Nel primo giorno di main draw Bellucci batte Walton, Nardi supera Ofner. Berrettini cede in due set al francese Mannarino, mentre Sonego subisce la rimonta di Hanfmann
01 ottobre 2025
E' scattato con una buona notizia il Rolex Shanghai Masters, penultimo Masters 1000 della stagione 2025 (montepremi $9,193,540). Mercoledì, nella prima giornata di gara del tabellone principale (a 96 giocatori, con bye al primo turno per le teste di serie), sono scesi in campo quattro azzurri: Mattia Bellucci (n. 64) e Luca Nardi (n.85) hanno raggiunto il secondo turno, sconfitti invece Lorenzo Sonego (n. 44 ATP) e Matteo Berrettini (n. 56)
Bellucci ha sconfitto 76(6) 61 l’australiano Adam Walton (n. 77), che ha giocato il suo primo match nel main draw del “1000” asiatico. Per Bellucci è già la seconda volta. Un anno fa, passando dalle qualificazioni, il lombardo si è regalato anche la vittoria al primo turno. Inoltre, l’italiano aveva vinto anche l’unico precedente contro Walton, giocatosi proprio nel 2024 al secondo turno delle qualificazioni del torneo di Atlanta. Al secondo turno se la vedrà con il ceco Tomas Machac, numero 22 ATP, che ha sconfitto in finale al Challenger di Cassis nel 2023.
Nel primo set il punteggio segue i turni di battuta, in cui nessuno dei due ha nemmeno l'opportunità di completare un break, fino all'inevitabile tie-break che Bellucci inizia con una risposta di rovescio sotterrata a rete e un doppio fallo (0-2). Il 24enne lombardo recupera lo svantaggio, si ritrova di nuovo sotto (2-4) e di nuovo firma un contro mini-break con un fulmineo rovescio vincente dal centro (4-4). Un solido approccio a rete di rovescio lungolinea lo porta al primo set point (6-5), che l'australiano cancella con una volée tutto sommato comoda dopo un punto giocato sempre in spinta con il diritto. Bellucci però punisce il successivo approccio troppo prudente a rete di Walton, lo passa e firma un pesante mini-break che gli consente di giocarsi al servizio il secondo set point. Stavolta lo sfrutta, nonostante una volée bassa steccata, grazie al passante in rete dell'australiano.
Nel secondo set la maggiore complessità, per geometrie e varietà di tagli, di Bellucci prende il sopravvento sul tennis più potente ma più schematico e basico dell'australiano. Bellucci firma il break alla prima occasione (2-0) e sale 3-0 con tanto di ace, il quinto, sulla palla game. E' di fatto la conclusione della partita, che termina sull'ultimo rovescio lungo dell'australiano.
Mattia Bellucci allo US Open (Foto USTA)
Nardi ha superato in rimonta, 36 63 62, l'austriaco Sebastian Ofner (137) contro il quale aveva perso entrambi gli scontri diretti, tutti disputatisi sul cemento, ma a livello Challenger. Ha così ottenuto la sua prima vittoria a Shanghai. Al prossimo turno si misurerà per la prima volta con il francese Giovanni Mpetshi Perricard (ATP), servizio potente quanto fastidioso e indecifrabile rovescio a una mano.
Un solo break, subito da Nardi nel primo turno di battuta, decide il primo set. Il marchigiano, meno efficace dell'austriaco in risposta nel parziale, non sfrutta due opportunità del possibile contro-break nel quinto game: Ofner si salva e allunga 4-1. Sotto 2-5, Nardi cancella con coraggio tre set point: prima vincente al centro, servizio e diritto, ace a uscire (il terzo del match). L'austriaco però tiene a zero il servizio nell'ultimo game e con un diritto vincente dal centro completa il 6-3.
Anche nel secondo set Nardi è subito sotto pressione al servizio, ma tiene dopo aver salvato due palle break: la prima con una palla corta di rovescio in diagonale, ben mascherata, che prende l'avversario in contropiede; la seconda con un bel diritto dal centro verso l'angolo destro. Col passar dei game, però, il marchigiano prende campo e sicurezza. Suo il primo break del parziale, nell'ottavo gioco. Il punto con cui firma l'allungo (5-3) sintetizza il cambio di passo nel set: Ofner spinge ma non incide, Nardi lo costringe a giocar palle più complesse finché, spazientito e con meno energie, mette lungo un diritto da sinistra. Nardi mette a frutto la maggiore varietà di gioco per sfiancare l'austriaco: muove il gioco da dietro, lo chiama a rete con improvvise smorzate, gli toglie energie e convinzione. E con una prima vincente, decimo punti diretto al servizio del set, chiude il parziale e rimanda tutto al terzo.
L'andamento del match però non cambia. Una risposta aggressiva di rovescio che porta Ofner a forzare il primo colpo dopo il servizio permette a Nardi di trasformare la prima palla break del set. Un secondo break, al termine di un settimo game durato quasi sette minuti, lancia Nardi sul 5-2 e verso la terza vittoria stagionale al set decisivo, la sesta su 18 in carriera nel circuito maggiore.
Luca Nardi (Getty Images)
A 37 anni d'età Adrian Mannarino conosce ormai a memoria vantaggi e insidie che il tennis porta con sé. Alla pregevole esecuzione dei suoi colpi, il francese ha abbinato in questi ultimi anni di carriera una saggezza nel gioco con cui sempre si premura di andare a esplorare le incertezze altrui. E così è accaduto nel match di primo turno da lui vinto contro Matteo Berrettini - 75 76(5) - nel Masters1000 di Shanghai. Sapeva, Mannarino, che l'italiano era reduce da un lungo stop; che il ritmo, così come la fiducia, son qualità che vanno alimentate da tempo e scambi e puntellate da vittorie che confermino la bontà del percorso intrapreso.
Scenari che il francese si è premurato bene di non servire al Berrettini rientrante delle ultime settimane: arrembante nella ricerca di un tennis che evidentemente sente ancora in suo possesso (26 i vincenti), ma che ancora fatica a riabbracciare (31 i gratuiti). Lo status di mancino dà al tennis del n.60 del mondo quel tocco d'imprevedibilità in più che Berrettini non è riuscito né ad arginare né a strozzare sul nascere; il servizio, impeccabile con la sua prima (100% di punti estratti), è stata l'assicurazione che ha consentito a Mannarino di operare in sicurezza il suo piano di gioco. Al resto ci hanno pensato pazienza ed esperienza.
E i finali dei due set sono lì a confermarlo. Sciupate tre palle per il set sul servizio di Berrettini nel decimo game, due giochi dopo Mannarino non ha fallito l'assalto ottenendo a zero break e primo set. Nel secondo, filato via senza che l'azzurro sia riuscito a procurarsi una sola chance di break, il francese ha atteso il tie-break per piazzare la sua imboscata. Che sia stato agevolato da qualche errore di troppo del suo rivale poco cambia nell'analisi del suo successo: c'è chi la fortuna va a cercarsela, e chi sa presentarsi all'appuntamento in anticipo sapendo che la dea bendata sarebbe passata di lì.
Sonego, il meglio classificato dei quattro, ha infine perso a fine giornata contro il tedesco Yannick Hanfmann (n. 159), col punteggio di 26 63 61.
Cerca di esprimere più varietà possibile in avvio di match Sonego, con l’idea di muovere il proprio avversario da una parte all’altra del campo o anche chiamandolo ad alcune corse improvvise con un paio di palle corte. Nonostante le qualificazioni superate a Shanghai, d’altronde, Hanfmann appare più pesante sulle gambe e rigido nelle sue esecuzioni. Con queste premesse, l’equilibrio dura ben poco. Già nel secondo game, infatti, il tedesco annulla due palle break. Nel quarto, però, non riesce a ripetersi quando Sonego prende l’iniziativa contro il suo dritto, che termina a rete. Dal 3-1 in poi, in sostanza, l’azzurro è padrone del campo, con zero punti persi nei successivi turni di battuta ed un altro break siglato con un gran passante che vale anche il 6-2.
Apparso fino ad allora piuttosto frustrato anche nei cambi campo, Hanfmann ha il merito di resettare rapidamente quanto accaduto per ripresentarsi nel secondo set con un’altra “postura” dal punto di vista agonistico. Il torinese è ancora pimpante e riesce a portarlo ancora ai vantaggi nel quarto game, ma questa volta senza avvicinarsi al break. È questo, a posteriori, il momento chiave della partita, perché nel game immediatamente successivo un passaggio a vuoto di Sonego scrive una storia totalmente differente. Hanfmann indovina una risposta per lo 0-30 e poi sfrutta un doppio fallo per arrivare alla prima palla break, concretizzata con un passante su un attacco non troppo convinto dell’italiano. Dal 3-2 per lui, il secondo set diventa lo specchio del primo, chiuso anch’esso da un secondo break nell’ultimo game.
L’emorragia, tuttavia, non si ferma per il n. 44 del mondo, che all’inizio del terzo set subisce un parziale di 8 punti a 1 e cede il servizio investito da un paio di colpi velenosi dell’avversario. Hanfmann non perde più campo, gioca spesso in controbalzo ed in totale decontrazione, trovando una profondità che mette spesso Sonego alle corde. Salvo un 30-30 sull’1-3, il piemontese non trova le giuste contromisure in risposta e perde di nuovo la battuta, come anche il match, nei due game successivi.
L'amarezza di Sonego dopo un errore (Getty Images)