Nel Masters1000 madrileno l'italiano va in vantaggio di un set ma alla lunga incassa la rimonta del bosniaco, bravo a mantenere la calma e a imporsi infine in tre set
di Ronald Giammò | 24 aprile 2025
Tirare, fallire, colpire, sbagliare. Ancora e ancora. E solo dopo voltarsi verso il tabellone per tener il conto di quanto fatto. Era stato un primo set arrembante, quello messo in campo da Mattia Bellucci nel primo turno del Mutua Madrid Open contro il bosniaco Damir Dzumhur: colpi sciolti, coraggio da vendere, voglia di rilanciarsi continuamente noncurante di qualche gratuito di troppo. E invece alla fine a spuntarla è stato il n.63 del mondo, con pazienza e metodo, e costanza nel lasciar passare la bufera di colpi che si stava abbattendo su di lui fino al risultato finale di 46 64 62 ottenuto dopo oltre due ore e mezza di gioco.
Qualche rammarico c'è, inutile negarlo. Soprattutto per come si era aperto il match, con l'italiano subito calatosi nel ritmo partita, forte di colpi in media più potenti di una ventina di Km/h rispetto a quelli del suo rivale, e di una precisione che gli è valsa ben 17 vincenti. Una conferma della bontà del suo piano di gioco, a cui molto però ha contribuito la ruggine con cui si è presentato in campo il bosniaco. Ruggine che non ha però inquinato il suo cervello, mantenutosi freddo e lucido fin dalle prime battute del secondo set e via via sempre più chirurgico nella lettura delle pieghe che il match andava assumendo.
A fake-out handshake ??
— Tennis TV (@TennisTV) April 24, 2025
No love lost between Dzumhur & Bellucci ??#MMOpen pic.twitter.com/cInM5p8ojv
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