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Leo Mayer a Todi: "Nadal il più duro dei fab 4 da affrontare"

Intervista a Leo Mayer, ex numero 21 del mondo, a Todi Mayer è al seguito di Roman Andres Burruchaga, figlio del centrocampista Jorge campione del mondo nel 1986 con l'Argentina accanto a Maradona

16 agosto 2023

Leo Mayer (Foto MEF Tennis Events)

Leo Mayer (Foto MEF Tennis Events)

A dodici anni dalla prima volta è tornato a Todi l’ex numero 21 ATP Leo Mayer. L’argentino fu protagonista della sfida contro l’ex numero 1 del mondo Thomas Muster, che in quel periodo provò a rientrare nel circuito. Questa settimana Mayer è al seguito di Roman Andres Burruchaga, figlio d'arte di Jorge Burruchaga, Campione del Mondo con l'Argentina nel 1986.

Leo Mayer: “Todi? Con un Muster persi, ma conservo il ricordo”

Questa settimana al via come sesta testa di serie, Roman Andres Burruchaga in singolare è subito uscito di scena per mano di Julian Ocleppo. In doppio, in coppia con il brasiliano Orlando Luz, ha invece iniziato con il piede giusto approdando ai quarti di finale. Burruchaga che, dopo aver giocato per anni sia a calcio che a tennis, ha scelto la racchetta, è attualmente allenato dall’ex numero 21 del mondo Leo Mayer.

“Lavoro da un anno con Roman ed è già cresciuto molto, ma il processo è lungo e lui ha tanto da imparare - racconta l’ex tennista, due volte campione dell’ATP 500 di Amburgo nel 2014 e nel 2017 -. Da coach cambiano tante cose, hai una pressione diversa da quella del campo. Devi essere più organizzato e mi piace molto”.

Nel 2011 Mayer giocò il Challenger di Todi ed affrontò l’ex numero 1 del mondo Thomas Muster, allora quarantatreenne, perdendo a sorpresa: “Per me non fu il massimo perdere quel match, ma giocai con una leggenda e fu molto emozionante. È un ricordo che porterò dietro per tutta la vita". La carriera di Mayer è stata ricca di soddisfazioni, tra queste anche la possibilità di poter giocare un totale di 15 match contro i "Fab 4" Federer, Nadal, Djokovic e Murray: “Sono state esperienze di vita, anche se non ho mai vinto con nessuno di loro - sfiorò solo il successo con Federer a Shanghai nel 2014 -. Il più difficile da affrontare? Per me Nadal, la sua palla rimbalzava altissima e per il mio gioco era un problema. Il più facile? Nessuno, al massimo era facile per loro giocare contro di me. Si esprimono ad un livello molto più alto di noi “normali”. 

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