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Campioni internazionali

Sorpresa Korda: “la terra? Mi piace, so come giocarci”

A Monte Carlo il figlio d’arte statunitense fa fuori l’attesissimo Carlos Alcaraz e conferma il suo ottimo rapporto con la terra battuta, non così usuale per gli americani. “Ma io – dice – sulla terra ci sono cresciuto: so come muovermi e posso fare bene”. Alcaraz la prende con filosofia: “perdere è parte del gioco: bisogna accettarlo e guardare avanti”

13 aprile 2022

La trasferta a Monte Carlo è stata snobbata – e non è una novità – da gran parte dei tennisti statunitensi, ma chi ha scelto di iniziare a sporcarsi le scarpe di terra battuta già dal Principato ha fatto bingo.

Taylor Fritz ha dato seguito al titolo di Indian Wells conquistando un posto agli ottavi di finale (in un 1000 sul rosso è la seconda volta in carriera), mentre Sebastian Korda ha fatto ancora meglio spedendo a casa dopo una gran battaglia niente meno che Carlos Alcaraz, fresco campione a Miami ma meno bravo del rivale a gestire una giornata particolarmente ventosa. Molti davano il baby fenomeno spagnolo come favorito al pari di Djokovic per la conquista del torneo, invece sono caduti entrambi all’esordio fra martedì e mercoledì, aprendo un primo quarto di tabellone nel quale proprio il figlio d’arte statunitense diventa uno dei nomi caldi.

Le condizioni di gioco erano davvero difficili – ha detto Korda –, e a ogni punto non sapevo mai cosa aspettarmi. Il vento poteva calare completamente, poi di colpo tornare fortissimo. Ho semplicemente continuato a credere in me stesso, e a provarci. Nel complesso sono felice di come ho giocato”.

A differenza di buona parte dei connazionali, Korda non ha problemi a giocare (bene) sulla terra, come già dimostrato con gli ottavi al debutto al Roland Garros. “Mi sento molto a mio agio sulla terra, perché è la superficie sulla quale sono cresciuto in Florida, anche se su quella verde. Ma da piccolo mi capitava di giocare anche sulla terra rossa, quando viaggiavamo in Repubblica Ceca (paese di papà Petr, ndr). So come si gioca su questi campi: mi muovo bene, mi sento bene, mi piace pensare di essere un giocatore che sa competere su tutte le superfici. Sicuramente il mio gioco è più adatto alle superfici veloci, ma penso di poter ottenere buoni risultati anche sulla terra.

Sicuramente, per entrare in condizione l’ha aiutato il fatto di essere subito uscito di scena a Miami, combinato alla scelta di volare immediatamente a Nizza per prepararsi a dovere. “Invece di tornare a casa – ha spiegato – dopo il torneo di Miami sono subito venuto in Europa, per allenarmi a Nizza. Ho svolto un blocco di allenamento col mio coach e il mio preparatore atletico, e sono arrivato pronto a questo torneo”.

Alcaraz – ha detto sempre Korda – è un giocatore fortissimo, sa fare tutto. È veloce, ha un grande servizio, idem dritto e rovescio, gioca bene a rete. Non c’è nulla che non sappia fare. È molto forte fisicamente e mentalmente, è un avversario davvero difficile da affrontare, e lo diventerà ancora di più nei prossimi due anni. Mi auguro di poterlo affrontare molto spesso in futuro”.

Come Alcaraz ha l’aiuto del saggio Juan Carlos Ferrero, anche Korda può contare nel suo angolo su un campione Slam come papà Petr, mentre alla voce ex numero uno del mondo risponde Andre Agassi, ormai diventato un mentore a tempo pieno, grazie a lunghe telefonate e scambi di vedute. “Ho un sacco di persone importanti sulle quali posso contare – ha spiegato – e dalle quali riesco a raccogliere conoscenze ed esperienza. Parliamo molto, e io cerco di immagazzinare più informazioni possibili, per poi usare tutto ciò a mio favore”.

CARLOS ALCARAZ
Il primo match stagionale sulla terra non è mai facile, ancora di meno contro un avversario come Sebastian e in condizioni di gioco complesse come queste. La terra richiede sempre un periodo di adattamento: i punti sono più lunghi, si scivola, si gioca con più rotazioni, è un tennis completamente diverso rispetto al cemento. Sono dispiaciuto e amareggiato per la sconfitta, perché ho avuto le occasioni per aggiudicarmi il match, ma a volte certe sconfitte fanno bene. Perdere fa parte del nostro lavoro, e bisogna imparare ad affrontare le sconfitte nel modo giusto. Fanno male, ma la settimana successiva c’è subito una nuova opportunità.

Questo match perso non ha nulla a che vedere né con le aspettative né con la stanchezza: fisicamente sono preparato per giocare incontri lunghi e combattuti come questo, mentre mentalmente ho cercato di pensare solo a me stesso, senza dare peso alle attenzioni della gente”.

FELIX AUGER-ALIASSIME
“Oggi Lorenzo ha giocato meglio di me, molto semplice. Devo giocare meglio per poter vincere match come questi. Il pubblico era dalla sua parte, ma non è stato un problema. Dopo aver perso il primo set, sono partito meglio nel secondo ed è stato un peccato che non sia riuscito a mantenere il break di vantaggio. Ma ho perso quel game e poi non sono più riuscito a giocare il mio miglior tennis”.

Ho commesso qualche errore dal punto di vista tecnico, relativo a dove mettevo la palla o a come mi muovevo in campo. Ma il match è finito da poco, e al momento non è facile analizzare ciò che non ha funzionato. Sicuramente, viste le mie ambizioni, dovevo fare meglio. Ma devo rendere onore al mio avversario: Lorenzo ha giocato un gran primo set, senza regalare nulla, mentre nel secondo sono riuscito a rendergli la vita più difficile, ma in certe fasi è stato molto brillante. Ha fatto la differenza”.


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