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Il maiorchino, che l'anno scorso ha disputato la sua ultima edizione degli Internazionali d'Italia - torneo da lui vinto dieci volte in carriera - elogia il lavoro della Federazione: "Ha una visione, l'ha sviluppata e ha investito"
10 maggio 2025
Negli occhi ci sono ancora le immagini del saluto tributato dal Foro Italico al suo campione. Un fiume colorato di gente in adorazione assembrata sotto il ponte da cui i giocatori fanno il loro ingresso sul campo Centrale. Rafa Nadal ancora una volta non ha nascosto il suo amore per Roma e per gli Internazionali d'Italia, torneo da lui vinto dieci volte in carriera, "un torneo che è cresciuto tanto e che continua a crescere - ha dichiarato il maiorchino nel corso di un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport - Un torneo spettacolare e senza alcun dubbio uno dei più importanti e storici della storia del nostro sport".
Ma non è solo agli Internazionali d'Italia che Rafa rivolge la sua ammirazione. Non è sfuggita a Rafa la crescita complessiva del tennis italiano. Risultati, certo. Figli però di un lavoro pluriennale che l'ex n.1 del mondo ha così elogiato: "Io credo che l'Italia abbia fatto qualcosa che la Spagna non è riuscita a fare - ha sottolineato Rafa quando richiesto di fare un confronto tra l'età dell'oro che sta vivendo il movimento italiano con l'era costellata di trionfi vissuta invece dalla generazione sua coeva - L'Italia ha un evento come gli Internazionali di Roma che è un torneo federale e la cosa genera tantissime risorse economiche che possono essere reinvestite nel tennis, nei giovani e nella promozione dello sport nel Paese. La Spagna con 30 anni di grandissimi giocatori non è riuscita ad avere un torneo di questo calibro di proprietà della federazione e la cosa fa sì che si continui a tirare avanti con le accademie private e mezzi federali molto più limitati, e di conseguenza è tutto più difficile. L'Italia ha avuto una visione, ha capito dove andava lo sport, ciò di cui c'era bisogno per svilupparlo al meglio e ha investito, mentre a noi purtroppo questa visione è mancata".
Nadal e Roma, una storia d'amore lunga 20 anni
Una visione che è riuscita a produrre l'attuale n.1 del mondo, Jannik Sinner, giocatore cui Rafa non ha fatto mancare apprezzamenti nel corso degli ultimi anni né supporto quando si è trattato di commentarne le recenti vicende legate all'accordo con la Wada e i tre mesi di sospensione. Alla Gazzetta dello Sport, il maiorchino ha dichiarato che "per un paese che ama il tennis come l'Italia avere un giocatore come Jannik" è "un atto dovuto. E poi la Federazione italiana ha fatto un gran lavoro perché non c'è solo Jannik: ci sono Musetti, Berrettini, Cobolli, c'è una grande generazione di giocatori italiani giovani e di talento, una cosa che si ottiene con risorse e lavoro".
Infine spazio alla memoria e a una promessa che l'anno scorso, complice l'incertezza che ancora circondava il suo futuro, Rafa non è riuscito a mantenere: "Quest'anno non sarò a Roma ma prima o poi verrò a salutare come merita il pubblico del Foro Italico perché Roma è stato uno dei luoghi più importanti della mia carriera e della mia vita".