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Eventi internazionali

I "cugini" vorrebbero avere un Berrettinì

Rimasti a secco di giocatori già al secondo turno, i Francesi guardano con simpatia (e un pizzico d’invidia) ai nostri giocatori. Il sito ufficiale del Roland Garros ha dedicato un bel servizio a Matteo, testa di serie n.9 del torneo

di | 04 giugno 2021

Matteo Berrettini ha compiuto 25 anni lo scorso 12 aprile

Matteo Berrettini ha compiuto 25 anni lo scorso 12 aprile

Zero francesi al terzo turno ma cinque italiani. Per loro i transalpini siamo noi e tutto sommato, anche se li facciamo incazzare dai tempi di Bartali, siamo dei vicini di casa. Così viene quasi spontaneo a Parigi accendere i riflettori sui nostri ragazzi, proiettati a quella che potrebbe essere l’impresa più affascinante del torneo: lanciare contemporaneamente negli ottavi la sfida ai tre grandi del tennis, Djokovic, Federer e Nadal.

Accade infatti che il vincitore del derby di domani tra Cecchinato e Musetti sia l’avversario per il vincente del confronto tra Djokovic e il lituano Berankis. Se Jannik Sinner supererà l’ostacolo dello svedese Mikael Ymer troverà il vincente tra Rafael Nadal e il britannico Cameron Norrie (chi è il favorito?).

E poi c’è Matteo Berrettini, testa di serie n.9 del torneo, che se dovesse battere il coreano Kwon Soonwoo, prenoterebbe il suo “ottavo” con il vincitore del confronto tra Roger Federer e il tedesco Koepfer.

Già, Berrettinì... L’italiano col sorriso da “Dolce vita”, è uno che in Francia piace molto. Il sito del Roland Garros gli ha infatti dedicato un bel servizio dopo il successo contro l’argentino Coria. E lo ha fatto ripartendo dalla scorsa edizione del torneo, quella dell'ottobre 2020, quando l’azzurro aveva perso al terzo turno dal tedesco Altmaier e vedeva “tutto nero”. Ora, titolano in Francia, ‘Berrettini vede la luce’, come John Belushi nei Blues Brothers. E gli hanno chiesto di raccontare il suo stato d’animo che questa primavera è di tutt’altro tenore.

"Non ero nel miglior momento della mia carriera, devo dire", ha spiegato Matteo dopo il successo sull’argentino Coria. “Ho patito molti infortuni. Non è stato un anno facile per nessuno. Quindi quando mi guardavo intorno, dal punto di vista del tennis, vedevo solo ‘bolle’ e cose del genere, e a volte mi sentivo come in una strana atmosfera. Ovviamente ero felice di giocare ai tornei, ma non era l’atmosfera giusta, giusta per me. Mi mancavano i tifosi. Mi mancava tutto. Ero alla ricerca di qualcosa di più, anche dentro di me. Quella spinta interiore che si trasforma nel desiderio di fare grandi cose".

Trascorrere due settimane in quarantena a Melbourne in vista degli Australian Open probabilmente non è stata la situazione ideale per Berrettini – scrive Simon Cambers - ma l'italiano ha avuto la fortuna di trascorrerle vicino alla fidanzata, Alja Tomljanovic.

Fatto sta che qualcosa è scattato di nuovo dentro Matteo e, nonostante il fastidioso infortunio agli addominali patito in Australia che gli è costato quasi 2 mesi di stop, quando è ripartito, è ripartito forte. E la stagione dei tornei sulla terra battuta sembra ideale per esaltare le sue qualità anche se i risultati più eclatanti, finora, li ha ottenuto sul duro (vedi la semifinale agli Us Open 2019).

Nel giro di due settimane ha conquistato il suo quarto titolo in carriera a Belgrado e poi ha raggiunto la finale al Masters 1000 di Madrid.

La battaglia tra oscurità e luce ha ricominciato a vincerla proprio sulla terra battuta

“Penso che dall'inizio di quest'anno ho ritrovato quel qualcosa che avevo dentro, quello che mi aveva portato dove ero arrivato, dove sono ora. Ora mi è chiaro che quello che mi è successo e mi succede è tutto normale. Il fatto che ci siano alti e bassi dentro di me, come succede sul campo da tennis", ha spiegato l’azzurro.

Quindi quando c’è da soffrire e lottare si soffre e si lotta. Quando c’è da essere felice si è felici e basta. Prima di capirlo fino in fondo vedevo un po’ troppo buio. Ora so che devo solo lavorare e sono orgoglioso di quello che ho fatto. Non vedo l'ora di giocare i prossimi tornei, le prossime partite, perché alla fine ora sento di essere tornato di nuovo me stesso".

Con il suo servizio devastante, il suo diritto che fa i buchi per terra e un rovescio molto migliorato, che può spingere forte a due mani o piazzare a una sola mano con un back velenoso, a Matteo Berrettini non manca nulla per raggiungere qualsiasi traguardo sulla terra battuta, anche se a Parigi non è ancora andato oltre il terzo turno.

Nel successo contro l’argentino Coria ha mostrato anche una mano felicissima con la smorzata, un’ulteriore arma vincente.

Ora lo attende il confronto con il coreano Kwon Soonwoo, che ha battuto un altro italiano, Andreas Seppi.

E’ l’occasione per superarsi a Parigi. Magari per offrirsi l’occasione di una rivincita, sul rosso, con quel Roger Federer che gli diede una lezione a Wimbledon due anni fa. Belle opportunità che Matteo è pronto a provare a cogliere sfoggiando il suo luminoso sorriso. Anche quello è un modo per esprimere la luce che vede. E che ha dentro.


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