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Campioni internazionali

Osaka e Serena bocciate anche per Parigi, Kenin no, Medvedev... chissà

a giapponese e la afroamericana non sembrano possedere le armi per riscattare in fretta il ko di Roma sull’ostica terra rossa europea

di | 13 maggio 2021

Naomi Osaka non è mai andata oltre il terzo turno a Parigi e a Wimbledon

Naomi Osaka non è mai andata oltre il terzo turno a Parigi e a Wimbledon

Fu vera gloria? Quanto è davvero merito di Jessica Pegula, Barbora Krejcikova, Nadia Podorska, Vera Zvonareva ed Aslam Karatsev nel decapitare tante teste di serie agli IBI di Roma e quanta fattiva collaborazione hanno ricevuto dalle loro vittime? E, comunque, quale delle teste coronate bocciate anzitempo sulla terra del Foro Italico può rilanciarsi al Roland Garros del 24 maggio e quale invece può già considerarsi bocciata?

   Al di là della classifica, il ko della numero 2 del mondo e del torneo Naomi Osaka non è una vera sorpresa. Pegula è una delle guastatrici del circuito, giocatrice in ascesa, dai quarti degli Australian Open di febbraio, quest’anno ha già eliminato cinque “top ten”, è specialista del cemento ma si adatta alla superficie meglio di Osaka. Che la terra rossa proprio non la ama e ha cominciato la partita nervosa, indispettita da qualsiasi cosa, figurati i rimbalzi e i lunghi scambi. Difficile immaginarla protagonista al Roland Garros dopo che finora è arrivata appena al terzo turno nel secondo Slam della stagione, mentre ha collezionato quattro Slam sul cemento.

Serena Wiliams, che si è arresa a Podorska, non giocava dalle semifinali degli Australian Open persi proprio contro Osaka: solo di rabbia ed esperienza ha mitigato il punteggio ma è sempre stata inferiore all’argentina di ceppo polacco, peraltro semifinalista all’ultimo Roland Garros. La terra europea le è sempre stata indigesta, tanto che al Roland Garros si è aggiudicata meno titoli che negli altri Slam, tre, nella collezione di ventitré totali.

In altri tempi avrebbe rinunciato subito alla rischiosa trasferta di Parigi per non scalfire ulteriormente la fiducia e preservarla per Wimbledon e Us Open. Oggi, in evidente penuria di partite giocate - “L’allenamento, soprattutto per quanto riguarda la terra rossa non è sufficiente”, ha sottolineato in conferenza stampa - ha chiesto ed ovviamente ottenuto una wild card al “250” che comincia sabato a Parma. E renderà quindi indimenticabile l’evento insieme alla sorella Venus nel cast che già comprende Stephens, Keys, Gauff, Anisimova e Giorgi. 

   L’eliminazione di Sofia Kenin per mano di Krejcikova non fa scalpore, ma per tutt’altro motivo, considerando il periodaccio che sta attraversando la piccola statunitense, tanto confusa e delusa da licenziare anche il papà come coach. Ma la terra è nelle sue corde, come garantisce la finale dell’anno scorso a Parigi, ed è probabile che questa bocciatura di Roma sia rivedibile a breve.

   Petra Kvitova che cede alla rediviva Zvonareva fa notizia considerando soprattutto perché la russa, ex numero 2 del mondo, va per i 37 anni, ha avuto una serie di infortuni e si è fermata per due stagioni. Ma notoriamente la superficie lenta non ha mai sorriso alla giraffa ceca un po’ lenta negli spostamenti. Nè la terra di Parigi potrà rivitalizzarla miracolosamente.

Malgrado il clamoroso e insistito “Mamma mia!” che Daniil Medevedev ha gridato durante il derby perso contro Karatsev, malgrado le sue imprecazioni di questi giorni, malgrado il ruolino di marcia in negativo sulla superficie le bocciature sulla terra del numero 2 del mondo sono più figlie di un rifiuto sistematico, mentale, che tecnico. Con un altro po’ di preparazione specifica e un buon tabellone, magari, chissà, sui cinque set, al Roland Garros, potrebbe trovare qualche via di fuga verso la vittoria. Cancellando così in fretta questo ko di Roma contro un avversario comunque solido, potente, motivatissimo nella missione capitolina di sgambettare il numero 1 di Russia.

La russa Vera Zvonareva, 36 anni


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