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Challenger

Gioia Cecchinato, trionfo bis a Milano

Cecchinato vince il Challenger di Milano, dove già si era imposto nel 2016, battendo in finale il croato Prizmic

28 giugno 2025

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Marco Cecchinato con il trofeo del Challenger di Milano 2025 (foto Peluso)

Dopo l'ultimo punto, Marco Cecchinato si è inginocchiato sulla terra rossa ed è rimasto così, accartocciato su se stesso, per interminabili secondi. Ci teneva da matti a vincere per la seconda volta l'ASPRIA Tennis Cup – Trofeo BCS (91.250€, terra battuta). Ce l'ha fatta nel modo più bello, battendo Dino Prizmic con un netto 6-2 6-3 e diventando il secondo giocatore a vincere per due volte (prima di lui c'era riuscito Albert Ramos). Come se non bastasse, l'Italia ha raggiunto l'Argentina a quota cinque titoli, tornando a essere il Paese più titolato di un torneo iniziato nel 2006. Si è anche commosso, Cecchinato, salvo poi prendersi l'abbraccio delle tante persone care giunte a fare il tifo per lui: oltre al cugino Francesco Palpacelli c'era tutta la sua famiglia per celebrare il ritorno al successo dopo quasi tre anni.

Ammesso al tabellone grazie a una wild card (non a caso, ha sentitamente ringraziato gli organizzatori durante la premiazione), ha vissuto una settimana da sogno in cui non ha perso neanche un set. Ha giocato benissimo, mostrando sprazzi del tennis che anni fa lo aveva portato tra i top-20 ATP. Contro un giocatore muscolare ma senza particolari colpi vincenti, ha retto benissimo lo scambio da fondocampo (anche con il rovescio in topspin, suo colpo di relativa debolezza), e ha deliziato il pubblico con millimetriche smorzate. Il primo set è stato deciso da due break, al terzo e al settimo game. Più battaglia nel secondo: Prizmic è scappato sul 2-0, ma Cecchinato è stato bravo a riagganciarlo e firmare il sorpasso (3-2 e servizio). Al cambio di campo, un furente Prizmic ha scaraventato violentemente la racchetta contro il suo borsone. Nel game successivo ha dato l'impressione di arrendersi, poi ha tenuto un complesso turno di battuta (4-3) per poi giocarsi tutto in un rocambolesco ottavo game, durato sedici punti, nel quale ha avuto quattro palle break per agganciare Cecchinato e cambiare volto al match.

Tutta la gioia di Marco Cecchinato (foto Peluso)

Tutta la gioia di Marco Cecchinato (foto Peluso)

Il siciliano le ha annullate con coraggio (clamoroso un serve and volley, sublimato da una volèe molto complicata, sull'ultima palla break), A quel punto ha tolto le ultime energie al suo avversario e si è preso il suo ottavo Challenger, il primo di quella che – parole sue – può essere la seconda carriera. Era felice, davvero felice, al punto che quasi non voleva più lasciare il microfono nel discorso durante la premiazione. “Ho preparato questo match come gli altri, sono entrato in campo con grande convinzione – ha detto, dopo aver firmato decine di autografi e posato per altrettante foto – sapevo che sarebbe stata una sfida alla pari, ho imposto il mio gioco senza pensare tanto a lui. Sono partito bene, poi ho un po' tentennato nel secondo, ma c'era tanta tensione. Sono stato bravo a cancellare quelle quattro palle break sul 4-3 e poi nell'ultimo ho avuto il giusto coraggio”. In effetti è stato il passaggio chiave, perché ha impedito che Prizmic potesse scrivere un'altra partita. “Ma io volevo vincere a tutti i costi – racconta “Ceck” - Milano è il torneo di casa, ci tenevo tanto a vincerlo di nuovo dopo nove anni davanti a famiglia, parenti, amici, mio cugino... Dopo due anni e mezzo senza finali non era facile gestire l'emozione e la tensione. Erano tante, e credo si sia visto”.

Con questo successo, Cecchinato guadagnerà oltre 130 posizioni e si attesterà intorno al numero 300 ATP. Classifica incompatibile con il suo talento, ma che gli permetterà di entrare in tabellone in diversi tornei Challenger, che saranno il suo “core business” nei prossimi mesi, con la speranza di tornare in zone più consone a un giocatore che ha scritto pagine davvero importanti del nostro tennis. Adesso che il gomito non dà più fastidio e la passione per il tennis è tornata quella di un tempo, è nella posizione ideale per vincere la sfida con se stesso.


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