

Il serbo elogia il toscano e racconta la sua partita: "La pausa dopo aver perso il secondo set - spiega - mi ha permesso di resettare e ripartire da capo. Lorenzo è stato molto sfortunato, ma ha tutte le qualità per diventare un campione"
07 giugno 2021
Dalla parte del numero 1 del mondo, è stata una partita a due facce: prima un inseguimento, poi un cambio radicale di direzione. A spiegare queste fasi così diverse del confronto degli ottavi di finale del Roland Garros 2021 è proprio Novak Djokovic, che inoltre rende merito alla bella - ma sfortunata - prestazione di Lorenzo Musetti, in vantaggio di due set ma poi costretto al ritiro nel quinto (6-7 7-6 6-1 6-0 4-0 rit. il punteggio finale).
NOVAK DJOKOVIC
“Mi sentivo più nervoso all'inizio del match, che non quando mi sono trovato sotto per due set a zero. Durante i primi due set non riuscivo a fare il mio gioco, sbagliavo molto, non trovavo il feeling con i miei colpi. Poi, dopo essermi preso una pausa, sono rientrato ed ero un altro giocatore, ho cominciato a fare quello che avrei dovuto fare fin dall'inizio. Detto questo, per i due set che ho perso, bisogna dire bravo a Musetti perché ha giocato un gran tennis e mi ha messo in difficoltà. Verso la fine del terzo e all'inizio del quarto, ho cominciato a notare che lui faceva fatica a muoversi, e questo mi ha dato ulteriori motivazioni per mettergli pressione. Certo, lui è stato sfortunato: sei al primo ottavo di finale Slam in carriera, ti trovi in vantaggio e non puoi giocarti le tue chance, è un peccato”.
“Dico spesso che mi piace giocare contro i più giovani sulla distanza dei cinque set, perché so che anche se mi trovo indietro nel punteggio, posso sempre recuperare. So di essere ben allenato, pronto fisicamente, e so che nella mia carriera ho vinto molti match al quinto. Quindi sono sempre consapevole di avere le mie opportunità, anche quando mi trovo in svantaggio”.
“Anche a me è capitato, quando avevo l'età di Musetti, di dovermi ritirare durante un match in uno Slam, so che non è divertente. Per lui giocare contro un top player su questa distanza era un'esperienza nuova, e un'esperienza nuova può andare in entrambe le direzioni: può fornirti un carico di energia perché è stimolante, ma allo stesso tempo può anche darti molto stress, richiederti uno sforzo che ancora mentalmente fatichi a sopportare perché non sei abituato. In definitiva, l'esperienza è il miglior maestro. Musetti mi piace, ora comincio a conoscerlo meglio e ha tutte le qualità per arrivare a essere un top player un giorno, glielo auguro davvero”.
“Adesso c'è Berrettini, un altro italiano. Gran servizio, gran diritto, ma anche un ottimo drop shot e un buon gioco di volo. È in forma e può fare tanti punti facili con le armi che ha a disposizione. Parliamo di uno che è top 10 da un paio d'anni. So che sarà un match difficile, e per vincere dovrò dare il massimo”.
LORENZO MUSETTI
“Non ho mai giocato così bene come ho fatto stavolta, è stata un'esperienza fantastica. Certo mi dispiace perché fisicamente non sono riuscito a reggere sulla lunga distanza, ed è qualcosa su cui dovrò lavorare. Magari può avere influito il match così duro che ho giocato con Cecchinato, non saprei. Ma sono comunque soddisfatto di come è andata, è un'esperienza che mi sarà utile”.
“Non ho avuto un vero e proprio infortunio. Mi sentivo stanco, cominciavo ad avere i crampi e avevo dolore alla schiena. Capivo che non potevo più vincere un punto in quelle condizioni. Non mi sembrava corretto nei confronti del pubblico continuare così, perciò ho deciso di ritirarmi”.
“Da questo mio primo Slam mi porto a casa tante sensazioni positive, e soprattutto ho capito che posso essere competitivo ai massimi livelli, anche contro i migliori del mondo. Ho capito cosa mi manca per stare al passo con loro. Adesso torno a casa, mi allenerò un po' e poi sarò pronto per Wimbledon, che è il mio Slam preferito. Spero di raggiungere la seconda settimana anche lì, ma non posso promettere niente... (risata ndr)”.
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