

Il lavoro è la chiave. Ferdinando Bonuccelli è allenatore ma anche compagno di vita di Lucrezia Stefanini. Un binomio che sta funzionando a meraviglia, con la toscana che si sta togliendo soddisfazioni importanti. Il sogno è di entrare nelle top 100, ma senza alcuna ossessione
15 febbraio 2022
Lucrezia Stefanini è stata una delle sorprese più liete del 2021 e di inizio 2022. La 23enne di Carmignano ha conquistato di recente a Sharm El Sheikh il suo quinto titolo ITF, dimostrando i miglioramenti palesati nella passata stagione. Si allena da oltre cinque anni con Ferdinando Bonuccelli, coach e compagno di vita. Il giovane allenatore siciliano ha fatto il punto della situazione, tra sogni e realtà.
Quando siete venuti in contatto per la prima volta?
“Nel mese di luglio del 2016 fui contattato da Jacopo, il fratello di Lucrezia, per lavorare con lui. Lucrezia stava per uscire dal circuito juniores e da settembre dello stesso anno, se non ricordo male, è iniziata la nostra collaborazione. Se penso al tempo che è trascorso e a cosa siamo riusciti a fare insieme mi spunta un sorriso, devo ammetterlo. In questi casi il primo impatto è molto importante e una cosa che mi colpì subito di lei fu senza dubbio il carattere. Quando ci siamo conosciuti aveva diversi limiti, ma ha lavorato in un modo incredibile per accettarli e superarli. Non tutti hanno questa capacità di mettersi in gioco, è una ragazza dal cuore grande”.
Lucrezia Stefanini esulta stringendo il pugno (foto WTA Portorož)
Quali sono stati gli aspetti più complessi nel passaggio da Junior a Pro?
“La transizione è delicata, bisogna sapere bene cosa fare. Lucrezia ha capito che c’erano aspetti tecnici e fisici ai quali doversi dedicare e lo ha fatto con enorme spirito di sacrificio. L’apporto di Marco Salerno, il preparatore atletico, è stato determinante. È con noi da 5 anni ormai ed è parte integrante del gruppo come fosse un membro della famiglia. La crescita fisica le ha consentito di essere maggiormente aggressiva, entrambi i colpi bimani ce lo impongono, e di poter attuare il piano di gioco con maggiore serenità”.
Ultimamente la tendenza nel circuito è quella di cambiare spesso l’allenatore. Cosa ne pensi?
“Ho creduto alla nostra collaborazione fin dal primo giorno. La mia fortuna, ripeto, è stata quella di aver trovato una persona con la giusta attitudine a fare questo lavoro. Certe doti non si insegnano e Lucrezia le ha di natura. I margini di miglioramento sono enormi e spero che attraverso il lavoro si possa andare ancora più lontano. La differenza, in un rapporto tra giocatrice e coach, la fa il saper superare insieme i momenti difficili. Servono coraggio e voglia di crederci. Nel progetto, non nei risultati. Oggi basta una decisione presa unilateralmente per interrompere bruscamente il lavoro. Alla base c’è la fiducia, senza non si va da nessuna parte”.
Lucrezia Stefanini
Il 2021 è stato l’anno delle prime volte per Lucrezia. Come avete vissuto questi momenti?
“Onestamente non ci aspettavamo un salto in alto così repentino. Ora come ora guardiamo poco i risultati ma tutto ciò è stato importante per darci conferme sul fatto che la strada presa fosse quella giusta. Gioia? Sicuramente tanta e ripaga Lucrezia degli enormi sacrifici che continua a fare da anni. Già nel 2020 era scattato un ‘click’ in lei, poi sappiamo come sono andate le cose. Abbiamo impiegato i mesi di stop per continuare a lavorare, sia dal punto di vista fisico che mentale. La vittoria nel 25.000 di Salinas, nel maggio del 2021, è stata la spinta decisiva per ritrovarci dove siamo oggi”.
Quest’anno dove avete svolto la preparazione invernale?
“Da un anno e mezzo a questa parte facciamo base a Milano, alla Milago Tennis Academy. A dicembre ci siamo concentrati molto sul servizio e sul mantenere un atteggiamento aggressivo. Il ‘piano’ deve essere questo, insieme alla capacità di sapersi adattare alle diverse circostanze. Siamo amici del tempo, non abbiamo fretta”.
Jasmine Paolini e Lucrezia Stefanini (foto Peluso)
Tu e Lucrezia avete un rapporto che va al di fuori del rettangolo di gioco. È difficile gestire una relazione sentimentale ed essere allo stesso tempo un allenatore?
“Sì, lo è. Ma allo stesso tempo volersi bene è una cosa stupenda. Lo stare insieme è un valore aggiunto, non un problema. Lucrezia si fida di me in un modo speciale e questo ha risvolti solamente positivi. Il rispetto e la professionalità non si discutono ma abbiamo entrambi le chiavi giuste per aprire le porte dei nostri cassetti più intimi”.
Il tennis italiano è in uno stato di salute fantastico. Pensi che anche le ragazze possano iniziare a crescere come è avvenuto a livello maschile negli ultimi anni?
“Il movimento sta bene e siamo tutti contenti di questo. I rapporti di amicizia tra ragazzi sono diversi da quelli tra ragazze, ma anche laddove ci fosse un po’ di freddezza in più, la si deve trasformare in uno stimolo a fare sempre meglio. Lucrezia, per esempio, ha sempre visto Jasmine Paolini come un punto di riferimento importante per la sua crescita. Sono entrambe toscane, si sentono spesso e quando possono si confrontano e si scambiano consigli. È una bella amicizia che mi auguro riescano a conservare nel tempo”.
Programmazione ed obiettivi della stagione.
“Ora ci riposiamo un paio di settimane prima di ripartire dalle qualificazioni del torneo WTA 250 di Lione. L’obiettivo del 2022 è quello del miglioramento continuo su tutti i fronti. Il sogno è l’ingresso tra le prime 100 del mondo, ma nessuno di noi lo vive in alcun modo come una ossessione. Viviamo del lavoro quotidiano e della crescita che ne è la naturale conseguenza”.
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