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Campioni next gen

Aspettando Thiem, ecco Misolic: numero 1 d’Austria da Next Gen

Grazie alla finale a Kitzbuhel il 21enne di Graz ha scavalcato quattro connazionali in un colpo, prendendosi lo scettro di miglior austriaco nel ranking. In più, è entrato nella corsa per le Next Gen ATP Finals: le inseguirà sul cemento, provando ad affinare un tennis sul quale scommettono in tanti. Come l’ex top-10 Jurgen Melzer

12 agosto 2022

Il ritorno di Dominic Thiem è stato frenato dal forfait a Montreal, ma nei tornei sulla terra battuta post Wimbledon l’ex campione dello Us Open ha dato importanti segnali di ripresa, attesi da oltre un anno. Il leader del tennis austriaco rimane lui, ma – in attesa di ritrovarlo al top – il movimento del suo paese ha da poco un nuovo numero uno.

A sorpresa? Da un certo punto di vista no, perché Filip Misolic, 21enne nato l’8 agosto come un certo Roger Federer, aveva già mostrato qualità interessanti. Ma di certo è stato sorprendente il modo che ha portato in vetta il giovane di origini croate, ossia l’inattesa finale a Kitzbuhel che in un colpo solo gli ha permesso di scavalcare quattro connazionali, volando al numero 136 del ranking ATP, che oggi vale lo scettro di miglior austriaco nella classifica.

E pensare che quando ha messo piede al Generali Open, grazie a una wild card, Misolic non aveva mai giocato un solo match nel circuito maggiore. Ha battuto Dutra Silva, poi anche Andujar, Lajovic e Hanfmann, e si è trovato in finale a giocarsi il titolo contro Roberto Bautista-Agut. Non è riuscito a tenergli testa, pagando anche l’emozione e le fatiche dei giorni precedenti, ma la settimana d’oro sulle Alpi promette di dare la svolta alla sua carriera, in un 2022 iniziato fuori dai primi 350 del mondo ma diventato via via sempre più interessante. Ci sono stati tutti gli step: i Futures, con un successo a Porec a marzo (dopo i cinque della passata stagione), il primo titolo Challenger a maggio a Zagabria partendo dalle qualificazioni e quindi la prima finale nel Tour.

Diventare numero uno d’Austria – ha detto Misolic – è un sogno che si avvera. Ma non mi accontento: continuerò a lavorare ogni giorno, per diventare sempre più forte. Il torneo di Kitzbuhel mi ha fatto sentire speciale e mi ha insegnato molto. Ho imparato qualcosa da ogni match, dal primo turno fino alla finale, e sono certo che in futuro questa esperienza mi servirà. Nel tennis non c’è nulla di garantito, quindi l’importante è continuare a impegnarsi: devo crescere sotto tutti gli aspetti, dal tennis all’area mentale e la parte fisica. C’è tanto lavoro da fare, ma sono pronto per questo”.

Allenato da coach Lorenz Fink, oggi Misolic divide la sua base fra Graz e Zagabria, con un consulente d’eccezione come l’ex top-10 Jurgen Melzer, semifinalista al Roland Garros una dozzina d’anni fa, che dopo la finale a Kitzbuhel gli ha dedicato un post sui social. “Benvenuto in mezzo ai grandi – ha scritto –: è stata una settimana incredibile. Il duro lavoro paga sempre, sono molto felice di essere parte di questo team”.

Sono costantemente in contatto con Jurgen – ha spiegato Misolic – e la sua presenza mi dà una grossa mano. Conosce praticamente ogni giocatore impegnato nel circuito, quindi mi può aiutare tanto dal punto vista tattico, anche in ottica futura".

Grazie ai 150 punti di Kitzbuhel, l’austriaco nativo di Graz è diventato di colpo uno dei contender in vista delle prossime Intesa Sanpaolo Next Gen ATP Finals, balzando al numero 11 della Race to Milan, a un centinaio di punti dall’ottava posizione (ultima utile) occupata dal taiwanese Chun-Hsin Tseng. E pensare che dopo la prima vittoria a Kitzbuhel ringraziava i fan per il traguardo dei 1.000 followers su Instagram, mentre un paio di settimane più tardi ne ha già più del quintuplo, segnale di un’attenzione sul suo nome diventata molto più ampia.

Raramente ho visto wild card spese così bene – ha detto Alexander Antonitsch, direttore del Generali Open –, e sono felice di aver creduto in lui. Mi è sempre piaciuto sin da ragazzino, perché a differenza di tanti altri ha sempre avuto un atteggiamento positivo, anche dopo gli errori. Quando l’ho chiamato per comunicargli l’intenzione di assegnare a lui una delle wild card era incredulo. Gli ho detto che credevo potesse fare grandi cose, ed è andata così. Sono convinto che possa diventare un ottimo giocatore: deve ancora lavorare molto, in particolare sul diritto e sul servizio, per essere ancora più incisivo. Ma ha dei punti di forza importanti e soprattutto mi pare consapevole del percorso che deve compiere per arrivare in alto. Sono curioso di vedere cosa saprà fare sul cemento americano”.

Un test, quest’ultimo, ritenuto molto importante anche dallo stesso Misolic, che presto debutterà nelle qualificazioni dello Us Open, con l’obiettivo di disputare presto quei Major che da juniores non è riuscito a raggiungere, malgrado non sia stato lontano dai primi 50 del ranking under 18. “Mi sento sicuramente più pericoloso sulla terra battuta – ha spiegato –, perché è la superficie sulla quale gioco più spesso. Al momento sul cemento vedo il mio tennis come un po’ meno sicuro, ma secondo molti il mio stile di gioco si adatta bene ai campi duri. Devo solo prenderci maggiore confidenza”. Un passaggio fondamentale anche in ottica Milano: se vorrà prendersi un posto, è sul cemento che dovrà raccogliere i punti decisivi.


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