

Tsitsipas si salva al quinto set contro un ritrovato Kokkinakis, e si compiace della grinta mostrata sulla Rod Laver Arena. Ashleigh Barty rassicura tutti sulla vistosa fasciatura alla coscia sinistra, mentre Sofia Kenin incolpa la pressione: “mi sono posta troppe aspettative”
11 febbraio 2021
VOCI DALL'ALTRO MONDO – DAY 4
STEFANOS TSITSIPAS
“È stato davvero un grande match fino alla fine. Ho lottato come un leone, come un vero guerriero, ed è stata una partita ricca di emozioni. Ho avuto un po’ di difficoltà all’inizio del match, ad abituarmi alle condizioni della Rod Laver Arena, anche perché arrivavo da una sfida contro un giocatore che tira piano ma gioca molto profondo, come Gilles Simon. Ce l’ho messa tutta: quando ho dovuto fare di più, l’ho fatto. Ma ha fatto lo stesso anche il mio avversario, servendo sempre benissimo quando ne aveva bisogno. Non mentirò: per me è stato davvero frustrante”.
“Thanasi è un ottimo giocatore: sa fare bene tutto e anche oggi l’ho dimostrato giocando un tennis fenomenale. Ha un gran dritto, un ottimo servizio, e il suo potenziale c’è ancora. Può mettere in difficoltà qualsiasi giocatore e l’ha già dimostrato. Mi auguro che possa finalmente stare alla larga dagli infortuni. Io ci sono passato, e so quanto mentalmente possa essere difficile passare attraverso periodi così. Spero per lui che possa stare in salute e competere un anno intero senza infortuni e fastidi vari”.
ASHLEIGH BARTY
“Fino al 6-1 5-2 ho fatto tutte le cose giuste, poi tatticamente mi sono un po’ smarrita. Ma ho comunque cercato di portare avanti i miei schemi, accettando qualche errore a patto che il mio modo di giocare fosse corretto. Non credo sia stato un calo di concentrazione, ma penso sia qualcosa di normale dopo quasi un anno senza giocare alcuna partita. Sono felice di come sono riuscita a reagire: ho giocato un ottimo game sul 5-6 e poi ho vinto il tie-break, chiudendo in due set e guadagnandomi la possibilità di andare avanti”.
“Australian Open e Roland Garros sono i due Slam nei quali le condizioni cambiano più rapidamente, e un giocatore deve adattarsi cambiando il modo di giocare o la tensione dell’incordatura. In uno stadio come la Rod Laver Arena il vento può fare la sua parte, ma ormai ho giocato in così tante condizioni diverse da essere capace di capire come comportarmi in determinate situazioni. Lo dimostra il fatto che oggi, per esempio, quando ne ho avuto bisogno ho giocato molto bene i punti importanti”.
“Il bendaggio (alla coscia sinistra, ndr) è molto vistoso, ma in realtà è più che altro un modo per tenere fissato il tape applicato dal fisioterapista. Gli uomini riescono a nascondere certi bendaggi sotto i pantaloncini, mentre noi donne no, ma non ho nessun problema in particolare. Ho solo avvertito un fastidio prima del mio match di primo turno, quindi per evitare che la situazione si aggravasse abbiamo pensato a un bendaggio funzionale di supporto. Negli ultimi 10 giorni ho giocato tante partite dopo un lungo periodo di inattività, è naturale avere qualche piccolo acciacco”.
SOFIA KENIN
“In campo ero troppo nervosa, e non sono mai riuscita a trovare il mio ritmo, a eseguire i colpi come avrei voluto. La mia avversaria ha giocato molto bene, aveva un buon piano e l’ha applicato a dovere. Credo di essere stata tradita dalla tensione, che si era già fatta sentire nel mio match di primo turno. Ho giocato bene, ma non mi sono sentita bene. Da quando ho vinto qui lo scorso anno, è come se ognuno si aspettasse da me che vincessi di nuovo. Non voglio togliere meriti alla mia avversaria, ma in campo non c’ero con la testa. Ho avuto occasioni e non le ho sfruttate. Ognuno mi ha chiesto se avrei vinto ancora, se volessi vincere ancora, e i nervi mi hanno tradita”.
“Non ero abituata a una situazione simile, quindi ora devo cercare di capire come posso esprimere il mio vero livello di tennis anche quando le aspettative sono alte. Ho avuto la possibilità di allenarmi per due settimane, mi ero preparata molto bene e mi sentivo alla grande, ma in campo non sono riuscita a replicare tante cose. Mi ricordo che lo scorso anno arrivai a Melbourne consapevole di poter giocare un buon torneo, e partita dopo partita sono arrivata al titolo, ma senza mettermi addosso tutta la pressione che ho sentito quest’anno. Stavolta, invece, sentivo che tutti si aspettassero da me un grande torneo, e mi sono posta troppe aspettative che non hanno fatto bene al mio tennis”.
BELINDA BENCIC
“Per noi tennisti avere la possibilità di tornare a giocare è qualcosa di stupendo, anche se le condizioni non sono ancora le migliori. Dobbiamo essere tutti grati agli organizzatori per la possibilità che ci stanno dando. Detto questo, nel mondo c’è ancora tanta gente che soffre e non sta vivendo la vita che vorrebbe. Il tennis non è la cosa più importante nemmeno quando tutto va bene, quindi lo è ancora meno in questo momento. Tuttavia, mi auguro che questo torneo possa portare un po’ di gioia e di divertimento agli appassionati, e a chi sta vivendo una situazione complessa. Spero che la situazione possa risolversi presto, così che ognuno abbia modo di tornare alla vita normale di prima”
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