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Beach tennis

Cappelletti, l'uomo dei record: "A Cesenatico per il settimo Mondiale"

Michele Cappelletti torna a giocare i Mondiali in casa, sulla spiaggia dove ha imparato il beach tennis. Campione in carica, si presenta con un partner diverso e le stesse grandi ambizioni

di | 31 agosto 2025

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Michele Cappelletti, l'uomo dei record nel beach tennis, torna a Cesenatico da campione del mondo in carica, con un unico obiettivo: vincere di nuovo, davanti ai suoi tifosi. “Trionfare l'anno scorso sulla sabbia dove ho imparato a giocare è una delle più grandi soddisfazioni della mia carriera” ci ha detto.

Cesenate di nascita, diventato per la prima volta dieci anni fa numero 1 del mondo, oggi numero 3 nel ranking ITF di questa specialità, è l'unico giocatore a poter vantare sei titoli mondiali. Per inseguire le sue grandi ambizioni lavora con un team completo: l'allenatore Alessandro Buccelli, suo amico d'infanzia; il preparatore atletico Andrea Stuto e un mental coach brasiliano, Renato, con cui collabora da circa tre mesi. Negli anni ha visto il beach tennis diventare più fisico e completo, dice. Ha smentito chi pensava che i suoi trionfi si sarebbero ridotti dopo l'introduzione di nuovi regolamenti. E a casa si ripresenta per aggiungere nuove pagine storia alla sua carriera da leggenda.

Da campione in carica, con che spirito si ripresenta quest'anno a Cesenatico?
Sicuramente l'ambizione è sempre di provare a vincere. Sono campione in carica l'anno passato, ho vinto qui in casa mia davanti al mio pubblico, nella sabbia dove ho iniziato a praticare questo sport. Quest'anno mi presento con un compagno diverso rispetto al 2024. Allora vinsi con Andrea Baran, quest'anno tornerò a giocare con lo spagnolo Antoni Ramos: insieme abbiamo già vinto il Mondiale nel 2022.

Dal punto di vista tecnico, cosa è cambiato da un compagno all'altro?
Io ho sempre giocato a sinistra e questo sarà un cambiamento tecnico importante perché Baran è un giocatore mancino di un metro e 95, mentre Ramos è un giocatore di mano destra ed è alto un metro e 80. In questi ultimi due mesi, da quando ho ripreso questa collaborazione con Ramos, sto cercando di riadattarmi a giocare in maniera un po' diversa, cambiando i movimenti e la copertura del campo. Ultimamente i risultati non sono stati quelli che avremmo sperato, ma ci stiamo preparando al meglio per arrivare carichi e pronti al Mondiale.

È il giocatore più titolato ai Mondiali di beach tennis: qual è il punto di forza che le ha permesso, secondo lei, di ottenere così tanti successi con partner differenti?
Sicuramente il fatto di essere un giocatore molto alto, perché comunque sono anche io quasi 1,95 m, il fatto di riuscire a servire bene a favore di vento mi dà la possibilità, l'altezza è questa caratteristica, di riuscire ad adattarmi tecnicamente a giocatori di vari tipi di caratteristiche. Quindi penso che sicuramente soprattutto il servizio a favore di vento, l'altezza, i centimetri, sono sempre stati i miei due segreti per riuscire ad adattarmi a vari giocatori diversi in questi anni.

Cappelletti, l'uomo dei record: "A Cesenatico per il settimo Mondiale"

Venendo un po' alla sua storia, come si è avvicinato al beach tennis?
Ho giocato a tennis fino ai 16 anni, più o meno, poi ho avuto un problema fisico al gomito e da lì mi sono fermato. Già allora tutte le estati giocavo a beach tennis al mare, qui da me a Cesenatico. Mio padre, che è stato il primo allenatore ufficiale di beach tennis in Italia, mi ha trasmesso la passione. Per me, che amo l'estate e il caldo, che da tennista ero un giocatore da serve and volley, poter praticare uno sport in spiaggia, dove si giocavano tante volée era ideale.

Nel corso della sua carriera ha visto il suo sport cambiare: come si è evoluto negli ultimi anni, dal punto di vista anche tecnico?
Ci sono stati tanti cambiamenti negli ultimi anni, io penso che la pandemia sia stato un momento chiave. Da quel momento si è sviluppato moltissimo in Brasile e sono state introdotte modifiche tecniche rilevanti nel beach tennis maschile: l'altezza della rete è stata portata dai 170 ai 180 centimetri, è stato poi stabilito che chi risponde deve restare almeno a tre metri dalla rete e il compagno del giocatore al servizio almeno a sei, prima che la palla sia in gioco. Questa evoluzione delle regole ha portato ad avere uno sport più completo a livello tecnico e complesso. Per noi atleti significa dover essere fisicamente sempre preparati e tecnicamente capaci di fare un po' tutto.

In questo modo le è tornata magari più utile la sua precedente esperienza tennistica?
Sicuramente, anche se una volta che entri nei dettagli del beach tennis ti rendi conto di quante differenze ci siano.

Qual è la differenza, rispetto al tennis, che quando ha iniziato l'ha sorpresa di più?
La fase statica senza dubbio. Nel beach tennis devi avere grandi riflessi, la palla arriva molto veloce, spesso il segreto è fare movimenti più brevi possibili. Questo per me è stato il cambiamento più difficile, nel tennis i movimenti sono ampi e anche quando giochi una volée c'è sempre un'apertura. Nel beach tennis la ricerca della palla è completamente diversa.

Come vede il beach nei prossimi anni?
È una bella domanda, nel senso che io penso che abbiamo creato una base per il presente e per il futuro molto importante in Brasile, dove oggi ci sono più di due milioni di praticanti, tantissimi club, moltissime arene e c'è un grande sviluppo anche a livello giovanile. Quella penso che sarà per la base per il presente e per il futuro. Si sta lavorando per cercare di avere uno sviluppo simile anche altrove, e mi auguro che ci sia soprattutto negli Stati Uniti.

Anche lei hai scelto di andare a vivere in Brasile?
Sì, vivo a San Paolo ormai da tre anni, probabilmente sono stato il primo degli italiani tra i giocatori attuali ad andare ad abitare là. In questo momento il Brasile offre possibilità superiori ad ogni altro Paese, ma sono sempre felice di rientrare a casa. Così come sono felice e orgoglioso di poter giocare il Mondiale, che è il torneo più importante.

Cappelletti, l'uomo dei record: "A Cesenatico per il settimo Mondiale"

Che effetto le ha fatto, dopo questa decisione, diventare uno sportivo molto popolare?
È stato bello, ma da quando ho sentito di essere sempre di più una figura pubblica ho capito di avere anche una maggiore responsabilità. Bisogna avere un'attenzione diversa nella maniera in cui si comunica e negli atteggiamenti in campo e fuori. Questa attenzione mi fa sentire orgoglioso ma devi saperla gestire bene, nella maniera giusta, e non montarti la testa.

Volendo riassumere la sua storia per brevi fotogrammi, quali momenti porta nel cuore?
Il primo che mi viene in mente è il primo titolo italiano in doppio. Giocavo con Luca Carli, vincemmo i campionati italiani indoor, un torneo dove riuscimmo a battere varie coppie top del circuito. Quel successo ci ci fece iniziare a credere di poter essere una grande coppia. Sicuramente un altro momento chiave è la vittoria del mio primo mondiale nel 2015 in Serbia insieme a Matteo Marighella, una delle leggende di questo sport. Mi ha sicuramente sbloccato a livello mentale perché era il mio sogno, che ho realizzato a 23 anni. Quello infatti mi ha aperto una strada per altri due successi consecutivi, nel 2016 e nel 2017, insieme a Luca Carli. Un altro momento chiave, poi, è il mondiale che ho vinto insieme ad Alessandro Calbucci nel 2019 dopo il cambiamento delle regole.

Perché quel successo è così importante per lei?
La posizione del giocatore in risposta era stata portata a tre metri dalla rete: all'epoca per me fu un grande cambiamento perché io ero uno di quei giocatori che rispondeva, come si diceva nel nostro gergo, a muro, molto vicino a rete. Molti pensavano che con questa nuova regola non sarei più stato il campione di prima, invece dopo neanche un anno sono riuscito a vincere il torneo più importante insieme a una leggenda come Calbucci e a tornare numero 1 del mondo.

Che effetto le ha fatto, e in genere le fa, giocare questi grandi appuntamenti come il Mondiale in Italia?
Giocare il Mondiale in Italia mi piace molto, sento che la mia concentrazione arriva veramente al massimo. Poi un'altra cosa che a me piace molto nel Campionato del mondo è il fatto che si gioca solo una partita al giorno perché puoi concentrare tutta la tua energia singolarmente su quel match e poi staccare la spina subito dopo il match. Giocare questo torneo in casa, in Italia, dove lo sport è nato, proprio nella mia città, mi dà uno stimolo, un orgoglio in più. Per me vincere il titolo mondiale l'anno scorso qui, con la mia famiglia e i miei amici d'infanzia che mi guardavano, è una delle tre più grandi soddisfazioni della mia carriera.

Per chi non conosce questo sport, quali sono dei buoni motivi per venire a vedere il Mondiale a Cesenatico a settembre?
Ci saranno i migliori atleti provenienti da tutto il mondo, si vedranno partite di altissimo livello, sia a livello maschile che femminile. Dal vivo soprattutto si potrà godere del gesto tecnico, della presenza fisica degli atleti, si potranno apprezzare i riflessi e la velocità del gioco. E poi c'è la bella atmosfera che Cesenatico riesce a creare. Chiaramente sono di parte, ma penso che sia una chicca dell'Emilia-Romagna. In sintesi, chi verrà a Cesenatico resterà estasiato dalla bellezza della città, troverà una qualità di cibo fantastica, vedrà un gioco di livello altissimo. Non si può fare meglio di così.

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