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Eventi internazionali

Tutti a scuola: anche i ball boys sono 'Next Gen'

La Ball Person Academy Intesa Sanpaolo, di base a Milano e a Torino, è una vera e propria scuola che insegna ai ragazzi un ruolo delicatissimo e che non passa mai di moda: quello dei raccattapalle. Ecco come i ragazzi si stanno allenando per le Intesa Sanpaolo Next Gen Atp Finals

31 ottobre 2021

Le ultime novità tecnologiche introdotte nel mondo del tennis hanno messo i giudici di linea in secondo piano. In molti tornei, con un'accelerazione dettata anche dalle restrizioni anti-Covid, è ormai l'occhio elettronico a giudicare se un colpo è buono oppure out. Quelli che invece non si possono davvero sostituire, nemmeno sfruttando la tecnologia, sono i ball-boys. Se un torneo fila via liscio, se i giocatori dimostrano apprezzamento per l'organizzazione, buona parte del merito è anche loro, di quelle ragazze e di quei ragazzi che stanno sempre con gli occhi puntati sulla palla e scattano come razzi nel momento in cui uno scambio di conclude.

Sanno perfettamente dove andare, come fare per creare il minor disturbo possibile, come lavorare a pochi passi dai migliori giocatori del mondo in maniera perfetta passando quasi inosservati. Un merito che gli stessi giocatori spesso riconoscono pubblicamente a fine torneo. Basti pensare a Rafael Nadal, che da anni (prima che arrivasse il Covid a cambiare le tradizioni) aveva preso la buona abitudine di bagnare con un tuffo in piscina il suo trionfo in quel di Barcellona, con tanto di ball-boys a fargli da corte.

Con l'arrivo delle Nitto ATP Finals in Italia, ma già dall'avvento a Milano delle finali Next Gen (nel 2017) questo ruolo è divenuto ancora più importante. Perché con la manifestazione di Torino parliamo davvero dei migliori, gli otto più forti del pianeta, impegnati in quello che è una sorta di Campionato del mondo della racchetta, l'evento che dagli anni Settanta decreta il maestro dei maestri. Mentre a Milano la differenza la fa, in fondo, soltanto l'età: perché il livello – come dimostrano le edizioni passate – in molti casi è già quello stratosferico dei top 10.

C'è stato dunque bisogno di aprire una vera e propria scuola, la Ball Person Academy Intesa Sanpaolo, da appoggiare nelle due capitali industriali del Nord Italia. Una a Milano, una a Torino.

Quella di Milano, l'apripista, forma i giovanissimi per le Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, in programma all'Allianz Cloud, quest'anno dal 9 al 13 di novembre. Un torneo che ha caratteristiche tali da renderlo unico nel panorama mondiale, ma anche più difficile per chi si occupa di raccogliere le palline ad ogni scambio.

“Il concetto di Next Gen – spiega Mauro Simoncini, responsabile della scuola che fa base al Tc Milano Alberto Bonacossa – punta sulla rapidità, in tutti gli aspetti del gioco: dai set corti al no-ad, dalle pause più contenute allo shot clock, introdotto proprio a Milano prima che venisse portato in via definitiva nel Tour".

"Ecco perché i nostri ragazzi sono già abituati a fare il possibile per entrare dentro a questo meccanismo, per fare in modo che questa velocità sia garantita anche nelle piccole pause tra ogni punto, quelle che sono appunto necessarie per raccogliere le palline e redistribuirle ai giocatori”.

Un lavoro che serve, oggi come tanti anni fa. “Serve ancora e più che mai – continua Simoncini – semplicemente perché non si può rimpiazzare. E serve una scuola perché non si tratta di un lavoro banale, tutt'altro. Magari in televisione non ci si accorge troppo del loro impegno, ma questi ragazzi conoscono alla perfezione i loro ruoli e i vari movimenti. Ogni dettaglio è curato per far sì che i giocatori vengano messi il più rapidamente possibile nelle condizioni di riprendere il gioco”.

Sono divenuti famosi, negli anni, i raccattapalle del torneo di Wimbledon, quelli che in ogni angolo del mondo tennistico vengono presi ad esempio come modello da seguire. Ma anche l'Italia, adesso, ha la sua bella tradizione e una scuola capace di produrre ball-boys coi fiocchi. “Con le nuove generazioni – spiega ancora Simoncini –, la difficoltà in più rispetto al passato è prepararli a mantenere alta la concentrazione per un lungo periodo".

"Tutti gli strumenti che usano ogni giorno danno loro parecchi stimoli, e questo aspetto si riflette in campo, dove a volte le attese possono essere un po' più lunghe e dove comunque bisogna continuare a fare attenzione per un periodo prolungato. La distrazione è un nemico da evitare a tutti i costi, quando si intraprende questo percorso. Inoltre, a rendere tutto più complesso c'è la televisione, con i suoi tempi e la pressione che mette addosso. I ball-boys sono parte dello show ma essere sotto i riflettori e non sbagliare non è semplice per nessuno, men che meno per dei ragazzi molto giovani alle prese coi loro idoli”.

Sono 40, a Milano, i ragazzi coinvolti nelle selezioni, che premieranno i migliori portandoli all'Allianz Cloud, a contatto con Lorenzo Musetti, Carlos Alcaraz e tutti gli altri giovani fenomeni che andranno alla conquista del trofeo a forma di X.

“Potevano iscriversi ragazzi e ragazze dai 14 ai 22 anni, anche se la maggior parte stanno tra i 14 e i 17. Sono tutti agonisti, tesserati per la Fit, abituati a fare tornei nelle loro categorie. Sanno perfettamente come funzionano i punteggi ma noi dobbiamo abituarli a muoversi sul filo dei secondi, senza perdere il contatto con lo scambio e con ciò che accade durante la partita. Io stesso – chiude Simoncini – ho fatto il raccattapalle in passato, dunque ero al loro posto e sono perfettamente consapevole delle difficoltà che possono incontrare. Ecco perché cerco di capire i loro dubbi e di risolverli, per dare loro la sicurezza di cui hanno bisogno”.


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