

Malgrado l’assenza dei suoi due giocatori di punta, a Malaga la nazionale azzurra parte comunque con ambizioni importanti. Vale lo spesso per la Spagna, mentre altre nazioni pagano (o pagherebbero) molto di più le assenze dei loro big. Perché alle spalle dei più forti mancano altri giocatori di grande qualità
22 novembre 2022
Al completo, Spagna e Italia sarebbero le due nazioni favorite per la conquista delle Davis Cup Finals. Invece, sia Sergi Bruguera (capitano della roja) sia Filippo Volandri devono fare i conti con le assenze dei migliori due giocatori del paese: da una parte Carlos Alcaraz e Rafael Nadal – che sarebbero anche i primi due del ranking mondiale –, dall’altra Jannik Sinner e Matteo Berrettini. Tuttavia, entrambe le nazioni si presentano comunque al via della competizione di Malaga con buone aspettative, perché alle spalle dei loro tennisti di punta ne hanno altri molto competitivi, che permettono al due team di sopperire alle assenze mantenendo comunque un livello che giustifica certe ambizioni.
Capitan Volandri ha detto che la squadra azzurra è competitiva a prescindere dalle assenze, e lo conferma la possibilità di schierare grazie a Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego due giocatori che in altri periodi storici sarebbero stati titolarissimi, mentre Nadal – durante una delle sue conferenze stampa a Torino – ha detto che ci sono parecchie nazioni che farebbero carte false per avere due riserve come Pablo Carreno Busta e Roberto Bautista Agut, in grado di vincere contro chiunque. Ha ragione, e proprio questo dimostra come al momento Italia e Spagna si trovino un gradino sopra rispetto alla gran parte degli altri paesi del mondo, proprio per la capacità di proporre non solo alcuni giocatori di punta, ma anche delle seconde linee (se così le si può definire) di altissimo livello. Un discorso che non vale per tutte le partecipanti alle Finals: le abbiamo analizzate una per una.
STATI UNITI
In termini di quantità gli USA sono uno dei paesi messi meglio, come è normale che sia in virtù dei 330 milioni abbondanti di abitanti. A Malaga capitan Mardy Fish potrà fare affidamento sul suo top-10 Taylor Fritz e su Frances Tiafoe, a sua volta protagonista di un grande 2022, ma anche qualora entrambi avessero dovuto rinunciare all’evento gli americani sarebbero comunque riusciti a costruire un team molto competitivo. Solo fra i top-50 possono contare su altri sette giocatori, compresi alcuni dei giovani più interessanti al mondo: Sebastian Korda, il vincitore delle Next Gen ATP Finals Brandon Nakashima e Jenson Brooksby. Con loro i big server Maxime Cressy, Reilly Opelka e John Isner, oltre a Tommy Paul (numero tre a Malaga). In sintesi, e senza arrivare alle varie opzioni per il doppio, sarebbero pericolosi comunque, il che conferma come l’Italia sia attesa da una sfida molto molto complicata.
GERMANIA
L’assenza di Alexander Zverev pare destinata a fare tutta la differenza del mondo. Perché alle spalle del suo giocatore di punta i tedeschi non hanno granché: ci sono solamente altri due top-100 come Oscar Otte (numero 65) e il numero 77 Daniel Altmaier (assente a Malaga), mentre gli altri due singolaristi a disposizione del capitano sono Yannick Hanfmann e Jan-Lennard Struff, rispettivamente numero 131 e 152 della classifica mondiale. Sono entrambi in grado di garantire un rendimento migliore, specialmente il secondo (top-30 poco più di due anni fa), ma l’assenza di Zverev rischia di essere determinante, al punto che secondo i bookmakers sono la nazione con meno chance di conquistare l’Insalatiera.
CANADA
Un’intera nazione nelle mani – o nelle racchette – di due soli giocatori. È la situazione del Canada, unica fra le otto di Malaga a poter schierare due top-20 dell’attuale ranking ATP: Felix Auger-Aliassime (6) e Denis Shapovalov (18). Tuttavia, il capitano deve pregare che possano giocare sempre al top, perché alle loro spalle la situazione è molto grigia. C’è Vasek Pospisil, che è numero 100 del mondo in singolare ma rende meglio in doppio, ma è l’ultimo canadese fra i primi 200 della classifica. Dietro di lui Alexis Galarneau (204) e Gabriel Diallo (224), gli altri due membri della spedizione a Malaga. Tradotto: senza i suoi due big, quella che risulta la prima favorita per il titolo sarebbe una normalissima squadra da Serie B.
AUSTRALIA
Con Nick Kyrgios l’Australia sarebbe stata molto pericolosa, mentre senza di lui fa decisamente meno paura, tanto che la sfida contro i Paesi Bassi (curiosità: le due nazionali non si sono mai affrontate in oltre 120 anni di Coppa Davis) si annuncia aperta. Senza il suo numero uno capitan Lleyton Hewitt deve affidarsi in singolare a uno fra Jordan Thompson (84 Atp) e Thanasi Kokkinakis (95), da schierare insieme ad Alex De Minaur (24). Sono comunque una buona nazionale, ma i ricambi non sono neanche lontanamente all’altezza del numero uno, che dopo l’esperienza in doppio alle Nitto ATP Finals ha preferito chiudere la stagione. Oltre ai quattro giocatori appena citati, l’Australia non ha altri top-100.
PAESI BASSI
Pur avendo soltanto cinque giocatori nei primi 250 della classifica mondiale, i Paesi Bassi di capitan Paul Haarhuis sono comunque riusciti a conquistare un posto alle Finals, a spese della Gran Bretagna. Tuttavia, l’unico giocatore di un certo spessore a vestire la maglia orange è Botic van de Zandschulp, capace negli ultimi due anni di ottenere grandi risultati, fino a salire al numero 22 del ranking (oggi è 35). Dietro di lui Tallon Griekspoor (96), Tim van Rijthoven (115), Jelle Sels (129) e Gijs Brower (157). Vuol dire che senza il suo numero uno l’Olanda potrebbe schierare solamente un top-100, peraltro di quelli che navigano a metà fra circuito maggiore e tornei Challenger. Per una delle prime 8 nazioni al mondo è un po’ poco.
CROAZIA
Ottenere il massimo possibile col poco a disposizione. È la sintesi di ciò che sta facendo la Croazia, che ha solamente cinque giocatori nei primi 500 della classifica mondiale, eppure parte con discrete ambizioni di arrivare fino in fondo nella più importante competizione per nazioni. Merito dei suoi primi due singolaristi, Marin Cilic (17) e il redivivo Borna Coric (26), quest’anno risalito prepotentemente nel tennis che conta. Senza di loro la Croazia sarebbe una nazione qualsiasi, di quelle che le Finals le vedono col binocolo, con Borna Gojo (145 Atp, terza scelta a Malaga) e Nino Serdarusic (231) come potenziali singolaristi. Fortuna che capitan Vedran Martin può contare sulle sue due punte di diamante, oltre che su un doppio di altissimo livello come Mektic/Pavic. Altrimenti sarebbero dolori.
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