Si gioca sulla spiaggia de 'La Ribera', che di giorno è preda delle onde e di notte – quando la marea si ritira – diventa teatro di un campo da tennis da rifare ogni volta, grazie a un gruppo di volontari che questo torneo lo ha voluto fortemente dopo alcuni anni di pausa
di Cristian Sonzogni | 09 agosto 2025
Non sarà all'altezza dei 16 titoli Atp che Richard Gasquet ha conquistato nella sua carriera, ma quello conquistato sulla spiaggia di Luanco, probabilmente, resterà nella memoria del francese – ormai ex del circuito pro – più di altri trofei ufficiali. Il 'Tenis Playa' nella località asturiana è tornato come ogni anno e come ogni volta ha proposto uno spettacolo unico al mondo: qualcosa che unisce sport, tradizione e folclore, in un evento che non ha eguali.
Si gioca sulla spiaggia de 'La Ribera', che di giorno è preda delle onde e di notte – quando la marea si ritira – diventa teatro di un campo da tennis da rifare ogni volta, grazie a un gruppo di volontari che questo torneo lo ha voluto fortemente dopo alcuni anni di pausa. Un ritorno propiziato nel 2022 da Pablo Carreno Busta, originario di Gijon: “Quando ne parlo ai miei colleghi – ha spiegato l'iberico – semplicemente non mi credono. Pensano che stia scherzando. Devo mostrare loro foto e video del torneo, per fargli capire che è tutto vero”.
Stavolta, poi, il cast era davvero eccezionale. Se negli anni passati erano stati soprattutto gli spagnoli a tenere alto il livello (nel 2022, Carreno Busta vinse a Luanco prima di trionfare a nel 1000 di Montreal), in questa edizione sono giunti dei personaggi importanti da oltre confine: Richard Gasquet appunto, ma pure Dominic Thiem e Benoit Paire. Insieme a loro, Bernabe Zapata Miralles (ex 37 al mondo), il lituano Edas Butvilas (227 Atp), Pedro Cachin (ex numero 48), il 19enne iberico Bernardo Munk (85 Under 18 lo scorso anno) e il padrone di casa Miguel Avendano, ancora senza ranking Atp.
Alla fine si sono ritrovati i due più attesi, Gasquet e Thiem, con il francese a segno per 6-4 6-4. Mai come in questo caso, tuttavia, è il contesto a fare l'evento, più dei giocatori stessi. Vedere le scivolate (ebbene sì) di ex top 10 sulla sabbia ancora umida e intrisa di sale, è qualcosa che riporta a un tennis dove conta prima di tutto l'istinto di sopravvivenza: c'è da capire come restare in piedi e come non farsi male, poi si può pensare a come fare il punto. Sarà pur vero che Gasquet e Thiem sono ormai due ex, ma gli altri attori coinvolti hanno ancora qualche ambizione nel mondo dei pro, e il recente passato ricorda giocatori in piena attività coinvolti nella vicenda.
Perché il fascino di Luanco va oltre i possibili rischi di un campo così particolare: rischi calcolati, in fondo, perché fin qui non risulta nessuno che si sia fatto male sul serio e perché l'attenzione con cui viene preparato ogni sera il terreno di gioco è degna di un evento del circuito maggiore. Il fascino di Luanco è nella sua storia che affonda le radici negli anni 70 del secolo scorso. L'evento asturiano ha una sua organizzazione fatta quasi esclusivamente di volontari, un'organizzazione portata avanti con passione e orgoglio, ma molto lontana dagli schemi rigidi e ingessati del professionismo. Proprio per questo, paradossalmente, raggiunge il cuore della gente in maniera molto più semplice e diretta.
Ci sono mille aneddoti che raccontano di un appuntamento dal sapore antico, dove ci si tuffa (non solo metaforicamente) in un'epoca che potrebbe essere collocata costantemente tra il 1960 e il 1970. Del 1980 è invece una delle storie più curiose, che vede coinvolta un'icona del tennis spagnolo, quel Manolo Santana che ci ha lasciato da qualche anno e che vivrà sempre nel ricordo di chi ne apprezzava non solo il lato sportivo, ma pure quello umano.
Santana terminò all'alba un match di quell'edizione (che, peraltro, non vinse) e aveva bisogno di una camera dove farsi una doccia, prima di tornare nel suo hotel che era un po' più distante dal luogo del torneo. Così gli organizzatori si attivarono e pensarono che una buona soluzione sarebbe stata quella di mandarlo nella stanza d'albergo di Teofilo Heres, detto Teo, giudice arbitro dell'evento. Tutto risolto? Insomma.
Il caso volle che nello stesso hotel fosse alloggiato un altro Teo, ben più conosciuto e importante, ossia Teodoro Lopez Cuesta, in quel momento rettore dell'Università di Oviedo. Il centralinista, sentendo parlare di 'Teo', lo collegò a quest'ultimo e non al giudice arbitro. Di conseguenza prese la cornetta e chiamò subito la stanza del rettore, avvertendo che Manolo Santana sarebbe arrivato a breve per farsi una doccia nel suo bagno. Lopez Cuesta, senza scomporsi, ammonì che l'unico problema sarebbe stato quello di svegliare Luisina, sua moglie.
Da Luanco sono passati personaggi come Bruguera (vincitore del Roland Garros), Pioline (finalista a Wimbledon), ma pure Cañas, Almagro, Corretja e Ferrer. E ancora l'ex numero 1 Juan Carlos Ferrero, il finalista di Parigi Alberto Berasategui, Pato Clavet, Carlos e Albert Costa, Younes El Aynaoui, Gaston Gaudio, Jaime Fillol, Feliciano Lopez, Felix Mantilla, Juan Monaco, Carlos Moya, Jiri Novak, Manuel Orantes, Andrei Pavel, Emilio Sanchez e Fernando Verdasco. Prima di Gasquet e Thiem. Per una popolarità che ormai è riuscita a sfondare i confini spagnoli.