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Madrid fa volare i ragazzini terribili: da Fonseca a Mensik, da Shang a Van Assche

Dopo la passerella del 16enne Blanch, il tennis giovane mette in vetrina le stelle giovani più promettenti. Che mostrano due-tre anni almeno in più dell’anagrafe

di | 26 aprile 2024

Joao Fonseca in azione (Getty Images)

Joao Fonseca in azione (Getty Images)

Darwin Blanch doveva per forza pagare lo scotto dell’inesperienza e dell’emozione, con tutti i riflettori accesi addosso a Madrid, da 16enne-prodigio della scuola yankee, appena al secondo match sulla scena Masters 1000, così lontano di classifica e livello. Opposto peraltro al suo idolo Rafa Nadal, sul viale del tramonto, che aveva richiamato uno stuolo per lui, di amici stretti, per tutti gli altri, di star mondiali del tennis e di altri sport. Ma il ragazzone della Florida che va a scuola in Spagna da Juan Carlos Ferrero palleggia a Villena con Carlos Alcaraz è solo la punta dell’iceberg dei giovanissimi che si stanno esibendo questa settimana alla Caja Magica.

 

FENOMENO FONSECA

La luce più brillante è quella del brasiliano Joao Fonseca, 17 anni all’anagrafe ma molti molti di più come colpi, visione e scelte di gioco, e ancor di più come personalità e capacità di reazione. Oltre che per predisposizione allo spettacolo. Se Blanch deve ringraziare un gran fisico ma anche i soldi di papà che gli ha finanziato le scuole e i maestri migliori in giro per il mondo, il ragazzo di Rio ha le evidentissime stimate del campione. Dal timeng perfetto al bagaglio completo di colpi, all’inventiva, con continue esplosione e velocissime discese a rete grazie a due piedi alati. Numero 1 del mondo juniores l’anno scorso, col titolo agli Us Open, a fine stagione è stato invitato dall’ATP come sparring dei protagonisti delle Finals di Torino e, quest’anno, dopo essersi fatto le ossa nei tornei Challenger con qualche capatina negli ATP “250”, dov’ha raggiunto i quarti a Rio e Bucarest, ha nobilitato la wild card di Madrid offrendo, da appena numero 242 della classifica mondiale, una super-prestazione nella rimonta contro un altro ragazzino terribile, il 19enne Alex Michelsen. Che si sta affinando molto di gioco e di fisico.

E, da possente picchiatore di 1.93, classico americano da cemento, sta diventando un giocatore completo, per tutte le superfici. Così come il coetaneo francese, Arthur Fils, anche lui volato prevalentemente all’attacco e ancor di più alla conquista della rete dove si esalta e si diverte, che si sta costruendo l’indispensabile fase difensiva, di concretezza e continuità. Da testare a Madrid contro il pericoloso Altmaier.

STELLA MENSIK

A 18 anni, il ceco Jakub Mensik, dopo tante belle promesse, dopo aver sciorinato potenza, qualità e freddezza, aveva fatto perdere le tracce di sé dopo l’infortunio al gomito di Dubai. E’ riapparso a Madrid per battere Hanfmann. “Due anni fa ci avevo perso al Challenger di Bratislava e ho perso, ma so che è passato un po’ di tempo e ora sono diverso”, ha detto il numero 2 nella PIF ATP Live Race dei Next Gen per Jeddah.

E’ stata particolarmente dura perché non ho giocato per un po’. Il mio ultimo torneo su terra battuta è stato nove mesi fa e l'ultima partita in generale è stata a Miami. Qui la terra battuta è super veloce, con l’altitudine, è pazzesco il modo in cui la palla vola al servizio e durante il punto. Per me è meglio”. Dopo il secondo turno agli Australian Open, perso al quinto set contro Hurkacz e la finale di Doha persa con Khachanov ci ha messo un po’ a ritrovarsi sul cemento Usa, prima di rituffarsi sulla superficie dov’è nato. Chissà che scintille regalerà contro Grisha Dimitrov.

PROMESSA SERBA

Il campione in carica delle Next Gen ATP Finals, il 20enne serbo Hamad Medjedovic, dopo aver superato le qualificazioni in quello che è appena il suo quarto torneo dell’anno, si è aggiudicato il primo match stagionale contro Kovacevic. Coach Troicki lo sta fortificando nel fisico e nel gioco senza badare troppo ai risultati. Vediamo che prestazione offrirà contro il ceco Lehecka, anche lui lanciato dalle Next Gen che, a 22 anni, sembra già un veterano contro questi ragazzini terribili che dimostrano invece due-tre anni in più di quelli che dichiarano all’anagrafe.

Come il 19enne cinese Juncheng Shang, lo Speedy Gonzalez del tennis, protagonista a Madrid di un primo turno epico contro Moutet, vinto per 12-10 al tie-break del terzo set dopo 4 ore di batti e ribatti, con una parata vincente a rete che non si trova sui manuali di tecnica. Ora sfida Davidovich Fochina.  Come lui promette molto l’altro 19enne, Luca Van Assche, il genietto francese sul quale coach Vincenzo Santopadre scommette dopo la favola con Berrettini. Il nuovo Gasquet, dopo Bergs, attacca Baez nel nome della gioventù più sfrontata.

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