

Il campione scozzese medita se continuare a cercare un livello di gioco che gli faccia venir voglia di continuare o salutare definitivamente il circuito. Nel frattempo racconta i suoi luoghi del cuore a un magazine scozzese e progetta vacanze nelle isole più selvagge del nord dove c’è… il Bunabhainneadar tennis court
di Enzo Anderloni | 28 ottobre 2020
Novak Djokovic è tornato in campo a Vienna, Nadal lo farà a Parigi Bercy, la prossima settimana. Federer guarda all’Australia, in gennaio. Andy Murray forse non torna. Forse si prende la pausa più lunga dal tennis professionistico, quella che non prevede di rimettere piede su un campo a lottare pur un altro titolo. Lo sapremo probabilmente da qui a fine anno. Il tennis però è destinato a rimanere un orizzonte pieno di suggestioni nella sua vita.
Mentre medita sull’oggi della pandemia mondiale che ha chiuso le porte agli spettatori del tennis e sulle possibilità di rimettersi di nuovo in gioco ma con più margini di competitività di quelli mostrati agli ultimi Us Open, Murray fantastica su vacanze con la famiglia, nella sua terra, a scoprire angoli di magia dove si nascondono misteriosi… campi da tennis.
Lo ha raccontato in un’intervista alla rivista Scotland, il magazine bimestrale che racconta la storia e le bellezze della patria degli Highlander. Tra tante mete esotiche che potrebbe permettersi, quello che gli piacerebbe andare a scoprire sono le Outer Hebrides, alla lettera le Ebridi Esterne, dette anche Western Isles, una serie di isole al largo della Scozia occidentale in cui si parla ancora un misto di scozzese e gaelico.
Paesaggi magici e lunari, usati addirittura da Stanley Kubrick per alcune sequenze di “2001: odissea nello spazio”.
“Mi ha sempre intrigato l’dea di andare a visitare le Outer Hebrides e qualche altra isola del nord – ha dichiarato- In particolare sono curioso di scoprire la Isle of Harris che dicono possedere un fascino incredibile. E inoltre ospita il Bunabhainneadar tennis court, che dicono essere il campo da tennis nel posto più remoto del mondo. Pare si tratti di uno scenario davvero spettacolare”.
Che passione la sua, per il tennis e la sua Scozia. Un campionissimo che ha toccato le vette più importanti (è stato n.1 del mondo, ha vinto 2 volte Wimbledon e 2 gli Us Open, le Atp Finals, l’oro olimpico, la Coppa Davis) ma ha sempre tenuto i piedi per terra, la sua terra.
Pubblicamente favorevole all’indipendenza della Scozia quando non gli faceva comodo per entrare nel cuore degli inglesi; primo top player a scegliere una donna come coach (Amelie Mauresmo), quando Fiona Liang di “Scotland” gli chiede quale sia il suo ricordo più vivido dell’infanzia sceglie il Dunblane tennis Club, dove ha imparato a giocare e dove sua mamma Judy faceva la maestra di tennis
“E i ricordi cui sono più legato sono tutti a casa dei miei nonni, a due passi dal tennis club. Io e mio fratello Jamie ci passavamo un sacco di tempo dopo la scuola ed era il luogo dove si festeggiavano Natale e i compleanni. Ancora oggi lo è”.
E i ricordi più indelebili? Sono ancora un Dunblane e non sono legati a quella giornata di orrore del 1997 (aveva 9 anni) in cui uno squilibrato entrò a scuola e uccise 16 bambini e la loro insegnante (lui e Jamie si salvarono nascondendosi nell’ufficio del preside).
I ricordi che resteranno per sempre sono legati alla Cattedrale di Dunblane.
“Io e mia moglie Kim abbiamo voluto sposarci lì’ nel 2015. E’ stato un giorno che nessuno di noi dimenticherà. Tanta gente del posto è venuta a stringersi intorno a noi e abbiamo potuto passare del tempo con i nostri amici di sempre, quelli che mi hanno aiutato a diventare la persona e il giocatore che sono oggi”.
Nella sua Scozia Andy si è sempre ritrovato, in particolare quel giorno, all’altare con la donna della sua vita e il kilt con i colori del clan locale.
Nella stessa Scozia ora desidera andare alla ricerca di panorami sognati e ancora sconosciuti. E di campi sperduti. Forse il più sperduto di tutti: Bunabhainneadar.
Non faremo come Mats Wilander, che non vorrebbe più vederlo in campo se non riesce a esprimere un tennis di livello adeguato alla sua fama: la presenza di Sir Andrew Baron Murray è sempre una boccata di aria fresca nel mondo del tennis. Al di là di come riesce a giocare, ci ricorda sempre come deve essere un grande campione
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