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Botic e Tallon, da vittime sacrificali di Sinner e della Davis azzurra a… guastafeste del deserto!

Forti degli scalpi di Djokovic e Zverev, gli olandesi Van de Zandschulp e Griekspoor sono fra i protagonisti di Indian Wells. Due incompiuti dal pugno pesante e dal rendimento discontinuo, cercano di risalire in classifica dopo essere stati a ridosso dei top 20

di | 10 marzo 2025

Novak Djokovic firma autografi dopo la sconfitta contro Botic Van de Zandschulp a Indian Wells (Getty Images)

Novak Djokovic firma autografi dopo la sconfitta contro Botic Van de Zandschulp a Indian Wells (Getty Images)

Per noi italiani, Botic Van de Zandschulp e Tallon Griekspoor sono soprattutto le vittime sacrificali delle ultime due coppe Davis vinte dagli azzurri a Malaga: gli avversari che i ragazzi di Volandri hanno superato nei quarti del 2023 e nella finale di novembre. Sono anche l’ennesimo souvenir della collezione-Sinner, col 2-0 nei testa testa contro il primo e il 6-0 contro il secondo. Sono due giocatori potenti ma con evidenti limiti tecnici e fisici , e poco più. Ma per gli avversari, sull’ATP Tour, i due ragazzi olandesi sono pericolosi guastafeste e hanno valorizzato ulteriormente l’etichetta nel Masters 1000 in corso a Indian Wells.

Sceso al numero 85 del mondo, con il preoccupante ruolino di marcia d’inizio stagione di 1-5, VDZ, ripescato come lucky loser dalle qualificazioni, è infatti salito alla ribalta eliminando il 5 volte campione-record del torneo, Novak Djokovic, collezionando così l’ottavo scalpo della carriera  fra i top 10. E Griekspoor, dopo il colpaccio d’esordio contro il numero 2 del mondo e 1 del tabellone, Sascha Zverev, ha domato il servizio-mostre di Perricard raggiungendo gli ottavi.

INCOMPIUTI

Entrambi gli orange, divisi da appena un anno all’anagrafe, amanti delle superfici rapide dove possono giocare gli scambi su pochi punti, basandosi su una prima gran botta di servizio, sono arrivati a ridosso dei top 20, ma entrambe sono stati poi respinti con perdita dall’indispensabile salto di qualità che hanno dovuto sostenere come livello di tornei e di risultati, perdendo fiducia e scadendo in classifica. Van de Zandschulp, 29 anni, non ha mai vinto un titolo sul circuito principale anche se nell’agosto del 2022 è salito al numero 22 ATP, con la prima e unica finale importante, sulla terra di Monaco di Baviera, ritirandosi però sotto il traguardo forse per una crisi di panico contro Rune.

E 12 mesi dopo, nella rivincita, sempre in finale contro il danese, si è arreso mancando 4 match point e denunciando i soliti limiti di personalità e di tenuta psico-fisica sempre con quell’aria indecifrabile di chi sembra freddo e impermeabile alle emozioni ma che in realtà vive delle tempeste emotive interne impressionanti. Tanto che a maggio, al Roland Garros, dopo la netta sconfitta contro Fabio Fognini, “la peggiore partita della mia vita”, aveva paventato la possibilità del ritiro. Poi aveva dimenticato le spine d’amore, aveva cambiato staff aggregando il totem del tennis olandese, Paul Haarhuis, aveva vinto un paio di Challenger ritrovando sicurezza e agli US Open, ha eliminato nel secondo turno Carlos Alcaraz. Dimenticando i problemi fisici: la contusione ossea e la distorsione al piede sinistro e un’infezione al piede destro.

L'abbraccio a fine partita tra Novak Djokovic e Botic Van de Zandschulp a Indian Wells (Getty Images)

L'abbraccio a fine partita tra Novak Djokovic e Botic Van de Zandschulp a Indian Wells (Getty Images)

SVOLTA TALLON

Tre anni fa Griekspoor, dopo una lunga serie di successi nei Challenger, è arrivato al numero 21 ATP: dopo aver preso fiducia nel 2022 coi primi quarti Slam, a Melbourne, anche lui nel segno di Fognini, ma in positivo, aggiudicandosi il primo match agli Australian Open dominando il veterano azzurro, nel 2023 ha firmato i primi e finora unici titoli, sul cemento di Pune e sull’erba di ’s-Hertogenbosch. Ha anche superato il primo top 10, il numero 9 Fritz a Washington, dove ha raggiunto la prima finale 500. L’anno scorso non ha fatto faville, stabilizzandosi fra i top 40, quest’anno ha fatto fuori Medvedev a Dubai e poi ha forse dato una svolta a Indian Wells, con un annuncio che sa di minaccia dopo la rimonta contro il numero 2 del mondo: “Contro Zverev è stata una vittoria mentale, mi sono tolto di dosso un tabù”. Reagendo, finalmente, dopo aver perso il servizio sul 6-5 del set decisivo. "Sono rimasto aggressivo, giocando senza paura e cercando il suo dritto”. Così, al 19° tentativo ha superato il primo top 5, qualificandosi per la prima volta fra i migliori 16 in un 1000 sul cemento. Chissà che ne pensa Sinner che segue tutto dalla tv.

Tallon Griekspoor in azione (Getty Images)

Tallon Griekspoor in azione (Getty Images)


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