

Il giovane NextGen si è aggiudicato il derby contro Giron, il russo in due set ha chiuso la favola della wildcard Mochizuki
di Ronald Giammò | 21 ottobre 2023
Dopo New York, ecco Tokyo. Prosegue la predilezione di Ben Shelton per le grandi megalopoli. E così dopo aver centrato agli Us Open la sua prima semifinale in carriera, ecco arrivare anche il pass per la prima finale nella capitale giapponese, arrivato dopo aver vinto il derby contro Marcus Giron col punteggio di (2)67 76(5) 64. Per l'americano, virtuale n.17 del mondo - sua miglior classifica in carriera - si è trattato del sesto match conclusosi al terzo set negli ultimi sette da lui disputati.
"Oggi sentivo le gambe un po' pesanti, ma per domani avrò di sicuro recuperato e sarò pronto. Se non altro so che ci sarà molta adrenalina a tenermi su in vista di quel match", ha dichiarato a caldo Shelton, vincitore di un match n cui per lunghi tratti è sembrato rincorrere e faticare contro un avversario apparso invece molto più lucido e preciso.
ATP Tour final: Unlocked ??@BenShelton defeats Marcos Giron to reach his first tour-level final of his career in Tokyo.#kinoshitajotennis | @japanopentennis pic.twitter.com/JQFrPq3Ta9
— ATP Tour (@atptour) October 21, 2023
Ma in un torneo che turno dopo turno ha visto cadere tutte le teste di serie più alte del tabellone, il merito di Shleton è stato quello di aver inanellato prestazioni convincenti quanto solide, l'aver trasformato i momenti di sofferenza in circostanze da cui ha dimostrato di sapersi tirar fuori, culminando nel match odierno, dove pur in vantaggio di un break nel primo set non è riuscito a mantenere il suo vantaggio finendo con l'esser recuperato e infine superato al tie-break dal suo rivale.
Poteva essere un colpo difficile da incassare. Specialmente dopo il seguente break incassato subito in avvio di secondo set da Shelton. E ancora più quando il punteggio lo ha visto pericolosamente sotto 5-2 con Giron al servizio per chiudere il match. E invece da lì è partita la rincorsa verso la sua prima finale in carriera: prima i due break recuperati, poi i tre set point sciupati e infine il tie-break vinto per rirpristinare una parità fino a pochi minuti prima impossibile da prevedere.
Il più era ormai fatto. E nel terzo set, con l'inerzia tutta dalla sua, per Shelton si è trattato solo di gestire le operazioni in attesa di colpire al momento giusto, puntualmente presentatosi a metà parziale, e da lì veleggiare sicuro fino al match point decisivo, siglato con un ace.
Se per Shelton il torneo resterà quello della sua prima finale in carriera, per Shintaro Mochizuki l'evento casalingo resterà scolpito nella memoria come quello del suo esordio. La wild card giapponese, al suo primo main draw nel circuito Atp, dopo aver centrato la sua prima vittoria in carriera (contro l'argentino T.M. Etcheverry) e il suo primo successo contro un top10 (Taylor Fritz), ha chiuso la sua corsa contro il russo Aslan Karatsev, vincitore in due set - 63 64 - e qualificatosi così per la sua quinta finale in carriera, la prima del 2023. Contro Shelton c'è un solo precedente, e risale proprio agli US Open, quando al terzo turno fu l'americano a imporsi. Mochizuki avrà di che consolarsi, visto che i risultati ottenuti da lunedì gli consentiranno di compiere un balzo di quasi cento posizioni nel ranking attestandolo come nuovo n.129 del mondo.
"Dovrò correre molto", aveva pronosticato il nipponico in vista della sfida odierna. non è bastato, contro un Karatsev fin dall'avvio concentrato e non certo disposto a farsi sorprendere dalla rivelazione del torneo. L'85% di prime messe in campo nel primo set dal russo sono un biglietto da visita difficile da ignorare, una dichiarazione d'intenti più di un colpo d'avvio. Mochizuki ha corso e rincorso, lottato e annullato palle break, ma a metà parziale l'ostinazione del russo ha infine fatto breccia regalando lui il break decisivo.
Shintaro Mochizuki waves goodbye to the Tokyo crowd
— The Tennis Letter (@TheTennisLetter) October 21, 2023
The wildcard ranked #215 in the world
The 1st Japanese player to reach the SF here since Nishikori in 2018
Lowest ranked semifinalist since 1986
A well-deserved standing ovation.
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pic.twitter.com/e1Wjm9G3vd
Nel secondo, se possibile, la prestazione del russo è stata ancor più clinica di quella offerta nel primo. La percentuale di prime in campo è addirittura cresciuta (88%), per Mochizuki non c'è stata più alcuna palla break e così, soffocato nelle iniziative e in balia delle scorribande altrui, non ha potuto far altro che lavorar d'orgoglio per rimandare l'esito di un match chiuso da Karatsev alla prima occasione il cui copione, per merito del formidabile nipponico, avrebbe potuto rivelarsi molto meno interessante. Una riflessione buona per la semifinale, ma soprattutto per il futuro dei due contendenti in campo.
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