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Madrid: domato Cerundolo, Ruud vola in finale

Il norvegese vince in due set un match che non credeva nemmeno di poter iniziare a giocare per via di un fastidio alle costole avvertivo durante il riscaldamento. Il successo vale il suo ritorno in top10 e dà lui la chance di èuntare al 13° titolo in carriera

di | 02 maggio 2025

Casper Ruud (Getty Images)

Casper Ruud (Getty Images)

Casper Ruud b. Francisco Cerundolo 64 75

Mai dar per disperso Casper Ruud. Specialmente sulla terra battuta. Superficie su cui il norvegese ha vinto ben 11 dei 12 titoli sin qui collezionati sulla sua bacheca. E' una formica silenziosa e laboriosa, Ruud, che sbarcato sul rosso un mese fa ha saputo crescere torneo dopo torneo: un ottavo di finale a Monte-Carlo, il quarto disputato a Barcellona, e ora la finale del Mutua Open di Madrid. Un risultato che lo riammette di slancio in quella top10 da lui lungamente frequentata con la chance di puntellare ulteriormente il suo ranking qualora dovesse uscire vincitore dall'ultimo atto previsto per il tardo pomeriggio della domenica. 

Conquistarsi questa chance non è stato semplice. C'era un rivale di fronte a lui, Francisco Cerundolo, dato sulla cresta dell'onda dal punto di vista della condizione e reduce da due quarti di finale consecutivi a Indian Wells e Miami a cui l'argentino era riuscito ad aggiungere anche un terzo quarto colto sulla terra rossa di Monaco. A complicargli la vita ci si è messo poi anche un infortunio che ha richiesto sin dal primo game l'intervento del medico, un dolore alle costole avvertito durante il riscaldamento che ha lasciato lui molti dubbi e ben poco tempo per provare ad approntare una soluzione che gli consentisse di tenere il campo in attesa di un insperato miglioramento.

"Non ero sicuro di finire il match, ho avvertito una fitta alle costole durante il riscaldamento e sentivo dolore in ogni colpo specialmente alla battuta - ha confessato il norvegese a fine match - Non potevo fare molto a pochi minuti dal via, solo prendere qualche antidolorifico e giocare un game alla volta provando a scaldarmi e a sentirmi sempre meglio. Spariamo non sia nulla di grave, ma certo è stato un bello spavento".

Ingoiate le due pasticche, Ruud ha cominciato lentamente a giocare la sua partita. Trascurando le inutili rincorse sul dritto e provando con logica e volontà a dettar lui lo spartito di gioco a un Cerundolo tanto volitivo quanto poco reattivo nel recepire i segnali d'incertezza che provenivano di là dalla rete. Delle 18 palle break avute in dote, il nuovo n.18 del mondo (sua miglior classifica in carriera, complimenti) è riuscito a trasformarle solo tre. Segno che il piano tattico di Ruud è riuscito infine a imporsi, sorretto da una condizione via via sempre più sciolta e meno condizionata dallo spavento patito in avvio. 

Tanto nel primo quanto nel secondo set, dopo essersi scambiati dei break, la contesa ha progressivamente preso la via di Ruud sui rettilinei conclusivi, quelli in cui ogni colpo assume un diverso peso specifico, e in cui esperienza e sangue freddo si rivelano alleati preziosi che Cerundolo ha dimostrato di non possedere ancora fino in fondo. Vessato, messo alle corde, interrogato a fondo dal suo rivale, Ruud ha saputo di volta in volta trovare la soluzione giusta per rispondere alle sue invettive e controllarne le scorribande, mantenendo la temperatura del match su livelli più simili a quelli di una partita a scacchi che al furore di una corrida impolverata. E alla fine tanta intelligenza ha pagato, regalando lui la seconda finale del suo 2025 (la prima persa a Dallas contro Shapovalov). Lasciando però irrisolti i quesiti sui postumi di quanto avvertito nel pre partita. Il giorno di riposo lo aiuterà. Il resto sarà genetica, terapie, buoni auspici. 


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