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Six Kings Slam, Sinner domina Djokovic. Sabato finale con Alcaraz

Jannik Sinner lascia sei game al serbo e si giocherà il titolo nell'esibizione a Riad contro Carlosd Alcaraz

di | 16 ottobre 2025

Il rovescio di Jannik Sinner in azione al Six Kings Slam (Getty Images)

Il rovescio di Jannik Sinner (Getty Images)

Jannik Sinner e Carlos Alcaraz di nuovo uno di fronte all'altro. Sabato si contenderanno il titolo del Six Kings Slam, esibizione in Arabia Saudita che non vale per i confronti diretti ufficiali ma vale un assegno da 6 milioni di dollari, più di quanto abbiano assegnato al campione i quattro major e di quanto incasserà il vincitore delle Nitto ATP Finals. Sinner ha nettamente sconfitto Novak Djokovic, numero 5 del mondo; un Alcaraz praticamente perfetto ha superato Taylor Fritz. Entrambi con lo stesso punteggio, 64 62.

Le semifinali hanno dimostrato la superiorità dei primi due giocatori del mondo rispetto al resto della concorrenza. La finale li metterà ancora di fronte come nelle finali degli ultimi tre Slam, per misurare cosa e quanto è cambiato rispetto all'ultima volta, nella continua spinta al miglioramento che contraddistingue la loro rivalità.

Sinner apre con un ace di seconda e un ottimo ace a rimbalzo il suo primo turno di battuta. Si scambia poco, merito anche dell'azzurro, concentrato, sciolto, sicuro al servizio e in risposta. Matura come una naturale conseguenza il break nel terzo game. L'azzurro mette a frutto la pesantezza di palla nelle accelerazioni di diritto, che gli consentono anche di prendere campo. Poi Djokovic azzarda un serve and volley sulla palla break, ma il serbo non è proprio a suo agio sotto rete.

Aiutato anche da un ace per ciascuno dei primi turni di battuta, Sinner mantiene il vantaggio, sale prima 4-2 poi 5-3, dopo un game scandito da quattro punti diretti con il servizio. Djokovic può solo restare in scia ma non ha modo di contrastare quella che oggi è la superiorità del numero 2 del mondo. Una superiorità che si vede anche nei tre ace consecutivi con cui chiude il primo set contro il campione considerato, e non a torto, il miglior interprete moderno della risposta.

L'azzurro nel primo set ha messo in campo l'83% di prime al servizio con cui ha ottenuto l'85% di punti. Quando ha dovuto servire la seconda, ne ha vinti tre su quattro. Con questo Sinner, non gioca nemmeno Djokovic.

Peraltro il serbo perde la battuta anche nel primo turno di battuta del secondo set. La sintesi della differenza fra i due in campo è nella posizione media da cui hanno colpito nel primo set: Sinner un metro davanti alla riga di fondo, ben dentro il campo; Djokovic un metro e mezzo dietro la riga. Con la velocità che Jannik è in grado di generare, fa tutta la differenza del mondo.

 

Sinner prende la partita decisamente sul serio, dal punto di vista dell'applicazione e della ricerca di soluzioni tecniche e tattiche. Sente benissimo la palla, mette in mostra reattività e velocità che, come insegnava Cruijff, appare ancora maggiore per via dell'intuito e dell'anticipazione: ovvero della sua capacità di arrivare prima dove poi arriverà la palla.

Djokovic, scoraggiato, subisce un secondo break. Sinner lo lascia fermo, lontano, lo costringe a forzare e a perdere più facilmente il controllo dei colpi. Il pubblico vorrebbe più lotta, e incita il serbo che, sotto 4-1, si guadagna una chance di contro-break. Niente da fare: Jannik lo chiama a rete con la palla corta, poi lo passa in lungolinea.

 

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