Il ricordo del Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel nel giorno dell'omaggio alla leggenda del tennis azzurro
03 dicembre 2025
Ecco il testo dell'intervento del presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, durante la cerimomia di commemorazione per Nicola Pietrangeli:
"Caro Nick, lo so che anche oggi stai osservando dall'alto con la tua proverbiale ironia. Ci hai messo in un bel pasticcio, hai messo nei guai soprattutto me. Per vent'anni siamo stati d'accordo che io dovessi recitare la parte del tuo segretario per permettere a te di partecipare a tutte le cerimonie e soprattutto di farci sentire i tuoi straordinari discorsi.
Oggi lo devo fare io, il Presidente, e lo devo fare nel giorno più triste, in una di quelle giornate che nessuno avrebbe mai voluto vivere. Una giornata che tu qualche volta addirittura ci hai fatto pensare sarebbe potuta non arrivare mai. Nicola è stata una persona incredibile, una persona unica, una persona irripetibile. Difficile spiegare chi fosse Nicola a chi non ha mai avuto la fortuna di conoscerlo.
Nicola era semplicemente Nicola. Io ho avuto la fortuna, il privilegio di conoscere bene Nicola 25 anni fa e ho trascorso con lui tutto questo periodo. L'ho conosciuto nel momento più buio della storia del tennis italiano ed è straordinario come Nicola se ne sia andato l'altro giorno, in punta dei piedi, aspettando che terminassero questi che sono stati i due mesi più straordinari della storia del tennis italiano, nei quali i suoi ragazzi e le sue ragazze hanno vinto tutto quello che fosse possibile vincere.
È riduttivo dire che Nicola ha dato tanto al tennis italiano. Nicola è stato il tennis italiano. Girare il mondo con Nicola ha significato, per me e per gli altri miei compagni, diventare orgogliosi di essere italiani. Soprattutto all'inizio, quando eravamo giovani dirigenti, Nicola ci ha dato la credibilità che il tennis italiano aveva perduto, ci ha dato la protezione, la sicurezza necessaria per cercare di raggiungere e di mettere in pratica le cose che volevamo fare. Poi le cose si sono riassestate e allora Nicola ci ha dato il coraggio.
Nicola per primo ci ha spiegato che avremmo anche potuto vincere. Sembrava incredibile,. Sembrava che in questo bellissimo e maledetto sport noi dovessimo perdere per forza perché eravamo italiani e poco adatti a questo sport. Nicola ci credeva, ci ha sempre creduto molto più di noi.
Quello che noi cercavamo di fare con Nicola era qualcosa di molto semplice. Volevamo riuscire a trovare dei buoni giocatori e delle buone giocatrici di tennis che però, prima ancora fossero delle brave persone, fossero persone oneste, con dei principi e dei valori da trasmettere alle nuove generazioni. Fossero un po' quello che lui e Lea Pericoli sono stati durante tutta la loro vita.
Inostri nuovi grandi campioni sono talmente giovani che non hanno mai potuto conoscere a fondo e apprezzare quello che Nicola ha rappresentato, i suoi valori. E' normale. Ma sarebbe ingeneroso sostenere che, se sono delle persone esemplari, e lo sono assolutamente, questo sia dovuto esclusivamente a quello che di grande le loro famiglie, i loro istruttori, loro stessi hanno fatto in questi anni. Credo che molto dipenda anche dal contesto, dalla cornice, una cornice nella quale Nicola è stato il faro, il punto di riferimento assoluto. La cornice è stata costruita a immagine e somiglianza sua e di Lea Pericoli.
Cari Marco e Filippo, io credo che voi dobbiate essere orgogliosi di quello che Nicola è stato e ha rappresentato per il tennis italiano, per lo sport italiano, per il nostro Paese. E credo che sia importante dirvi che oggi in Italia, nel tennis, siamo tutti figli di Nicola. Grazie."
