ha un allenatore-papà che l’accompagna dai 15 anni, quel brav’uomo di Vincenzo Santopadre e un papà-papà che ha investito i propri soldi nell’Accademia dove s’allena anche Berrettini jr, Jacopo. Felix, 21 anni da compiere l’8/8, lo stesso giorno del dio del tennis, Roger Federer, è canadese di colore, con papà del Togo e mamma franco-canadese.

Uno ha praticamente saltato l’attività giovanile, scalando poi, dal 2018, la classifica ATP Tour fino ad arrivare all’attuale numero 8 del mondo, con  cinque titoli vinti, malgrado un paio di pause per i soliti infortuni (le caviglie e i pettorali), l’altro ha vinto gli Us Open di categoria fermandosi in finale al Roland Garros ma poi si è stoppato due volte, prima per problemi di cuore (palpitazioni sotto stress) e quindi perché in otto finali 'pro' non ha ancora rotto il ghiaccio, malgrado l’arrivo di zio Toni Nadal accanto a coach Frederic Fontang.   

Ajla Tomljanovic, a destra, e la cugina Nina Ghaibi (compagna di Felix Auger Aliassime)insieme a Roma a Fontana de Trevi

Tutta la gioia di Felix Auger-Aliassime dopo il successo su Zverev (foto Getty Images)

Berrettini ed Aliassime sono due bei ragazzi alti, 1.96 Matteo, 1,93 Felix, gentili nei modi, educati, amabili, diversi da tanti coetanei che urlano alla luna, spaccano racchette, aggrediscono il mondo. La folla lo capta e li ama, a prescindere dal risultato, come s’è visto negli ottavi ai Championships vinti da Felix al quinto set contro il favorito, Sascha Zverev che non deve chiedere mai e viene punito da 20 doppi falli.

Come l’amico Lorenzo Sonego, Matteo cede volentieri le luci della ribalta ai più giovani azzurri del rinascimento italiano, Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, e al più effervescente Fabio Fognini, lo stesso fa Felix con “il gemello diverso” Denis Shapovalov e, finché ha brillato, con Bianca Andreescu.

Tutti e due figli di questo tennis potente, fondato su servizio-dritto, tutti e due scoprono i quarti a Wimbledon, tutti e due hanno propensione per l’erba, anche se l’unico precedente, la finale di Stoccarda 2019, è un bel ricordo solo per Berrettini: “Ho giocato il mio miglior tennis”.

Forti della loro normalità, Matteo sbandiera il suo amore per Ajla Tomljanovic, croata naturalizzata australiana, che ha conquistato proprio a Wimbledon nel 2019, Felix, commosso, dichiara col suo vocione alla folla che l’applaude: “Sono un normale ragazzo di Montreal, Canada, e ora sono qui, sul campo numero 1, tutto pieno, questa è sicuramente la miglior vittoria della mia vita finora, una sensazione che non avevo ancora sperimentato, grazie tante per per vivere questo momento insieme a me”.

Aliassime non ha paura dei propri sentimenti: “Matteo Berrettini è uno dei miei migliori amici sul Tour, passiamo tanto tempo insieme”. Insieme, una parola insolita in uno sport tanto individuale e personale come il tennis, che però anche l’italiano vive come una disciplina di squadra allenandosi con Sonego, facendo comunella con tutti i colleghi, non andando mai oltre le righe, dichiarando la sua felicità di ritrovarsi anche all’Olimpiade di Tokyo.

Matteo Berrettini e Ajla Tomljanovic in un'intervista reciproca su Sky.tv

Il problema per Felix e Matteo è trasformare l’anima dolce che li contraddistingue nella vita fuori del campo nell’indispensabile cattiveria agonistica che li fa sopravvivere quando si devono battere fra le righe del ring. Fossero al Colosseo, al culmine della battaglia di Wimbledon, li vedremmo bene che si rifiutano di uccidere l’altro, ferito, in terra, mentre la folla fa pollice verso.

Ma da questo scontro dei quarti dei Championships non c’èpareggio, deve uscire comunque un vincitore e c’è tanto in gioco, troppo, dopo i sacrifici che hanno fatto e che fanno anche soffocando proprio i sentimenti meno bellicosi e i problemi fisici che hanno avuto.

Berrettini può riportare in italiano in semifinale sull’erba più famosa dello sport addirittura 61 anni dopo Nicola Pietrangeli, riscrivendo un’altra pagina del tennis azzurro.

Aliassime può agganciare le imprese di Milos Raonic, semifinalista a Wimbledon nel 2014 e finalista nel 2016, e cancellare per un po’ l’incubo delle otto finali su otto perse sull’ATP Tour, continuando lo slalom parallelo con l’amico Shapovalov anche lui nei quarti.

La volée di diritto di Felix Auger-Aliassime (foto Getty Images)

Chi sarà più deciso nel derby dei bravi ragazzi, normali e insieme fantastici? Riuscirà Matteo a bruciare tutte le sue cartucce, a sparare i suoi servizi a 220 all’ora, a metter giù altri ace da sommare ai 67 che conta nelle quattro partite del torneo? Riuscirà Felix ad essere cinico come contro Zverev, quand’è rimasto con le orecchie basse e gli occhi attentissimi praticamente per l’intero match, sfruttando le follie del nuovo Bum Bum tedesco? Berrettini è ancora favorito, dalla classifica (numero 9 contro 19), da quel po’ di esperienza in più nelle grandi partite e nei grandi tornei, visto che è già arrivato ai quarti anche al Roland Garros e nelle semifinali degli Us Open, e si è già aggiudicato due tornei ATP sull’erba.

Anche il suo cammino nel torneo è molto più perentorio: ha lasciato appena un set per strada, all’esordio contro Pella e solo una volta è ricorso al tie-break, nel terzo set contro Van de Zandschulp, mentre Aliassime ne ha ceduto uno a Ymer (e un altro l’ha strappato al tie-break), è stato favorito dal ritiro di cicala-Kyrgios, dopo aver perso il primo set, e si era fatto riprendere clamorosamente da Zverev dopo aver vinto un po’ fortunosamente i primi due parziali. 

Soprattutto, Matteo sembra aver preso coscienza dei suoi mezzi e sembra aver fatto un passo avanti sotto il profilo della personalità. Anche se questi quarti contro un amico di qualità rappresentano il primo ostacolo davvero impegnativo dei Championships dopo avversari tutti nettamente inferiori.

E’ il momento, insomma, di cambiare passo, per arrivare a una semifinale che cambia la vita da normale a fantastica. In parallelo con la sua Ajla, chiamata a sua volta nei quarti in un derby d’amicizia con l’altra australiana Ash Barty, una sfida nella sfida. Un’altra tensione, un’altra dispersione di sentimenti di un animo buono e gentile che però ha il cannone nel braccio.

Matteo Berrettini saluta il pubblico (foto Getty Images)


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