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Pouille pronto a rialzarsi ancora: "L'operazione è andata bene"

Il francese ex Top-10 si è infortunato ieri durante la finale del Challenger di Lille, pensando che fosse l'ultimo match della sua carriera. L'allenatore Enzo Py è pronto però a scommettere di nuovo su di lui: "Stava tornando a ottimi livelli dopo anni difficili, non sarà la fine"

di | 10 febbraio 2025

Pouille colpisce un dritto (Getty Images)

Pouille colpisce un dritto (Getty Images)

“Così è la vita”, aveva detto ieri con amarezza e rassegnazione, negli occhi e nelle sue parole, Lucas Pouille, oggi n. 102 ATP ma anche n. 10 per due settimane nel 2018. Il suo ritiro improvviso, ieri, nella finale del Challenger di Lilla, ha tenuto attaccati ai telefoni tanti appassionati, in attesa di una notizia. Oggi la buona notizia è arrivata: l'operazione è andata bene.

Pouille era al servizio per portare la partita al terzo set, Pouille, sul 3-6 5-3, quando il suo tendine d’Achille ha ceduto, e lui – percependo evidentemente la gravità della situazione – era stato lapidario davanti al pubblico, durante la premiazione in cui aveva rubato per evidenti motivi la scena al vincitore del torneo Arthur Bouquier: “C’è la possibilità che questo sia l’ultimo match della mia carriera”.

D’altronde, per uno come lui (31 anni il prossimo 23 febbraio) non è affatto semplice pensare di recuperare, e soprattutto di tornare competitivo, dopo la rottura del tendine. A volte, però, a caldo la reazione è delle peggiori, col morale sotto i piedi. Oggi è il giorno dell’intervento, e a dispetto di tutto, c’è chi ancora crede in lui, nella speranza di vederlo tornare a correre sui campi da tennis.

A L’Équipe, infatti, il suo allenatore Enzo Py ha espresso tutta la sua tristezza, senza però gettare la spugna per il suo assistito: “Dopo un evento del genere, ci sono sempre frasi molto pesanti. Non era la delusione di aver perso la partita, perché è uno sport in cui si perde ogni settimana, era l'enorme fastidio di essersi di nuovo fatto male. Un senso di ingiustizia dopo le difficoltà che abbiamo attraversato negli ultimi anni. È vero duro colpo. Siamo molto commossi e molto tristi perché stava tornando a un livello molto buono”.

Il suo calvario era iniziato nel 2020, quando il dolore al gomito lo costrinse ad un’operazione e – in corrispondenza con la pandemia da Covid-19 – al rientro solo nel gennaio del 2021, senza però tornare quello di prima. Nel 2023, poi, la confessione su una pesante depressione che l’ha visto sprofondare fuori dai primi 600 al mondo. Fino alla recente e quantomeno parziale redenzione: terzo turno a Wimbledon 2024 passando dalle qualificazioni e rientro a ridosso della Top-100.

Ora, la sfortuna sembra sbarrargli la strada, ma Py prova a guardare al futuro con ottimismo: “Non se lo merita. Ma se lo sport ad alto livello offrisse solo ciò che meritiamo, lo sapremmo. Ciò non cambia il fatto che so che non è stata la sua ultima partita – affermato -. Non mentiamoci, è un infortunio molto grave, ma non vedo perché non potrebbe tornare, con i progressi della medicina e l'abilità del medico che lo opererà”.

“Rispetto all’infortunio al gomito, dove inizialmente non sapevamo bene come muoverci, ora c’è una diagnosi precisa. Sarà lui stesso a scrivere il seguito del libro. Sono molto dispiaciuto per lui perché conosco gli sforzi che ha fatto e so che si stava finalmente riprendendo.  È attentamente monitorato e supervisionato, in particolare dal medico della Federazione francese, Vincent Guillard, una persona straordinaria, che è entrato subito in contatto con Lucas. Dopo questo tipo di infortunio, è opportuno attendere il minor tempo possibile prima di sottoporsi a un intervento chirurgico”.

Dopo l’intervento, resterà a Parigi per stabilire un percorso di recupero con l’équipe medica: “Farà passo dopo passo, esattamente quello che lo staff medico gli indicherà per avere l'obiettivo di tornare a giocare nel più breve tempo possibile. Sappiamo che ci vogliono dai sei agli otto mesi. Ma ci vogliono dai sei agli otto mesi per tornare a colpire la palla o a giocare di nuovo ad alto livello? Abbiamo sentito di tutto su quest’infortunio”.

“A chi importa quanto ci vorrà: lui è Lucas Pouille”, ha continuato. “Fa parte della sua storia, non è piacevole, ma non può fare altro che accettarla e darsi la possibilità di tornare se lo desidera. Tutta la sua squadra lo sosterrà, lo aiuterà e lo ascolterà. Ha la moglie, la figlia, sempre gli stessi parenti. Prendo il mio primo berretto, quello di un amico. Un giorno anche il leone finisce per morire, ma oso credere che sia finita oggi”. Non resta, dunque, che augurare a Pouille di vedere avverata la profezia del suo allenatore, mentre oggi sembra tutto nero e il destino ha il volto del peggior nemico.


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