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Tsitsipas rivela: "Difficile lavorare con dittatori, mio padre tornerà a seguirmi"

Il chiaro messaggio di Stefanos Tsitsipas a Goran Ivanisevic nell'intervista alla testata greca Sports Dna

24 luglio 2025

Stefanos Tsitsipas (Getty Images)

Stefanos Tsitsipas (Getty Images)

"È molto difficile avere a che fare con dittatori e persone che parlano in modo negativo, e con cui senti che non c’è un legame". Stefanos Tsitsipas ha spiegato così, in un'intervista alla testata greca Sports DNA, la scelta di chiudere quello che nella nota ufficiale aveva definito "il capitolo breve e prezioso" con Goran Ivanisevic come coach. 

"Quando lavoro con le persone giuste, con persone che scelgo io e che mi fanno sentire a mio agio, allora c'è un'atmosfera positiva. Sentirsi a proprio agio non significa che smetto di allenarmi quando voglio o che decido io quanta attività fisica fare - ha spiegato - Ma si tratta di costruire un team di persone che seguono una linea comune, che condividono gli stessi obiettivi e allo stesso tempo mantengono un ambiente amichevole in tutto questo".

Il greco, ex numero 3 del mondo, ha più volte parlato della sua ambizione di costruire un team che sia come una famiglia. E proprio alla famiglia, nel senso letterale del termine, torna a guardare per il futuro. Il padre Apostolos tornerà a guidare il team come allenatore. "Abbiamo trovato una nuova linea di comunicazione e un modo per parlarci - ha detto. Voglio bene a mio padre con tutto il cuore, e quello che ha fatto in questi anni è davvero straordinario. Mi è stato vicino nei momenti difficili, nei momenti di successo e nei bei momenti: la mia famiglia c’è sempre stata. Non voglio allontanarmi da loro".

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Dopo l'esperienza in Hopman Cup a Bari, Tsitsipas appare ottimista in vista delle prossime settimane e del lavoro che servirà a preparare al meglio lo US Open, ultimo Slam della stagione che sarà trasmesso in chiaro e gratis, per tutti, su SuperTennis.

"Se continuo gli allenamenti con il ritmo che sti mantenendo adesso e lavoro con la giusta mentalità ogni giorno, credo che tornerò dove merito di essere - ha detto - Ora mi sento più sollevato, ma anche più vicino allo Stefanos di 15 anni, quello che ha iniziato a giocare a tennis. Mi sento più vicino a quella versione di me stesso rispetto a prima".


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