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Per Zverev Madrid resta un tabù: "Eppure non penso di aver giocato male"

Battuto per la seconda volta nel 2025 da Cerundolo, il tedesco ora punta Roma e Parigi: "Sento che il mio gioco sta migliorando". E migliora anche il ranking dell'argentino: "Felice, anche se ieri ho mangiato solo un panino"

30 aprile 2025

Stretta di mano tra F.Cerundolo e Alexander Zverev (Getty)

Stretta di mano tra F.Cerundolo e Alexander Zverev (Getty)

Testa, gambe, condizione, strascichi del blackout che ha tenuto tutti al buio per ventiquattr'ore. No, nulla di tutto questo. La sconfitta, la seconda del 2025, patita da Alexander Zverev contro Francisco Cerundolo è arrivata perché "lui ha giocato meglio di me". Parola dello stesso n.2 del mondo, onesto nella rilettura di un match che lui stesso sente di "non aver giocato in modo così terribile", diverso da quello disputato in Argentina - "quello fu più divertente" - ma che ancora una volta rimanda l'appuntamento col successo per il tedesco in un torneo "che sento di poter vincere e dove sento di giocare sempre un buon tennis". 

Tuttavia, rispetto alle sconfitte sulla terra rossa che avevano scandito il suo inverno sudamericano, quest'ultima battuta d'arresto ha un sapore diverso: "Prima di Monaco ho perso delle partite per colpa mia e perché ho giocato davvero male - ha ancora aggiunto il n.2 del ranking - ma oggi non posso dire altrettanto. Sì, forse il game del 6-5 del primo set potevo giocarlo meglio ma sono cose che possono capitare. Più in generale sento che il mio gioco sta migliorando, solo che oggi ho trovato un avversario che ha giocato meglio di me. E nello sport può succedere". 

Per Zverev adesso la scommessa sarà provare a difendere il titolo vinto a Roma l'anno scorso e da lì partire alla volta di Parigi per un Roland Garros che nel 2022 lo vide arrivare a un solo match dalla vetta del ranking. "Ho già vinto un titolo a Monaco - ha sottolineato il tedesco a chi gli chiedeva quanto tempo fosse lui ancora necessario prima di potersi dire completamente a suo agio sul rosso - Non posso dire di non trovarmi bene. Staremo a vedere ma sono fiducioso in vista delle prossime settimane". 

Di diverso, nel match perso contro Cerundolo, c'è stata la vigilia. Caratterizzata dal blackout che ha lasciato la Spagna al buio per quasi ventiquattr'ore. Un imprevisto il cui impatto, oltreché sulla programmazione del torneo, è stato per Zverev diverso rispetto agli altri suoi colleghi: "Per me è stato un po' più complicato per via del mio diabete - ha ammesso - Ho una scheda da seguire per quel che riguarda la dieta e altre cose simili e ieri non è stato possibile seguirla perché da mezzogiorno in poi non ho mangiato un granché, Ma non voglio che suoni come una scusa, è stato così per tutti, sia per il cibo che per gli allenamenti e non posso certo lamentarmi".

E non può lamentarsi di certo Francisco Cerundolo, issatosi seppur virtualmente al n.19 del ranking (sua miglior classifica in carriera) in virtù del successo di ieri, ma anch'egli alle prese nel pomeriggio con le conseguenze di un blackout che ha colto tutti di sorpresa: "Abbiamo perso la connessione intorno all'una e siamo potuti tornare in hotel solo verso le sette - ha raccontato l'argentino - Siamo stati qui per sei o sette ore a non far nulla, e l'unica cosa che sono riuscito a fare è stato un leggero allenamento visto che il mio match era stato cancellato. Quando siamo tornati in hotel la corrente non era stata ancora ripristinata e alle dieci ho cenato con un panino". 

Ai quarti Cerundolo affronterà ora il ceco Jakub Mensik, che con Jack Draper si è diviso i due titoli del Sunshine Double. Un indizio, forse, sulla maggiore incertezza o equilibrio che oggi regnano sul circuito e che potrebbero favorire un nuovo exploit. Suo o di un nuovo candidato al titolo. "Vedo un tabellone molto aperto, e non parlo solo di questo ma anche degli altri. Forse è dovuto al fatto che qui mancano Sinner, Alcaraz e Djokovic che sono quelli che hanno vinto di più, ma sento che senza di loro il pronostico è più incerto e che tutti possano vincere - ha riflettuto ancora l'argentino - Ci sono più occasioni ma ogni match è complicato e occorre giocare davvero bene se si vuol provare a battere tutti. Tutti pensano di poter vincere, il che è un bene per me e per tutti gli altri perché vuol dire che tutti hanno fiducia nei propri mezzi". 

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