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Indian Wells, Djokovic: "Qui per arrivare fino in fondo"

Il serbo tornerà a giocare il Sunshine Double per la prima volta dal 2017 - "Sono due tornei che mi ispirano" - e avrà Andy Murray al suo box: "Insieme fino a Parigi, poi speriamo fino a Londra"

di | 07 marzo 2025

Novak Djokovic e Andy Murray (Getty)

Novak Djokovic e Andy Murray (Getty)

Sgombrare il campo dai dubbi e rilanciare le proprie ambizioni. Ha oscillato tra questi due poli la conferenza stampa di Novak Djokovic all'Indian Wells Tennis Garden, site che ha visto il serbo trionfare cinque volte in carriera e in cui è tornato a giocare l'anno scorso dopo cinque anni di assenza. Semifinalista agli Australian Open ma eliminato a Doha al primo turno da Matteo Berrettini, Djokovic ha dovuto per prima cosa smentire i rumors di chi lo dava ancora convalescente dall'infortunio alla coscia rimediato a Melbourne. A insospettire i maliziosi era stato un video in cui si vede il serbo zoppicare mentre da Doha si accinge a imbarcarsi alla volta della California: "L'ho visto, ma non ha niente a che vedere con un infortunio - ha esordito Nole - Non ho avuto alcun problema né prima né dopo il torneo di Doha. E' stato imbarazzante vedere quel video perché arrivato all'aeroporto mi sono fatto male sbattendo la caviglia, era molto presto, saranno state le 4 o le 5 di notte, e per questo zoppicavo".

Tutto bene, dunque. Fisico, condizione, intenzioni. "Sì, sto bene e non vedo l'ora di giocare a Indian Wells e a Miami, sarà la prima volta che giocherò il Sunshine Double dopo sei anni. E' dal 2016 o dal 2017 che non riesco a giocare bene qui e a Miami, che fatico a trovare il mio gioco migliore. So che non tornerò giovane, ma voglio assolutamente provare ad arrivare in fondo a questo torneo: ho fatto quel che dovevo durante la preparazione e adesso staremo a vedere fino a dove arriverò". 

Al suo box Novak avrà anche in questa occasione Andy Murray. Il britannico, già con lui in Australia, seguirà il suo ex grande rivale nel due tappe del Sunshine Double. Una partnership proficua, l'aveva definita il serbo, che a giudicare dalle sue parole non si chiuderà al termine di questo swing: "La mia intenzione era di proseguire fin dal giorno in cui era finito il mio torneo. A lui serviva invece un po' più di tempo per pensarci, parlare con i suoi, la sua famiglia e capire quanta dedizione poteva metterci e dove sarebbe potuto essere con me - ha informato Djokovic ai microfoni - Sono contento che anche lui abbia deciso di proseguire: Indian Wells, Miami e la maggior parte della stagione sulla terra battuta fino al Roland Garros. Poi speriamo di arrivare anche fino a Wimbledon".

C'è del buono per Djokovic in questa nuova relazione. Quanto fatto in Australia è lì a confermarlo, ma non solo: "Mi piace questa collaborazione. Sento che entrambi ci stiamo conscendo oggi in un modo diverso rispetto a come ci conoscevamo in campo negli ultimi 25 anni. Per lui si tratta di un nuovo ruolo, lo sta ancora esplorando per capire come riuscire ad eccellere anche lì. Io cerco di comunicare il più possibile, sia dentro che fuori dal campo, così da capirci meglio. In Australia ho giocato un gran torneo, sono stato sfortunato a finirlo in quel modo ma si è trattato di un infortunio. Per quel che riguardo il gioco invece credo di aver giocato il mio miglior tennis dopo le Olimpiadi e il merito lo attribuisco senza dubbio a quanto fatto con Andy"

Novak Djokovic e Andy Murray durante una sessione di allenamento a Indian Wells (Getty)

Novak Djokovic e Andy Murray durante una sessione di allenamento a Indian Wells (Getty)

Novak Djokovic e Andy Murray durante una sessione di allenamento a Indian Wells (Getty)

Novak Djokovic e Andy Murray durante una sessione di allenamento a Indian Wells (Getty)

A Indian Wells e Miami i due avranno modo quindi di continuare a sviluppare la loro partnership - "Sono due tornei che mi ispirano a far bene" - e non è detto che parte di questa evoluzione possa coincidere con un incrocio con uno dei nuovo astri nascenti di questo sport, il brasiliano Joao Fonseca, vincitore in tre set contro il britannico Fearnley al primo turno e atteso da un altro britannico, la testa di serie n.13 Jack Draper: "Giocare ad alto livello a 18 anni, quando si ha tutto da guadagnare e nulla da perdere è una gran bella sensazione, me la ricordo a malapena, ho dei flash ogni tanto - ha infine riflettuto Nole - Ma arriverà il giorno in cui tutta questa attenzione e questo supporto si trasformeranno in pressione e aspettative. Non lo conosco personalmente ma mi sembra che stia riuscendo a gestire tutto molto bene. Non parlo solo di come gioca, ma anche come si comporta, delle persone che lo circondano: mi sembra che ci sia un bel equilibrio, professionalità e dedizione, un po' quel che abbiamo visto con Alcaraz negli ultimi due anni. Ha davvero tutto il potenziale per diventare una stella, non c'è dubbio. E poi viene dal Brasile, uno dei paesi più grandi del mondo dove la gente ama il tennis ed è molto passionale. Sarebbe davvero fantastico per il nostro sport avere un campione brasiliano, il primo dopo Guga Kuerten, uno dei miei idoli quando ero bambino". Il tempo passa, e ora l'idolo di questi nuovi giovani è lui. E cn lui dovranno ancora per un po' fare i conti.  

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