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Campioni internazionali

Ordine e tanta fiducia, adesso è Garin il nuovo crack

Per la prima volta nei Top 20 (best ranking n.18) dopo 2 titoli sulla terra rossa nel 2020, il cileno scoperto da Toni Nadal e già perno della nazionale di Davis ha ancora molti margini di miglioramento, specialmente sulle altre superfici

di | 29 febbraio 2020

Uno dei protagonisti del mese di febbraio è stato Cristian Garin. In grado di vincere a Cordoba e a Rio de Janeiro, la settimana scorsa il cileno è entrato nei top 20 per la prima volta in carriera. Ex allievo di Toni Nadal, che ne aveva intuito le potenzialità prima ancora di entrare tra i primi 200 giocatori del mondo, Garin è riuscito a intraprendere un lavoro con Andres Schneiter che gli ha permesso di avere finalmente la stabilità e l’ordine necessari per potersi concentrare solamente sul tennis e su tutti gli aspetti legati alla professione.

Per risultare efficace anche sulle superfici più rapide Garin avrà bisogno di lavorare ancora sulla varietà e sulla continuità

La collaborazione è nata nell’estate del 2018, quando il cileno si aggirava intorno al n.160 Atp senza un allenatore e una struttura dove potersi allenare costantemente nelle settimane in cui non prendeva parte a tornei. Una volta trovata una guida tecnica solida e affidabile, sono arrivati anche i risultati. Alla fine del 2018 ha vinto tre Challenger e raggiunto la finale in un altro. Questi risultati gli hanno dato grande fiducia e lo hanno proiettato al n.84 all’inizio del 2019, per poi esplodere del tutto con la finale di San Paolo e le vittorie di Houston e Monaco di Baviera, che hanno fatto sì che a giugno arrivasse al n.32 ATP.

 

Dopo anni in cui ha avuto difficoltà a gestire il suo rapporto con gli allenatori e a rimanere presente in campo sotto il profilo mentale, adesso sembra che sia arrivato il suo momento. C’è però ancora molto da lavorare. Escludendo i quarti di finale di Parigi Bercy dello scorso autunno, Garin deve ancora dimostrare di poter essere competitivo quando non gioca sulla terra rossa, su cui nel 2019 ha vinto ben 20 partite a livello ATP (solo in quattro hanno fatto meglio di lui). Non a caso ha vissuto un pessimo mese di gennaio australiano, in cui ha vinto una sola partita su sei tra ATP Cup - dove non ha raccolto nemmeno un set - Adelaide e Melbourne.

Garin ha lavorato molto sulla sua solidità, come emerso perfettamente nella finale di Rio contro Mager, in cui ha commesso solamente 7 errori gratuiti.

L’INCOSTANZA DEI COLPI DI INIZIO GIOCO

Uno dei colpi con cui fatica a trovare continuità è il servizio. Analizzando i dati ATP dell’ultimo anno, emerge che è 53° per serve rating, vincendo il 71,7% di punti con la prima e il 51,5% con la seconda (41°). Inoltre, è 49° per game vinti al servizio (79,3%). È importante però notare che, considerando soltanto le partite disputate sulla terra battuta, Garin è 23° per efficienza al servizio, nonostante le cifre registrate negli indicatori statistici non presentino variazioni superiori allo 0,7%.

Per risultare efficace anche sulle superfici più rapide, avrà bisogno di lavorare ancora sulla varietà e sulla continuità, due fattori che peraltro spesso viaggiano insieme e che gli potranno consentire di essere sempre più competitivo e di creare problemi a giocatori potenti – si pensi al dominio subito da Raonic a Melbourne – anche su superfici diverse dalla terra.

Da un punto di vista delle scelte di gioco, si può notare come in questo inizio di stagione il cileno abbia ottenuto molto dal servizio slice da destra, importante per indirizzare subito lo scambio e che prova il 35,4% delle volte vincendo il 79,6% dei punti, mentre cerca la “T” più spesso (57,4%), ricavando tre punti su quattro.

Dall’altra parte del campo lo slice funziona meno bene, dal momento che quando cerca il centro – ovvero il 38,2% delle circostanze – vince il 65,7% dei punti, mentre se tira verso la riga esterna guadagna addirittura l’82,7% dei “15”, senza perdere nemmeno un punto quando deve salvare una palla break.

Cristian Garin

Con la seconda, invece, è interessante notare la variazione del suo rendimento da destra quando tira al centro (44%, la prova il 31,4% delle volte) e nelle altre circostanze. Quando va esterno (25,1%) vince il 57,5% dei punti, mentre se tira al corpo arriva al 58%. Nonostante sia un giocatore che ama la terra battuta, nel 2020 sta provando pochissimo la seconda esterna in kick da sinistra (13,5%), che gli fa vincere il 47,1% dei punti. Anche da questa parte di campo, Cristian ottiene moltissimo quando serve al corpo (69,6%), mentre se tenta la soluzione centrale – vale a dire il 42,1% delle volte – conquista il 50,9% dei punti.
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Tornando alle discrepanze relative alle superfici, appare utile segnalare che Garin in risposta è 30° per efficienza, arrivando al 53° posto sul cemento e al 27° sulla terra. Quando deve fronteggiare una prima di servizio, vince il 33,2% dei punti sulla terra, mentre sul duro non va oltre il 22,8%. Anche sulla seconda i numeri cambiano molto, passando dal 51,9% maturato sul rosso al 47,1% del cemento. Su queste basi, non deve sorprendere che ci sia tanta differenza in termini di game vinti in ribattuta quando gioca sulla terra rispetto a quando compete sul duro, passando dal 27,5% (27° posto) al 15,6% (52° posto).
Dopo la sua vittoria a Cordoba, Garin ha sottolineato quanta fiducia abbia in questo passaggio della sua carriera: “A prescindere dalle circostanze, penso di poter vincere”. È anche così che si spiega il suo quinto posto nel rendimento sotto pressione. Il cileno nell’ultimo anno ha vinto il 58,1% dei tie-break (l’80% sul mattone tritato) e tre match su quattro tra quelli che si protraggono fino al set decisivo (92,3% sulla terra).

Con il passare degli anni, poi, Garin ha lavorato molto sulla sua solidità, come emerso perfettamente nella finale di Rio contro Mager, in cui ha commesso solamente 7 errori gratuiti.

D’altra parte, Cristian può ancora migliorare sensibilmente nella transizione offensiva e nella scelta del colpo da seguire a rete, evitando magari di cercarla solo dopo aver provato a colpire la palla con grande potenza, circostanza che a volte può far sì che l’avversario possa appoggiarsi senza grossi problemi per tirare un passante competitivo, stroncando la discesa a rete e approfittando del suo posizionamento non eccezionale.

In ogni caso, la sua capacità di giocare in maniera ‘ordinata’ sta crescendo. Nel match di Melbourne contro Travaglia, Garin ha cercato la rete senza insistenza ma con grande profitto, vincendo 18 punti su 22, oltre ad aver sfruttato moltissimo la potenza del suo dritto, con cui ha prodotto 13 vincenti e soltanto 9 gratuiti.

Un altro aspetto su cui dovrà continuare a progredire è l’efficacia del colpo in uscita dal servizio, essenziale per garantirgli tanti punti senza scambiare molto ed esaltare la sua aggressività.

L'OCCHIO TECNICO: L'ANALISI DEL GIOCO DI CRISTIAN GARIN PER IMMAGINI

Un'arma che Cristian Garin sfrutta sempre a suo vantaggio è la grande potenza che riesce a produrre con il suo diritto

In tal senso è dunque interessante analizzare quanto accaduto durante gli ultimi Australian Open. Nel match con Travaglia, quando gli scambi si sono conclusi al terzo scambio con il cileno alla battuta, quest’ultimo ha vinto 21 punti – tutti conquistati con un vincente – perdendone 19, di cui 14 a causa di un errore gratuito.

Nell’incontro di secondo turno contro Raonic, invece, in queste situazioni Garin ha avuto un rendimento peggiore, vincendo 4 punti su 13.

Inoltre, il 23enne di Santiago ha messo a segno 4 vincenti e ha costretto all’errore il canadese con il colpo successivo in altrettante occasioni. Contro Raonic, poi, non ha trovato soluzioni in ribattuta né all’interno dello scambio, faticando non poco anche quando il palleggio si prolungava.

Pur avendo buoni doti difensive, Garin ha ancora bisogno di migliorare sensibilmente nella capacità di non perdere campo contro avversari particolarmente potenti - si pensi a come venne dominato da Wawrinka in occasione della scorsa edizione del Roland Garros 2019 - o abili nel colpire la palla con grande anticipo, come visto in diversi passaggi della finale di Rio contro Mager.

Anche per queste ragioni, per Garin potrebbe essere importante migliorare nell’utilizzo dei cambi di ritmo. La strada che dovrà continuare a percorrere per diventare competitivo sul cemento ed estrarre il massimo dal suo potenziale passerà anche da questo tipo di dettagli.
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