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Campioni nazionali

Tathiana Garbin: "Vi racconto la nuova Camila"

Intervista al capitano della nazionale di Billie Jean King Cup, che ha guidato le azzurre anche alle Olmpiadi, dove il tennis di Camila ha fatto un ulteriore salto di qualità che l'ha partata ai quarti di finale di Tokyo e alla splendida settimana di Montreal. "Risponde e serve meglio. Ha inquadrato meglio il suo gioco. Per me può arrivare tra le prime 10 del mondo"

di | 14 agosto 2021

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Una nuova alba. L'inizio di un nuovo capitolo. Camila Giorgi ha conquistato il titolo al WTA di Montreal. E' la seconda italiana di sempre, dopo Flavia Pennetta a Indian Wells nel 2014, a vincere il titolo in un torneo oggi WTA 1000, un tempo noti come Tier I. In finale, per la terza volta in stagione, ha battuto Karolina Pliskova. Ha giocato con una chiarezza di idee che esalta il suo tennis straordinario. E si aggiunge alla straordinaria estate dello sport italiano, con il trionfo europeo della nazionale di calcio e il record di medaglie azzurre ai Giochi olimpici di Tokyo 2020.

 

Proprio l'Olimpiade ha scandito l'inizio di una trasformazione per Camila Giorgi. "E' più centrata e più inquadrata" ci spiega il capitano azzurro di Billie Jean King Cup, Tathiana Garbin, che ha guidato la spedione olimpica azzurra.

Tra i Giochi e Montreal, ha ottenuto cinque successi contro Top 20. Ed è destinata a tornare fra le prime 35 del mondo per la prima volta da maggio 2019.

 

Ma il suo potenziale, dichiara Garbin, è molto più alto. Non abbiamo ancora visto, dice, il suo tennis migliore. Anche se in questo torneo, e ancor più nella finale contro Pliskova, il suo gioco ha sfiorato davvero la perfezione. E ha destabilizzato Pliskova proprio sul piano dell'impostazione di gioco, delle idee su come fare il punto, della lucidità strategica di fronte alla casualità della successione di colpi della ceca.

Tutte le facce di Camila Giorgi

Cosa è scattato in Camila Giorgi in occasione del torneo olimpico?
"Camila ci teneva a far bene a Tokyo. Al di là del suo torneo, che comunque per me è stato comunque molto buono, ai Giochi hai la possibilità di confrontarti con atleti che fanno il tuo stesso lavoro ma in ambiti diversi. E questo ti apre tante possibilità".

Camila appare più distesa: hai avuto la stessa sensazione?
"Sì, è molto centrata e molto quadrata. Le Olimpiadi le hanno dato anche maggiore chiarezza per quanto riguarda la sua voglia, il suo piacere di giocare a tennis, e si è visto.  

Dopo la vittoria contro Cori Gauff ha spiegato quanto sia stato importante per lei poter giocare tanti tornei senza doversi fermare a causa di infortuni. Basta questo a spiegare la continuità di rendimento ad alto livello delle ultime settimane?
"Sicuramente è un fattore molto importante, perché se stai bene fisicamente puoi allenarti meglio. Per quanto riguarda Camila, mi sembra focalizzata sulle zone del campo dove colpire. E' molto attenta alla costruzione del punto. E' più inquadrata, forse. E questo esalta le sue caratteristiche, che chiaramente sono molto offensive. Avere un'idea chiara di dove portare il gioco la aiuta a esprimere le sue qualità, che sono enormi".

Cosa le è mancato per il salto di qualità finora?
"Un po' di maturità, e di continuità nella tenuta fisica. Lei sicuramente ha detto una cosa giusta, quando ha spiegato di aver avuto una carriera costellata di infortuni. A volte gioca con dei dolori ma va avanti senza nemmeno dirlo ai giornalisti".

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Camila ora è più inquadrata, ha le idee più chiare su come costruire il punto 

Dal punto di vista del gioco, cosa fa meglio di prima da Tokyo in poi?
"Nelle ultime settimane sta rispondendo benissimo. E sta servendo molto meglio, è più sicura". 

A proposito del servizio, quali sono le chiavi del suo rendimento più elevato?
"La prima è ottima, poi sta giocando la seconda con un lift, un kick molto insidioso. E' più sicura, e commette anche meno doppi falli". 

Dal punto di vista degli schemi invece, cosa hai notato di diverso?
"Secondo me è proprio più organizzata. Struttura i punti in maniera predefinita e questo le rende più facile giocare.

Camila Giorgi colpisce di diritto (foto Getty Images)

C'è un fattore che ha fatto scattare questo diverso approccio?
"Non voglio prendermi meriti che non ho, ma abbiamo parlato molto di strategia. Ci siamo concentrate su come prendere il campo in una certa maniera e come valorizzare la sua struttura di gioco. Niente di troppo difficile, comunque".

Il suo modo di giocare non passa inosservato, i tifosi spesso l'hanno criticata per la discontinuità dei risultati o per i tanti doppi falli. Camila dà peso a quello che si dice su di lei?
"No, no. Va avanti per la sua strada e fa benissimo. Sono d'accordissimo con lei. Deve andare avanti, fare la sua vita e le sue scelte e penso che nessuno debba metterle in dubbio".

In questo periodo, ha anche cambiato racchetta, passando alla Yonex VCore come avevamo raccontato qui. In che modo questo influisce sul suo rendimento?
"La nuova racchetta aiuta molto il suo gioco. E' l'ideale per quello che è il suo tennis. La valorizza tantissimo, i suoi colpi sono molto più penetranti. Camila ha qualità fisiche incredibili, che non ho visto in nessun'altra giocatrice. Poi quando la palla le esce dalla racchetta ha una potenza superiore anche a quella di molti maschi. Me ne sono accorta in prima persona, giocando con lei in allenamento. La nuova racchetta contribuisce a esaltare la sua potenza di palla. E quando Camila si sente sicura, quando è in palla, gioca davvero bene".

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Nel quarto di finale contro Cori Gauff, non ha commesso nemmeno un doppio fallo. Un segnale chiaro, no?
"Sì, fa capire che è più sicura. Ma non solo quando attacca. Ci sono anche situazioni difensive in cui è più ordinata tatticamente, ci sono strategie che mette in pratica. Si vede che c'è una costruzione. E' proprio cambiata. Sa quello che deve fare. E quando sei decisa, quando sei convinta, poi le cose riescono bene".

Tanto bene da aver sconfitto tante giocatrici che in classifica sono più in alto di quanto Camila sia mai arrivata. E' arrivato il momento della svolta?
"In queste ultime settimane, ha giocato un tennis praticamente perfetto. Il suo potenziale è altissimo, non lo scopriamo adesso, ha già dimostrato che può giocarsela alla pari con tutte. Per me, può arrivare fra le prime dieci del mondo".

I tanti risultati positivi degli italiani nel circuito maschile, e gli attuali successi di Camila, stanno facendo tornare la voglia di giocare a tennis fra i ragazzi e le ragazze? E, più in generale, come vedi il futuro del tennis femminile in Italia?
"Purtroppo abbiamo avuto un periodo in cui abbiamo faticato. Le ragazze hanno avuto delle difficoltà. Non c'era più qualcuno che portava e trasportava i risultati che facevano Farina o Rita Grande prima di me, e poi Erravi, Pennetta, Schiavone e Vinci. Adesso abbiamo Elisabetta Cocciaretto, Martina Trevisan e Jasmine Paolini che sono molto vicine, le altre sono appena dietro e stanno cercando di arrivare in alto ma non è così semplice. Però ci sono delle giovani generazioni che stanno lavorando bene al Centro di Preparazione Olimpica di Formia con me e con il direttore del Settore Tecnico Femminile della Federazione Italiana Tennis, Vittorio Magnelli, una figura di grande esperienza, uno stakhanovista che lavora 24 ore su 24. Serve tempo, ma possiamo essere ottimisti".

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