-
Atp

Parigi-Bercy in tema Halloween: Rune, Zverev, Khachanov e Humbert rispuntano dall’ombra

L’ultimo Masters 1000, schiacciato dal calendario e senza i big, ripropone protagonisti che sembravano dissolti o quasi, rilanciandoli a livello più alto

di | 02 novembre 2024

Un'esultanza di Alexander Zverev a Parigi-Bercy (Getty Images)

Un'esultanza di Alexander Zverev a Parigi-Bercy (Getty Images)

Guardi le immagini alla tv, assisti a partite equilibrate ed esaltanti, ri-applaudi facce note, ma la parola che torna di più in testa è redivivi, allultimo Masters 1000 della stagione che ha sempre grandi premi e una gran bella etichetta, ma sembra sempre più un torneo fantasma, in tema col parallelo Halloween, schiacciato com’è, dopo una dura serie di battaglie, prima dello sprint ATP Finals-coppa Davis.

Così, per la disdetta dei francesi e della loro grandeur - riaccesa finalmente da qualche fiammata dei giocatori di casa -, ledizione 2024, lultima al Palasport di Parigi Bercy prima di trasferirsi, dopo 38 anni, alla Defence, sembra un film di zombie per quanto ripropone protagonisti che risultavano scomparsi ai radar di vertice. Da Holger Rune che rispunta direttamente dal titolo del 2022 dopo due stagioni di buio a Karen Khachanov, che ha ritrovato il livello soltanto da tre settimane, a Ugo Humbert, il cui talento offensivo mancino sera misteriosamente sedato, a Sascha Zverev, aggiungiamoci anche lui, che non arrivava alle semifinali da agosto a Cincinnati.

BIG IN VACANZA

Dopo labbuffata di petrodollari di Riad, che gli ha spezzato lappetito, i big si sono presi una vacanza, malati o quasi, come sono del resto tutti i gladiatori dopo 10 mesi di attività in uno sport professionistico che dà ma richiede anche tanto. Jannik Sinner s'è arreso prima del via a un virus intestinale che gli ha concesso di riprendere al meglio gli allenamenti dopo tre giorni nel clima tiepido e confortante di Montecarlo.

Carlos Alcaraz ha verificato che la superficie di Bercy, da sempre velocissima, è davvero troppo per lui,  bisognoso di aperture più ampie per piazzare le spallate da fondo e, nervosissimo, stizzito, anche col pubblico giovanissimo ed effervescente (eufemismo), ma non poteva gridarlo per via della cambiale-Roland Garros di maggio. Così s’è inchinato a monsieur Humbert. Daniil Medvedev, con la spalla malconcia, ha salutato già a primo ostacolo contro le mazzate di Popyrin (altro desaparecido).

 Novak Djokovic si sta crogiolando al sole delle Maldive prima di giocarsi le ultime "fiches" di una leggendaria carriera. Gli americani, da Fritz a Paul a Tiafoe, sono terribilmente inconsistenti o forse stanno già facendo squadra, da vecchi amici,  aspettando la Davis e lItalia, e comunque anche loro hanno salutato Parigi dacchito.

Nè si poteva chiedere la resurrezione al dio greco, bello e impossibile, Stefanos Tsitsipas, accompagnato a bordo campo dalla dea delle tenniste, Paula Badosa. Così comera impossibile attendersi che Toro Scatenato, Andrey Rublev, mettesse dincanto la testa a posto: invece di auto-percuotersi le povere membra, è riuscito solo a cambiare obiettivo, ferendosi a sangue alle ginocchia. E sarebbe stato troppo domandare al fantastico Jack Draper del 2024 di completarsi ulteriormente, da over 100 della classifica di fine 2022, a 61 d'inizio gennaio, fino a trasformarsi  già nel nuovo Murray”, come gli chiedono i sudditi di sua Maestà.

RUNE "NUOVO CONNORS"

Bercy ha del resto confermato che il livello medio dei dei terzi - dopo Sinner & Alcaraz e i top 5 (Zverev, Medvedev e Djokovic) s’è alzato ancor di più, minacciando di rendere sempre più lunghe e combattute tutte le partite.

Forse la nota più positiva del torneo è legata al recupero di Rune, lex rivale di Alcaraz da junior che, dopo tante sontuose promesse, proprio aggiudicandosi Bercy nel 2022 infilando un top 10 dopo laltro fino a decapitare in finale Djokovic. Il danese che - ricordiamolo - ha appena 21 anni, dopo due stagioni di grande confusione soprattutto tecno-tattica, viziato dal suo talento precoce, offuscato dalla presunzione e frastornato da un valzer di allenatori (e quindi anche indicazioni controverse), anche non ha ancora trovato la quadra della gestione del vulcano che gli ribolle nel sangue, e quindi urla, sbraita, e protesta continuamente con la panchina perché gli calcolino col goniometro di quanti centimetri i suoi colpi sono usciti dalle righe, lottando lottando, spingendo e rischiando, ha sicuramente ritrovato lo spirito da nuovo Connors”.

 Come s’è visto chiaramente nei tre set contro Demon” De Minaur, anche grazie alla superficie-saponetta che non fa troppo pensare e fa reagire molto in fretta.  

Rune da favola: l'impresa parigina in 10 scatti

Rune da favola: l'impresa parigina in 10 scatti

ZVEREV, PERICOLO TEDESCO

Il tappeto indoor aiuta anche Zverev, che con quel micidiale arsenale da spaccasassi che si ritrova e quello spirito da dominatore che linfiamma a tratti, può volare come piace a lui, con scambi veloci ed essenziali mentre altrove ormai è impossibili. Bravo contro Fils, è stato bravissimo contro Tsitsipas che sembra sempre placato ma continua a crederci. Dalla combattutissima ed equilibratissima semifinale di Cincinnati persa contro Sinner con leloquente 7-6 5-7 7-6, Sascha aveva perso anche i quarti agli US Open contro Fritz in unanaloga battaglia nel segno dei tie-break, e poi aveva frenato contro Goffin e Musetti. Ma dopo Bercy rilancia anche in chiave Masters a Torino. Il super8 che, non dimentichiamo, s’è già aggiudicato due volte.

MISTERO RUSSO

Dalla matrioska del tennis russo rispunta fuori Karen Khachanov che, da Shanghai, ha cambiato marcia: successo nel 250” di Almaty, finale nel 500” di Vienna, semifinale nel 1000” di Parigi. Dove, dopo essersi riscaldato col tennis coriaceo del battirore OConnell, ha stoppato di mestiere e resilienza lemergente bum-bum Perricard, soffocando anche il ribollente sciovinismo locale, quindi ha regolato laltro picchiatore Popyrin per poi raccogliere i resti del povero Dimitrov, ormai spremuto dagli sforzi. A metà stagione, quando non riusciva a passare più di una-due partite a torneo, era uscito dai top 20, dopo questa triplice torna a ridosso dei primi 10, con un tennis non trascendentale come tecnica e fantasia, ma estremamente solido e concreto, partendo da servizio-risposta di prima qualità e rilanciando la domanda sul suo reale valore a livello assoluto. Che magari cresce sensibilmente, a livello psicologico, quando i rivali diretti di casa Russia, Medvedev e Rublev, sono fuori gioco.

Karen Khachanov a Parigi-Bercy (Getty Images)

Karen Khachanov a Parigi-Bercy (Getty Images)

VIVA I MANCINI

Quando la scena sillumina col talento mancino di Ugo Humbert ci guadagnano tutti, figurarsi il popolo di Bercy, spesso scomposto, ma sicuramente decisivo per i francesi. Un pocome il nostro Lorenzo Musetti, anche il 26enne di Metz vale serenamente i top 10, ma non ci arriva per via della natura poco aggressiva ed offensiva. Quando però forza la propria attitudine e spinge con insistenza e coraggio sul piede dellacceleratore diventa uniradiddio e si trasforma dal mediocre che si arrende nei primi turno contro avversari di livello inferiore in un leone che sbrana anche Alcaraz. Attenzione, però: i suoi successi più importanti, a Bercy, sono piuttosto quelli contro Nakashima e Thompson, due di quelli che in genere lo sfibrano di recuperi. Come rischia di essere anche Khachanov.

Loading...

Altri articoli che potrebbero piacerti